Padre Pio, il film di Abel Ferrara e Shia LaBeouf mescola misticismo e oscurità

Cinema

Camilla Sernagiotto

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È atteso nelle sale italiane a partire dal prossimo 18 luglio, distribuito da RS Productions, il lungometraggio che racconta gli inizi del Santo di Pietralcina. Il maestro del cinema americano ritrae il giovane frate cappuccino mentre la sua figura si staglia su un'Italia devastata dalla guerra, dove trovare la presenza di Dio sembra un’impresa molto difficile

Mancano pochi giorni all'uscita nelle sale italiane di Padre Pio, il nuovo film di Abel Ferrara che vede calarsi nel celebre Santo di Pietralcina l’attore americano Shia LaBeouf. Distribuito da RS Productions, il lungometraggio racconta gli inizi del Santo. Il maestro del cinema americano ritrae il giovane frate cappuccino mentre la sua figura si staglia su un'Italia devastata dalla guerra, dove trovare la presenza di Dio sembra un’impresa molto difficile, quasi impossibile. “Ti senti nell’oscurità?” viene domandato in una scena della pellicola al giovane Padre Pio (scena riportata anche nel trailer, che potete guardare nel video in alto, nella clip in testa a questo articolo). La sua risposta è: “Sì, immerso. È come se per natura fossi portato a farmi queste domande e ad avere sempre questa rabbia contro Dio. Sono furibondo con Dio, mi sento molto arrabbiato”. È proprio questo lo scambio di battute che dice moltissimo dell'atmosfera del film diretto dal maestro del cinema statunitense Abel Ferrara, da anni trapiantato in Italia. Ferrara è qui anche co-sceneggiatore, firmando la sceneggiatura insieme a Maurizio Braucci. Quest’ultimo è famoso per le sceneggiature di Gomorra (2008), adattamento del romanzo-inchiesta di Roberto Saviano, e di Reality (2012), entrambi diretti da Matteo Garrone. Con Ferrara, Braucci aveva già collaborato per il film Pasolini, uscito dieci anni fa. Tra i lavori di Maurizio Braucci, ricordiamo anche Anime nere di Francesco Munzi (2014), Martin Eden di Pietro Marcello (2019) e il recente Palazzina LAF di Michele Riondino (2023). Con La paranza dei bambini ha vinto nel 2019 l’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura assieme a Claudio Giovannesi e a Roberto Saviano al Festival di Berlino. Padre Pio è una co-produzione Italia-Germania, prodotto da Maze Pictures, Interlinea Film e Rimsky Productions, in associazione con Carte Blanche, con il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020, con il patrocinio e contributo della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, e con il sostegno della Regione Lazio – Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo. Potete guardare il trailer ufficiale del film Padre Pio nel video che trovate in testa a questo articolo, nella clip posta in alto.

Per la prima volta in versione italiana a Taormina

L’attesissima pellicola arriva nei cinema italiani il 18 luglio e sarà presentato per la prima volta in versione italiana al Taormina Film Festival 2024, alla presenza del regista e di alcuni membri del cast. Girato in Puglia, Padre Pio è ambientato nel 1920, all’indomani della Prima guerra mondiale. Il famoso religioso è interpretato da Shia LaBeouf, la cui interpretazione è stata da molti giudicata come magistrale da quanto è intensa e pazzesca.

La storia di Padre Pio dagli inizi

Il film racconta dell’arrivo del frate in uno sperduto convento di frati cappuccini a San Giovanni Rotondo, sulle montagne del Gargano. È qui che Padre Pio dà inizio al suo ministero e al proprio cammino religioso. L’apparizione delle stimmate coincide con un evento tragico, un dramma che cambierà il corso della Storia di tutto il mondo.

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Una libera interpretazione che offre un ritratto fedele

La pellicola si pone come una libera interpretazione del Santo da parte di Abel Ferrara. Tuttavia il ritratto che ne esce è il più possibile fedele ai primi anni del cammino spirituale di questo celeberrimo personaggio della religione cattolica e della cultura sia italiana sia mondiale.

 

Il film narra le vicissitudini che legarono Padre Pio agli abitanti del luogo. Ricostruisce come l’arrivo del frate in un momento e in un posto dove povertà, malattie e disordini politici governavano sovrani sia stato fondamentale per riavvicinare a Dio sia quel luogo sia chi vi abitava.

