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Asteroid City, Wes Anderson vince appello contro la censura (è uno dei rari casi al mondo)

Cinema

Camilla Sernagiotto

©Webphoto

Il regista ha vinto l’appello contro la censura: il suo ultimo film, l’attesissimo “Asteroid City” che sarà presentato a Cannes, aveva ricevuto un rating R (vietato ai minori di 17 anni) dall'MPA a causa di "breve nudità grafica”. La conferma era arrivata nel febbraio 2023, e subito Anderson ha dichiarato che avrebbe presentato ricorso. Nell'ultimo comunicato stampa settimanale dell'MPA si apprende che la pellicola è stata classificata come PG-13 (vietata ai minori di 13 anni) dopo l'appello vinto dal regista

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Wes Anderson ha vinto l’appello contro la censura: il suo ultimo film, l’attesissimo Asteroid City, aveva ricevuto un rating R (che vieta la visione ai minori di 17 anni) dall'MPA a causa di "breve nudità grafica”.

La conferma di quella valutazione “limitata” era arrivata nel febbraio 2023, e subito Anderson aveva dichiarato che avrebbe presentato il ricorso. Nell'ultimo comunicato stampa settimanale dell'MPA si apprende che la pellicola è stata classificata come PG-13 dopo l'appello vinto dal regista.

Da notare è come sia molto raro fare appello a una valutazione dell'MPA. E da notare è soprattutto come sia ancora più improbabile vincere quell'appello.
Eppure a Wes Anderson è andata bene: ha vinto, come si apprende in queste ore proprio da una nota ufficiale diramata dall’MPA.

Nell'ultimo comunicato stampa settimanale dell'MPA si legge quanto segue: “Il film Asteroid City è stato classificato come PG-13 (dunque vietato non più ai minori di 17 anni ma solo ai minori di 13, ndr) dopo l'appello vinto dal regista Wes Anderson”.

Intanto ricordiamo che Asteroid City arriverà nelle sale cinematografiche italiane il 14 settembre 2023, portato sugli schermi nostrani da Universal Pictures International Italy.  

Il film sarà vietato ai minori di 13 anni

La valutazione precedente (il divieto di visione ai minori di 17 anni) era solo per "brevi nudità esplicite", invece la nuova classificazione PG-13 (no ai minori di 13 anni) dell'MPA per il film è legata a nuove ulteriori motivazioni, che vanno ad aggiungersi alle nudità. "Classificata PG-13 in appello per brevi nudità esplicite, fumo e altro materiale allusivo”, si legge nel comunicato ufficiale dell’MPA.

Benché ancora non si possa sapere a cosa si riferisca quella "breve nudità grafica" (dato che il film sarà presentato in anteprima al prossimo festival di Cannes, dunque dobbiamo aspettare ancora un pochino), è probabile che - qualunque cosa essa sia - non abbia comunque un contesto sessuale attorno poiché soltanto così l'MPA consente la classificazione PG-13.
È inoltre ipotizzabile che l'argomentazione di Wes Anderson di fronte alla commissione d'appello sia stata proprio questa (il fatto che la nudità non avesse implicazioni e sfondi sessuali), anche se non ci sono informazioni ufficiali specifiche da parte di fonti certe per confermarlo.  

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È molto difficile vincere il ricorso contro la censura

Un rapporto del 2018 dell'MPA affermava che solo l'1,4% dei film ha superato il processo di ricorso nell'intera storia dell'organizzazione. E dei pochi film che hanno fatto appello alla loro valutazione, solo circa il 38% ha effettivamente ribaltato la classificazione. Alcune delle pellicole degne di nota che hanno fatto appello alla valutazione dell'MPA e hanno vinto sono Clerks di Kevin Smith (che ha fatto appello a un NC-17, a un divieto ai minori di 17 anni); Ore 15:17 - Attacco al treno di Clint Eastwood, che ha fatto appello per una R ed è riuscito a farla sostituire con un PG-13, e American Psycho di Mary Harron (anche in questo caso ci si lamentava per un NC-17, benché forse ce lo si poteva aspettare... Basta leggere i capitoli intitolati "Ragazze" del romanzo omonimo di Bret Easton Ellis da cui il film è tratto per aspettarselo).

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Asteroid City di Wes Anderson probabilmente non sarà affatto scioccante

Anche se non è stato ancora presentato, di certo il nuovo film di Wes Anderson sarà meno “strong” rispetto ai sopracitati Clerks di Kevin Smith e American Psycho (in quel caso, è molto più plausibile l’attacco della censura…).
Conoscendo Anderson, invece, è poco probabile che sesso e violenza vengano rappresentati in maniera forte e scioccante. E, se dovessero venire inscenate, di certo Anderson ce le proporrebbe "in salsa-Anderson", appunto, quindi edulcorate e rese ultra light con l'aggiunta di colori pastello, simmetria ossessivo-compulsiva, linguaggio sardonico, oltre a humour bizzarro quanto basta.

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Di cosa parla Asteroid City

Asteroid City è ambientato in un'immaginaria città desertica americana. Siamo intorno al 1955. Universal Pictures International Italy ha distribuito nelle scorse settimane i primi trailer ufficiali e anche la sinossi. “L’itinerario di una convention di giovani astronomi e cadetti spaziali (organizzata per riunire studenti e genitori di tutto il Paese per una competizione accademica e di affiatamento) viene spettacolarmente sconvolto da eventi che cambiano il mondo”, queste le parole della didascalia a corredo del filmato condiviso in rete da Universal Pictures International Italy.  

Asteroid City è uno dei titoli più attesi tra le anteprime in cartellone al festival di Cannes. E non solo sulla croisette: pure per quanto riguarda l'arrivo sul grande schermo si parla di spasmodica attesa da parte del folto stuolo di fan di questo maestro del manierismo cinamatografico di stampo hipster.    

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Il solito cast stellare che impreziosisce ogni pellicola di Anderson

Anche in questo caso, parliamo di una vera e propria parata di stelle. Tantissime star sono schierate nel cast di Asteroid City, molte delle quali potremmo definire come i soliti attori-feticcio di Wes Anderson.  
Ci sono Jason Schwartzman, Scarlett Johansson, Tom Hanks, Jeffrey Wright, Tilda Swinton, Bryan Cranston, Ed Norton, Adrien Brody, Liev Schreiber, Hope Davis, Stephen Park, Rupert Friend, Maya Hawke, Steve Carell, Matt Dillon, Hong Chau, Willem Dafoe, Margot Robbie, Tony Revolori, Jake Ryan, Grace Edwards, Aristou Meehan, Sophia Lillis, Ethan Lee, Jeff Goldblum e Rita Wilson. Hai detto niente…

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