Super Mario Bros, tra gag e citazioni un’avventura scacciapensieri. La recensione del film

Cinema
Paolo Nizza

Paolo Nizza

Arriva la cinema dal 5 aprile, la trasposizione cinematografica di uno dei personaggi più famosi del mondo dei videogiochi. Sulle note di una frizzante colonna sonora anni 80, un lungometraggio che rende omaggio all’idraulico di Brooklyn e ai suoi amici

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C’era una volta un idraulico, diversamente alto, di nome Mario, che aveva un fratello. chiamato Luigi, diversamente coraggioso. Una coppia di idraulici di Brooklyn destinati a cambiare l’universo dei videogiochi. Erano gli anni Ottanta, nello specifico la prima apparizione del baffuto eroe è datata 1981. Ora, invece, nel 2023, c’è un film, nelle sale cinematografiche dal 5 aprile, che ha trasportato questa amatissima icona videoludica sul grande schermo. Ci avevano già provato nel 1993 con una pellicola live action divelta dalla critica e nient’affatto amata dal pubblico. Memori di quel flop epocale, i registi Aaron Horvath e Michael Jelenic, , entrambi grandi appassionati del gioco, si sono approcciati con religioso rispetto alla Warpzone e ai suoi infiniti mondi. Niente stravolgimenti o revisioni. A parte il personaggio della principessa Peach, che da donzella in pericolo si è trasformata in volitiva guerriera. Un aggiornamento necessario e corretto in lnea con lo Zeitgeist dei blockbuster contemporanei. E il risultato è un frizzante film d’animazione pensato per mandare in sollucchero la fanbase, ma in grado di divertire pure chi non ha mai visto una console in vita sua e i funghi è solito associarli al risotto, o al limite alla psichedelia, e non alla Nintendo.

Super Mario Bros, tra funghi senzienti e tartarughe parlanti

È un bel cimento realizzare un film le cui battute principali del protagonista sono “Let's-a go!” (Si parte!) “Mamma mia”! It's-a me, Mario! (Sono io, Mario!) e il tormentone è “Grazie Mario, ma la tua principessa è in un altro castello”. Si rischia di produrre un esangue e tristanzuolo simulacro non giocabile  di un videogame passato alla Storia. Ma Illumination, lo studio che ha creato  alcuni dei lungometraggi d'animazione più amati dell'ultimo decennio, tra cui Sing e Pets- Vita da animali, e le saghe di Cattivissimo me e Minions. la sa lunga. Con certosina perizia ha attinto alle molteplici e differenti avventure videoludiche incentrate sull’idraulico per creare un cocktail complesso e corroborante. Gli appassionati si baloccheranno a scovare gli easter egg e gli omaggi: da Luigi in versione Ghostbusters all’impareggiabile costume Tanooki sino all’iconica pista arcobaleno. Gli altri spettatori potranno divertirsi per 90 minuti viaggiando in un mondo popolato da funghi senzienti, tartarughe antropomorfe, gorilla con la cravatta e curiosi sfavillotti, ovvero esserini a forma di stella con uno strano senso dell’umorismo.

(from left) Mario (Chris Pratt) and Princess Peach (Anya Taylor-Joy) in Nintendo and Illumination’s The Super Mario Bros. Movie, directed by Aaron Horvath and Michael Jelenic.

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Da Thundertruck degli AC/DC a Take on me dei norvegesi a-ha, dagli Electric Light Orchestra a Bonnie Tyler, la colonna sonora di Super Mario Bros è una spumeggiante full immersion nei favolosi Eighties. Si sa, la musica stimola il ricordo almeno quanto le gocce di angostura esaltano il cocktail Manhattan. Ma qui, almeno nel prologo, siamo a Brooklyn. Sicché le note hanno un sapore più verace. Per cui dallo spot per promuovere l’attività idraulica dei due fratelli all’assolo al pianoforte del villan Bowser, che sotto la corazza di feroce tartaruga cela un romantico talento da sensibile musicista, la pellicola ci insegna che si va avanti a tentativi. Nella vita, come nei videogame. Nessuno ci riesce la prima volta, sia che si tratti della versione arcade in 8 bit sia di un sofisticatissimo gioco in realtà aumentata. E in fondo per questo tipo di cinema valgono le stesse regole di uno scanzonato platform game, ovvero divertirsi. Con le  voci di Chris Pratt (doppiato in italiano da Claudio Santamaria), Charlie Day, Jack Black, Ana Taylor Joy, si scivola dolcemente tra punti di domanda e potenziamenti, tra Toas a Donkey Kong, con il sollievo che sullo schermo c’è sempre una seconda possibilità. Per tutti,  funghetti compresi.

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