Oggi sarà presentata alla kermesse romana la nuova pellicola diretta da Claudio Giovannesi, anche sceneggiatore insieme a Maurizio Braucci (con cui aveva già collaborato per La paranza dei bambini). Questa è la nuova opera del regista che ha firmato anche due episodi della 2° stagione di Gomorra. Un veterano americano - interpretato dal divo di Hollywood - che ha avuto una relazione con una ragazza napoletana durante la Seconda guerra mondiale ritorna a Napoli all’inizio degli anni Settanta per conoscere suo figlio
Sarà presentato oggi, venerdì 25 ottobre 2024, alla Festa del cinema di Roma nella sezione Grand Public, il nuovo film di Claudio Giovannesi dal titolo Hey Joe, interpretato da James Franco, Francesco Di Napoli, Giulia Ercolini e Aniello Arena.
Il film è una produzione Palomar con Rai Cinema, in collaborazione con Vision Distribution, Sky e Netflix.
La pellicola è prodotta da Carlo Degli Esposti e Nicola Serra.
Il film è stato in parte girato in Calabria, a Lamezia Terme, Pizzo Calabro e Villaggio Mancuso.
Hey Joe vede protagonista Dean Barry, un veterano americano che ho avuto una relazione con una ragazza napoletana durante la seconda guerra mondiale. Dean vive negli Stati Uniti, nel New Jersey, ma decide di tornare in Italia e di recarsi a Napoli per conoscere suo figlio.
La storia è ambientata all'inizio degli anni ’70 e racconta di un uomo che vorrebbe recuperare 25 anni di assenza, una sfida difficile da vincere dato che suo figlio ormai è un uomo. Inoltre parliamo di un uomo cresciuto nella malavita: è stato adottato da un boss del contrabbando e non ha nessun interesse per il padre americano che si materializza improvvisamente nella sua vita.
Per quanto riguarda il cineasta, Claudio Giovannesi è un regista, sceneggiatore e musicista, Nato a Roma nel 1978, ha realizzato lungometraggi e documentari. Suo è La paranza dei bambini (2019), tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano e vincitore dell’Orso d’argento per la Migliore Sceneggiatura al Festival di Berlino, distribuito in oltre 20 Paesi nel mondo.
Porta la sua firma anche Fiore (2016), presentato in concorso nella sezione Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes e vincitore di un Nastro d’argento.
Tra i suoi tanti titoli cinematografici degni di nota, ricordiamo Alì ha gli occhi azzurri (Alì Blue Eyes, 2012), vincitore del Premio Speciale della Giuria al Festival Internazionale del Film di Roma, presentato in concorso al Tribeca Film Festival.
Per la televisione, Giovannesi ha diretto due episodi della seconda stagione della serie Gomorra, l’epica saga crime Sky Original tratta dall’omonimo bestseller di Roberto Saviano.
Potete guardare il trailer ufficiale del film Hey Joe il video che trovate in alto, in testa a questo articolo.
Il regista: “Un film sulle conseguenze della guerra”
“Hey Joe è un film sulle conseguenze della guerra, sul rapporto tra Stati Uniti e Italia raccontato attraverso
la relazione tra un padre e un figlio”, spiega il regista Claudio
Giovannesi nel comunicato ufficiale con cui presenta il suo nuovo
lavoro.
“L’esercito alleato ci ha liberato dal Nazifascismo. Ma quando gli Angloamericani sono arrivati a Napoli nel 1943, gli italiani erano un popolo vinto e Napoli una città distrutta dalle bombe. Non c’era cibo, così Napoli si è trasformata in un gigantesco bordello. Tre libri raccontano questo: The Gallery di Norman Lewis (un ufficiale inglese), Naples ’44 di John Burns (un ufficiale americano) e La Pelle di Curzio Malaparte (ufficiale italiano durante la Seconda Guerra Mondiale).
C’era il problema della sifilide, così molti soldati, per non frequentare le prostitute, sceglievano ragazze povere: la relazione tra i militari angloamericani e le donne italiane si basava sulla fame e i
sentimenti nascevano dal bisogno. Questa è la colpa del protagonista,
che porta su di sé una colpa della Storia”, prosegue il cineasta.
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Si tratta di una storia realmente accaduta
Quella che viene raccontata in Hey Joe è “una storia realmente accaduta, diventata leggenda nei Quartieri Spagnoli di Napoli”, prosegue il regista Claudio Giovannesi. “Un veterano americano, che ha avuto una relazione con una ragazza napoletana durante la seconda guerra mondiale, torna a Napoli all’inizio degli anni ’70 per riprendersi il figlio, ma scopre che fa il contrabbandiere ed ha vissuto con un altro padre, che è un boss della malavita. Il film è ambientato nel 1971, a Napoli c’è la Base Nato, la presenza degli Americani è ancora numerosa e la città vive di contrabbando e prostituzione. Sta nascendo la società dei consumi: gli Stati Uniti, dopo la libertà, stanno insegnando all’Europa l’importanza della merce e il desiderio per gli oggetti, soprattutto quelli irraggiungibili, che vengono dall’altra parte dell’oceano. Dean Barry è un uomo alla deriva, vittima della guerra e della solitudine: prova a ritrovare la sua umanità, cercando di costruire la relazione con suo figlio, di recuperare il tempo perduto, di pulire il proprio passato. Come Ulisse ha fatto la guerra, e come lui cerca una casa dove tornare. Ma la nostalgia è l’impossibilità del ritorno: tornare in un luogo e scoprire che non esiste più, perché non ci sono più le relazioni umane che hai abbandonato. L’unica esperienza possibile è la coscienza del tempo, il riaffiorare della memoria, la contemplazione del ricordo. Padre e figlio sono entrambi conseguenza della guerra. Questo li accomuna”, prosegue Giovannesi, concludendo con un pensiero che purtroppo è molto attuale anche oggi: “La guerra, in ogni epoca, colpisce di più chi la subisce, piuttosto che chi la fa: le donne, i figli, quelli che devono sopravvivere e trovare una possibilità di futuro dalle macerie del passato”.