Festa del Cinema, Giovanna Mezzogiorno regista di Unfitting: "Dimagrita, ma a che prezzo"

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Camilla Sernagiotto

©Getty

L’attrice ha parlato del suo corto da regista, “Unfitting”, in cui racconta come è stata emarginata dallo showbiz dopo essere aumentata di 20 chili. “Nessuno mi ha aiutata”, racconta. “Sono dimagrita perché purtroppo mi sono lasciata condizionare dal mio ambiente, dalla società. Così ho intrapreso un dimagrimento violento che ha avuto gravi conseguenze sulla salute. È stata una debolezza di cui mi pento. Alla fine ce l’hanno fatta a farmi perdere 20 chili, ma a che prezzo…” ha raccontato a Il Messaggero

Giovanna Mezzogiorno ha presentato il suo cortometraggio da regista intitolato Unfitting in cui racconta come è stata emarginata dal mondo dello spettacolo dopo che il suo peso era aumentato di venti chili. “Emarginata dal cinema perché avevo preso 20 chili. Nessuno mi ha aiutata”, spiega la star. E aggiunge: “Le donne sono state più crudeli degli uomini”
La storia autobiografica che porta sul grande schermo è una storia di denuncia, anche se nel corto di Mezzogiorno non manca una buona dose di ironia. Tuttavia la sua è una parabola che parla di “bullismo digitale”, “dittatura estetica” e body shaming.
Il titolo Unfitting (che significa inadeguata) è molto eloquente. L'opera è stata applaudita alla Festa del Cinema di Roma, dove la famosa attrice italiana ha presentato il suo esordio alla regia.

I chili presi da Giovanna Mezzogiorno sono stati la conseguenza della gravidanza dei suoi gemelli, Leone e Zeno, che oggi hanno 12 anni.
Quei 20 chili post gravidanza l’hanno condannata a un'odiosa messa al bando da parte della settima arte, benché lei confessa che mai se lo sarebbe aspettata.  

Il suo talento non si era certo affievolito ma ormai veniva considerata come “inadeguata” (unfitting, appunto) secondo i canoni estetici dominanti nel mondo del cinema (e non soltanto del cinema: dalla moda alla pubblicità fino ai social network, i canoni estetici restrittivi imposti dall’alto dominano purtroppo ogni ambiente e settore).

Mezzogiorno: “Sono dimagrita perché mi sono lasciata condizionare dal mio ambiente”

Giovanna Mezzogiorno ha rilasciato una recente intervista al quotidiano Il Messaggero in cui spiega: “Volevo raccontare la mia storia che somiglia a quella di tante altre donne penalizzate perché non sono fisicamente perfette. Io, che ho quasi 50 anni, sono stata molto male. Ma per una ragazza questo tipo di pressione può essere devastante”.
Alla fine l’attrice ha deciso di dimagrire, perdendo quei venti chili che l’avevano fatta tagliare fuori dal suo ambiente. Ma il dimagrimento violento che racconta di aver intrapreso ha avuto gravi conseguenze sulla sua salute, motivo per cui Giovanna Mezzogiorno afferma di pentirsi amaramente di quella che considera essere stata una sua “debolezza”.
“Sono dimagrita perché purtroppo mi sono lasciata condizionare dal mio ambiente, dalla società. Stavo impazzendo. Così ho intrapreso un dimagrimento violento che ha avuto gravi conseguenze sulla salute. È stata una debolezza di cui mi pento. Alla fine ce l’hanno fatta a farmi perdere venti chili, ma a che prezzo…”.

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Mezzogiorno: “Non mi aspettavo che il cinema mi voltasse le spalle”

La protagonista di film come La finestra di fronte, L’ultimo bacio e Basilicata coast to coast, giusto per citare alcuni dei titoli della ricca filmografia dell'attrice, ha confessato che non si aspettava che il proprio mondo, quello del cinema, le voltasse le spalle in quella maniera.
“Non mi aspettavo che il cinema mi voltasse le spalle. Ero ingrassata anche per colpa mia, dopo la nascita dei gemelli mi sono lasciata andare e ho trascurato l’esercizio fisico. Ma sono stata presa di contropiede dall’atteggiamento del mio ambiente”, ha raccontato a Il Messaggero. “Nessuno mi ha aiutata, a parte i medici che mi hanno seguita. Nemmeno quell’attore che consideravo un fratello ma è sparito nel nulla quando il cinema ha iniziato a tagliarmi fuori e a ricamare leggende infondate su di me: è malata, non tornerà mai più in forma… perfino una cisti sull’occhio che ho mostrato in un programma tv è servita ad alimentare le cattiverie su di me”, aggiunge l’attrice.