L’assistenza ai poveri e agli ultimi

Padre Pio troverà la propria vocazione nell’assistenza ai poveri e agli ultimi, come il film di Abel Ferrara ben sottolinea. Non mancano all’appello, però, inquietanti visioni, tormenti personali e anche le debolezze da uomo terreno.

 

A calarsi in questo difficile ruolo c’è la star internazionale Shia LaBeouf, lanciato da blockbuster come Transformers di Michael Bay e Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo di Steven Spielberg.

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Negli ultimi anni, LaBeouf si è allontanato sempre di più da quel cinema da "blockbuster, azione e pop-corn" per andare verso a un modo di raccontare storie e personaggi in maniera più intima. È stato dunque per lui naturale approdare al cinema d’autore e di ricerca, come attestano le sue ultime interpretazioni come quelle nei film Pieces of a Woman di Kornél Mundruczó, Honey Boy di Alma Har’el, Borg McEnroe di Janus Metz Pedersen, American Honey di Andrea Arnold e Nymphomaniac di Lars von Trier. Shia LaBeouf fa parte anche del cast di Megalopolis di Francis Ford Coppola.

Tanti attori italiani nel cast

In Padre Pio, Shia LaBeouf è accompagnato da tanti interpreti italiani. Tra questi, spiccano i nomi di Marco Leonardi (Nuovo Cinema Paradiso, Maradona – La mano de Dios, Il mio posto è qui, e già diretto da Abel Ferrara in Mary), Asia Argento (anche per lei, ci sono ben due titoli di Ferrara all’attivo: New Rose Hotel e Go Go Tales) e Vincenzo Crea (I figli della notte, Gli indifferenti, e quest’anno Gloria! di Margherita Vicario).

Un film che intreccia religione e politica

La trama intreccia religione e politica. Il racconto è quello della fine della prima guerra che sconvolge l’Europa del Novecento. Il film narra la drammatica storia dei soldati italiani che, di ritorno dal fronte, tornano a San Giovanni Rotondo. Terra di povertà, patria di violenza storica e fortezza in cui il dominio della Chiesa e dei suoi ricchi proprietari terrieri è ferreo, qui le famiglie sono disperate. In questo contesto, arriva Padre Pio. Giunge nello sperduto convento per iniziare il suo ministero, portando con sé il suo irresistibile carisma. Tra santità e visioni di Gesù, Maria e del Diavolo stesso, questo film racconta tutto di Padre Pio .

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“Questo non è un film sui miracoli, ma su un uomo, nato Francesco Forgione a Pietralcina, un villaggio agricolo alle porte di Napoli, visionario fin dall’infanzia, un giovane inquieto e dubbioso che lotta per trovare la sua vera vocazione e il suo posto agli occhi del Signore”, queste le parole regista Abel Ferrara. “Il suo arrivo a San Giovanni Rotondo, tra le montagne del Gargano, cambia il corso delle cose. È un mondo di povertà, malattie, disordini politici, e dove si sente fortissima l’assenza di Dio. Nell’assistere la gente tra le rovine della guerra, trova la sua vera vocazione al servizio, all’amore e all’empatia, nei santi sacramenti, nell’ascolto della confessione, nella celebrazione della messa, che offrono una soluzione alle forze demoniache in quell’autunno del 1920”.

Per Ferrara, una nuova storia che parla di religione

Abel Ferrara è tra i veterani del cinema americano. Dagli anni Settanta a oggi, Ferrara è uno dei cineasti più interessanti del panorama internazionale. Le storie che racconta parlano spesso di religione, redenzione e peccato. Tra i suoi film più memorabili ricordiamo L’angelo della vendetta (1981), Il cattivo tenente (1992), The Addiction – Vampiri a New York (1995) e Fratelli (1996). Nel 2005, con la pellicola Mary, ha affrontato un’altra tematica sacra: quella della Passione di Cristo, soffermandosi sulla figura di Maria Maddalena (interpretata per l’occasione dall’attrice francese Juliette Binoche). Ferrara risiede ormai da anni a Roma. Il suoi film più recenti sono girati quasi sempre in Italia, e non di rado si soffermando su figure chiave della cultura e tradizione nostrane: oltre a Padre Pio, nel 2014 ha firmato la regia di Pasolini.

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