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Bruce Willis, la moglie: "Non so se è cosciente della malattia"

Cinema
©Getty

In occasione della Settimana Mondiale della Sensibilizzazione della Demenza Frontotemporale, Emma Heming ha parlato della malattia che ha colpito il marito e delle conseguenze che ha causato alla famiglia

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È difficile sapere se Bruce è consapevole della sua malattia”. In un’intervista rilasciata il 25 settembre al Today Show di Nbc in occasione della Settimana Mondiale della Sensibilizzazione della Demenza Frontotemporale, Emma Heming, 45 anni, moglie di Bruce Willis, 68 anni, ha parlato della patologia che ha colpito il marito. Nel 2022 l’attore ha ricevuto un’iniziale diagnosi di afasia, una sindrome neurologica che compromette la capacità di linguaggio, ma lo scorso febbraio la famiglia ha annunciato la progressione della condizione in demenza frontotemporale, che colpisce il lobo frontale del cervello e provoca un deterioramento del comportamento, della personalità e del linguaggio. Da allora, Willis si è ritirato dalle scene e la famiglia gli ha rivolto amorevoli cure. Conoscere l’esatta natura della malattia ha rappresentato una “benedizione e una maledizione” per Heming e per le figlie Mabel ed Evelyn, perché “era importante far sapere loro di che cosa si tratta, perché non voglio che ci sia stigma o vergogna legata alla diagnosi del padre o nei confronti di qualsiasi altra forma di demenza”. La donna ha ribadito l’importanza di “capire finalmente che cosa stava succedendo in modo da poter accettare la situazione per quella che è. Non lo rende meno doloroso, ma semplicemente mostrare accettazione per ciò che sta succedendo a Bruce rende le cose un po’ più facili”.

LE DIFFICOLTÀ DELLA MALATTIA

Per Heming, Willis è “un dono che si rinnova ogni giorno” e che, anche nel dolore, ha insegnato alla famiglia “amore, pazienza e resilienza”. Senza dubbio “la demenza è difficile. È difficile per la persona che ne soffre, ma è anche difficile per la famiglia. E Bruce, io e le nostre ragazze non facciamo eccezione. Quando dicono che è una malattia familiare, lo è davvero”. Per quasi quattro decenni, l'attore ha collezionato incredibili successi, dalle interpretazioni nei film Die Hard del 1988, Pulp Fiction del 1994, Armageddon del 1998 e Il sesto senso del 2001, alla vittoria di premi prestigiosi come il Golden Globe (per il quale ha ricevuto cinque nomination) e l'Emmy (per il quale ha ricevuto tre nomination). Ora, invece, dovrà convivere probabilmente a sua insaputa con la condizione diagnosticata. “Una delle cose che il lobo frontale controlla è l’auto-intuizione” ha spiegato Emma Dickinson, amministratore delegato dell’Associazione per la Degenerazione Frontotemporale, ospite nello studio del programma televisivo. “In alcuni casi, la prima cosa che perdono è qualsiasi comprensione che loro stessi sono cambiati”.

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