Road Diary, il documentario su Bruce Springsteen presentato al Toronto Film Festival

Cinema

Camilla Sernagiotto

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Il Boss riflette sulla mortalità con il nuovo docu che lo vede protagonista e soggetto. "Se andassi via domani, va bene. Che fo***to viaggio!”. Il rocker ha partecipato alla prima in occasione della celebre kermesse cinematografica canadese presso la Roy Thomson Hall l'8 settembre 2024 a Toronto, in Ontario

Road Diary: Bruce Springsteen and the E Street Band - spesso abbreviato in Road Diary - è il documentario su Bruce Springsteen che nei giorni scorsi è stato presentato al Toronto Film Festival.

Il Boss riflette sulla mortalità con il nuovo docu che lo vede protagonista e soggetto: "Se andassi via domani, va bene. Che fo***to viaggio!”.

Il rocker del New Jersey ha partecipato alla prima del film in occasione della celebre kermesse cinematografica presso la Roy Thomson Hall l'8 settembre 2024 a Toronto, in Ontario.
“Ma è stato un Bruce Springsteen più riflessivo quello che si è presentato alla Roy Thomson Hall per la prima mondiale di Road Diary: Bruce Springsteen and The E Street Band, uno sguardo sulla leggenda del rock e sul suo gruppo affiatato di collaboratori, che ha offerto anche una meditazione sulla mortalità”, scrivono Brent Lang e Rebecca Rubin in un articolo pubblicato nelle scorse ore sul magazine statunitense Variety.

 

Durante il film e nella sessione di domande e risposte post-proiezione, tuttavia, il musicista 74enne ha sottolineato che non ha ancora intenzione di appendere la chitarra al chiodo. Vuole continuare a suonare fino a quando "le ruote non si staccheranno".
Ma ha ammesso, lo ripetiamo, ciò che di solito affermano i saggi e le persone che sono state capaci di vivere intensamente la propria vita: “Se andassi via domani, va bene. Che fo***to viaggio!”. Queste parole sono state accolte da fragorosi applausi della folla riunitasi per acclamare quello che, più che un musicista, è considerato semmai una divinità del rock.

Patti Scialfa, moglie di Springsteen, rivela di avere un tumore

Nel documentario, la moglie di Springsteen e membro della E Street Band, Patti Scialfa, ha rivelato che le è stato diagnosticato nel 2018 un mieloma multiplo, una forma di cancro del sangue. La sua malattia le ha reso difficile esibirsi e, di conseguenza, ha fatto un passo indietro dal tour. Scialfa non ha partecipato alla première di domenica sera.
"Questo colpisce il mio sistema immunitario, quindi devo fare attenzione a cosa scelgo di fare e dove scelgo di andare", dice Scialfa nel film. "Ogni tanto vado a uno o due spettacoli e riesco a cantare qualche canzone sul palco, ed è un piacere. Questa è la mia nuova normalità in questo momento, e va bene così”.

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Riprese dell'ultimo tour mondiale di Springsteen

Road Diary presenta riprese dell'ultimo tour mondiale di Bruce Springsteen e offre uno sguardo intimo sulla pianificazione dietro le quinte.
Springsteen, Steven Van Zandt, il manager Jon Landau e il regista Thom Zimny non sono le uniche quattro icone della cultura rock che negli ultimi giorni vengono incorniciate in un documentario.

 

Anche Sir Elton John è apparso all'inizio del weekend per il debutto di Elton John: Never Too Late, un documentario che racconta i suoi trionfi musicali e le sue lotte personali, mentre il cantante-produttore Pharrell Williams ha presentato - sempre al Toronto Film Festival - un documentario molto particolare, intitolato Piece by Piece, che è “un racconto idiosincratico della sua vita narrato con l'aiuto dei Lego”, come lo definisce Variety.

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Springsteen: “Tutte le band si sciolgono”. Non la sua

La storia che potremmo definire una love story tra E Street Band e Springsteen è segnata da una collaborazione lunghissima che ha fruttato premi Grammy, successi in classifica e decenni di concerti entrati a pieno titolo nel mito.

 

"Rischi tutto ciò che hai, ma non sei solo”, ha detto Springsteen parlando del suo vecchio caro sodializio con i colleghi. "Questo accade solo a poche band. Le band si sciolgono. È l'ordine naturale delle cose. Tutte le band si sciolgono. Non riescono nemmeno a far stare insieme due persone. Simon odia Garfunkel”.
Springsteen ha detto il motivo per cui il gruppo è rimasto unito (benché ci siano stati ovviamente scioglimenti e periodi di inattività) è che hanno operato come una "dittatura benevola”, dove con ogni probabilità il benevolo dittatore sarà stato proprio il Boss…
"Le piccole democrazie non funzionano. Abbiamo questo enorme collettivo dove ognuno ha il proprio ruolo e la possibilità di contribuire e di possedere il proprio posto nella band”, queste le parole del dittatore benevolo. Ops, scusate: del Boss.

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Il regista è Thom Zimny

Road Diary è diretto da Thom Zimny, che in precedenza ha esaminato la vita e il lavoro di Springsteen con film come The Promise: The Making of Darkness on the Edge of Town e Western Stars, entrambi presentati nelle edizioni passate del Toronto Film Festival.

Questa nuova produzione di Zimny esplora i primi anni di Springsteen, l'ingresso nel mondo della musica che risale ai lontani anni '70 e la formazione della E Street Band.

 

"Ci conosciamo da quando eravamo così giovani”,  ha detto Springsteen. "E siamo stati bravi per molto tempo. Tutte quelle notti sul palco, dove stai rischiando te stesso, perché è quello che stai facendo”.

La E Street Band continua a riempire gli stadi, ma il tempo ha lasciato un segno indelebile, sul loro volto per le rughe ma anche sul loro volto perché rigato di lacrime: Road Diary, infatti, commemora due ex membri che non ci sono più, ossia Clarence Clemons, il sassofonista morto nel 2011, e Danny Federici, l'organista scomparso nel 2008. Il loro impatto però continua ancora oggi, e probabilmente anche domani.

 

"Augurerei a tutti voi una così bella e completa esperienza con i vostri buoni amici”, ha detto Springsteen. "Mi ricorda la scena in Blade Runner... 'Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare.' Abbiamo visto alcune di quelle cose”, afferma Bruce Springsteen nel documentario. E noi non stentiamo a credergli.

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