Tim Burton non farà altri film sui supereroi: "Con Batman mi concentrai solo sul film"
CinemaAttualmente impegnato a promuovere Beetlejuice Beetlejuice, il regista ha spiegato perché al momento esclude un ritorno al genere del cinecomic. "All'epoca di Batman fui fortunato: ci potemmo concentrare solo sul film, senza la pressione degli studios"
Il successo dei blockbuster sui supereroi, così come li conosciamo oggi, lo si deve a Tim Burton e al suo Batman, uscito nel 1989. Il regista ha anche diretto il primo sequel, Batman Returns, nel 1992. Poi, insieme a Michael Keaton (FOTO), ha abbandonato il franchise.
Da allora Burton non ha più girato film sui supereroi. E, in una recente intervista con Variety, ha dichiarato di non voler tornare su quel genere. Almeno per il momento.
Perché, all'epoca di Batman, tutto era diverso
"Mi piace affrontare le cose da diversi punti di vista", ha spiegato Tim Burton. "Non mi precludo mai nulla. Ma, al momento, un film sui supereroi non mi interessa".
Ovviamente, il regista non è contrario a rivisitare i suoi vecchi film in generale. Al momento sta infatti promuovendo l'uscita di Beetlejuice Beetlejuice, sequel della sua horror-comedy Beetlejuice, uscita un anno prima di Batman e con Michael Keaton nel ruolo del protagonista. Ma se Sam Raimi - dopo gli Spiderman con Tobey Maguire e Kirsten Dunst - è tornato al genere dei supereroi con Doctor Strange nel Multiverso della Follia, nel 2022, Burton non è interessato a fare lo stesso.
Il contesto in in cui ha realizzato Batman era molto diverso dall'attuale panorama dei film sui supereroi, ha spiegato. Prima della sua pellicola, il più grande film del genere era Superman del 1978. Burton portò sullo schermo una violenta lotta al crimine ambientata in un'estetica gotica ispirata all'espressionismo tedesco, influenze che permeano anche gran parte dei suoi altri film. Un'espressione artistica così unica è molto più difficile da ottenere nei franchise moderni, con gli studios interessati a mantenere il brand coerente.
"Sono stato fortunato perché, a quel tempo, la parola franchise non esisteva", ha detto Burton. "Batman sembrava leggermente sperimentale, poiché si discostava da quella che potrebbe essere la percezione di un film sui supereroi. Non ho sentito la pressione degli studios e, trovandomi in Inghilterra, ero ancora più lontano. Abbiamo potuto concentrarci solo sul film, senza pensare a quelle cose a cui ora si pensa prima di girare".
Cos'altro ha detto Tim Burton
In merito a Batman Returns, Tim Burton ha spiegato: "Non ero realmente interessato a fare un sequel, ma mi piacevano Il Pinguino e Catwoman, quindi mi sono sentito rienergizzato da tutta la faccenda. È stato allora che abbiamo iniziato a sentire la parola franchise".
Mentre, sulla possibilità di una nuova collaborazione con Disney, ha chiarito: "Sono stato alla Disney a fasi alterne. Durante la mia prima volta lì come animatore e designer, lo studio ha attraversato forse tre direzioni diverse, quindi è stato come avere a che fare ogni volta con uno studio differente. Ma ricordo che avevo una scrivania affacciata alla finestra: potevo vedere l'ospedale dove sono nato e poi potevo vedere Forest Lawn, il cimitero dove sono sepolti i miei genitori. Sembrava uno strano Triangolo delle Bermuda, pieno di alti e bassi. Ora, mi sento come un adolescente desideroso di andarsene di casa". Come a dire che, il suo lavoro alla Disney, ha fatto il suo tempo. Un po' come quello coi supereroi.