Lo Squalo , il film di Steven Spielberg torna al cinema per il 50° anniversario

Cinema

Il cult che ha inventato il blockbuster estivo sarà di nuovo in sala per tre giorni, dall’1 al 3 settembre, distribuito da Adler Entertainment. Un’occasione unica per rivivere la tensione, la colonna sonora di John Williams e la regia che lanciò il mito di Steven Spielberg

Cinquant’anni dopo, il morso più celebre della storia del cinema torna a spalancarsi sul grande schermo. Adler Entertainment riporta nei cinema italiani Lo Squalo (Jaws), il film che nel 1975 trasformò un giovane Steven Spielberg in un maestro della suspense e rivoluzionò per sempre l’industria di Hollywood. L’appuntamento è fissato per tre giorni, dall’1 al 3 settembre, quando il pubblico potrà rivivere l’esperienza collettiva che terrorizzò intere generazioni e inaugurò la stagione dei blockbuster estivi.

L’inizio di una nuova era

Quando arrivò nelle sale americane nell’estate del ’75, Lo Squalo incassò oltre 470 milioni di dollari, diventando il film di maggior successo della storia fino all’arrivo di Star Wars due anni dopo. Non era solo un trionfo commerciale: era la nascita di un nuovo modello produttivo e distributivo. La Universal intuì per la prima volta l’importanza di un’uscita estiva a tappeto, supportata da un marketing martellante, creando un vero evento popolare. Da lì in avanti, il cinema non sarebbe più stato lo stesso.

Due note per la paura

Impossibile pensare a Lo Squalo senza ricordare la colonna sonora di John Williams. Due semplici note, ripetute in crescendo, che bastano a evocare la presenza del predatore bianco. Williams vinse il suo secondo Oscar e il tema musicale entrò nell’immaginario collettivo, tanto da diventare un linguaggio universale della paura, usato e parodiato ovunque, dai cartoni animati ai cinegiornali.

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Una produzione tormentata

La lavorazione del film fu tutt’altro che tranquilla. Lo squalo meccanico – soprannominato “Bruce” dalla troupe – si inceppava continuamente, costringendo Spielberg a soluzioni alternative. Le lunghe attese sul set e i problemi tecnici rischiarono di far naufragare il progetto. Ma proprio quei limiti imposero al regista di giocare con l’invisibile: il mare che si increspa, l’acqua che si tinge di rosso, i silenzi interrotti da urla improvvise. Una lezione di regia che dimostrò come la paura nascesse più da ciò che non si vede che da ciò che si mostra.

L’ascesa di Spielberg

Al momento dell’uscita, Spielberg aveva appena ventisette anni. Con Lo Squalo riuscì a trasformare un romanzo di Peter Benchley in un’opera di suspense moderna, che guardava a Hitchcock ma parlava al pubblico di massa. Fu l’inizio di una carriera straordinaria, che lo avrebbe portato a firmare capolavori come E.T., Indiana Jones e Jurassic Park. Ancora oggi, molti critici – e persino Quentin Tarantino – definiscono Lo Squalo “il più grande film mai realizzato”.

 

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Un’eredità che non si esaurisce

Il ritorno in sala non è solo un’occasione di nostalgia. Lo Squalo ha generato un intero filone, quello degli “shark movie”, ma soprattutto ha influenzato il modo stesso di pensare il cinema di intrattenimento. Dai thriller di sopravvivenza alle serie tv, dai videogiochi ai parchi tematici, la sua eredità si ritrova ovunque. Ancora oggi, dopo mezzo secolo, riesce a parlare con la stessa potenza a chi lo vede per la prima volta.

Un evento irripetibile

Dal 1 al 3 settembre, gli spettatori italiani avranno l’opportunità di riscoprire sul grande schermo il film che ha ridefinito il concetto di spettacolo. Perché se la televisione e lo streaming hanno moltiplicato i modi di vedere un film, Lo Squalo resta un’esperienza da vivere in sala: con il buio, il suono che avvolge, e quella tensione collettiva che nessuna visione domestica può replicare.

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