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Giovanna Mezzogiorno: “Le donne sono state più crudeli degli uomini”

L'attrice parla anche della mancata solidarietà da parte delle donne, spiegando quanto succede negli ambienti come il suo a telecamere spente, soprattutto tra colleghe. “Supporto dalle altre donne? Vogliamo scherzare? Le donne sono state molto più crudeli degli uomini. La solidarietà femminile non esiste. È uno slogan di cui ci si riempie la bocca perché fa figo, si sbandiera perché richiama l’aria del tempo”.
Per adesso Giovanna Mezzogiorno non fa nessun nome, neanche quando parla di “quell’attore che consideravo un fratello ma è sparito nel nulla quando il cinema ha iniziato a tagliarmi fuori”. E nemmeno circa le colleghe e i colleghi che l'avrebbero derisa, offesa e discriminata. Alla domanda relativa ai motivi per cui ha scelto di non fare nomi, risponde: “Per ora non li ho fatti. Ma conosco uno per uno quelli che mi hanno derisa, discriminata, offesa. In futuro potrei cambiare idea… Devono sentirsi scomodi sulle loro sedie”.

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Il cortometraggio presentato alla Festa del Cinema di Roma

Unfitting è nato da un’idea di Silvia Grilli, direttrice del settimanale Grazia, la quale ha spiegato “ascoltati i racconti di Giovanna, ho pensato che un’intervista non fosse sufficiente”.
Silvia Grilli ha detto: “Tutto è iniziato da una conversazione con Giovanna Mezzogiorno su degli episodi che le erano accaduti su alcuni set, una sorta di bullismo subito dopo la gravidanza, in seguito al cambiamento del suo corpo. – A quel punto, facendo una ricerca su Giovanna su internet ho iniziato a trovare una serie di commenti sul tenore di ‘quanto pesa?’, ‘Giovanna Mezzogiorno gonfia’, o ‘malata’, e ho pensato che questo bullismo digitale meritasse qualcosa di più di una intervista, perciò le ho chiesto di scrivere e dirigere Unfitting, inadeguata“.

Il corto è prodotto da Manuela Cacciamani in collaborazione con Grazia e Bulgari. Ha come protagonista Carolina Crescentini, che interpreta il ruolo di un'attrice che viene ostracizzata dal mondo del cinema perché è ingrassata. Nel cast ci sono anche Ambra Angiolini, Massimiliano Caiazzo, Fabio Volo, Marco Bonini e l’agente Moira Mazzantini.
Come Giovanna Mezzogiorno ci tiene a sottolineare, questo suo cortometraggio non è una vendetta, non è una rivincita contro coloro che l'hanno messa da parte a causa dei chili di cui il suo peso era aumentato.
“No, non sono vendicativa. Volevo raccontare la mia storia che somiglia a quella di tante altre donne penalizzate perché non sono fisicamente perfette”, spiega l’attrice.

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La protagonista Carolina Crescentini: “Anche io vivo quello stesso bullismo”

A interpretare la protagonista che viene emarginata a causa del suo peso è l’attrice Carolina Crescentini.
“Anche io vivo quello stesso bullismo, ché di bullismo si tratta!”, ha spiegato a Carolina Crescentini. “Io porto una 42 che sembra un insulto a tutto. Alla moda, ai costumisti che ti dicono se puoi perdere peso per poter indossare un certo abito invece di trovarne un altro… Io ho un buon carattere, perché mi prendo in giro da sola, che è la mia difesa. Quando vengo bullizzata sono io che prendo in giro la situazione perché fa male, molto. Ma è una continua, costante mancanza di rispetto, e di educazione, semplicemente detto, e se questo corto può far sentire a disagio anche solo per tre secondi chi ci ha fatto sentire a disagio per più tempo, sarà già una piccola vittoria.Questo è un problema in particolare delle donne, che ha stufato, e dopo tanto parlare di emancipazione se ci perdiamo dietro a questo siamo ridicoli, noi che lo abbiamo permesso per troppo tempo, e chi continua a fare certe chiacchiere da bar. Poi ci sono tante colleghe, che a volte si sono sfogate, che per non fare il famoso fitting, la prova dell’abito meraviglioso per un red carpet o una conferenza stampa, per non vivere quell’umiliazione – ché ti umilia anche la sarta del brand che deve allargarti il giro manica – si rivolgono al vintage. Santo sempre, certo, ma non è giusto. Noi siamo chiamati a fare un lavoro per quel che possiamo portare emotivamente. Noi siamo il passaggio da carta a immagine e dovrebbe prescindere dal girovita. Questa cosa è dolorosa e fa arrabbiare, io penso che prima o poi farò un grande monologo, anche su una panchina in un parco, nel quale dirò tante cose, perché è arrivato il momento di mettere a posto un po’ di gente”, ha detto Carolina Crescentini a Ciak Magazine.

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