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Delta, tutto quello che c’è da sapere sul film con Alessandro Borghi e Luigi Lo Cascio

Cinema

Dopo essere stato presentato in anteprima al 75esimo Festival di Locarno, arriva al cinema, a partire dal 23 marzo, il lungometraggio diretto da Michele Vannucci ambientato tra le nebbie del Delta del Po

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Delta, Il film  firmato  da Michele Vannucci, dopo la presentazione al Locarno film Festival arriva nelle sale cinematografiche da giovedì 23 marzo

Ambientato nel suggestivo e brumoso scenario del Delta del Po, il lungometraggio mette in scena l'eterno conflto  tra bracconieri e pescatori. Osso (Luigi Lo Cascio) vuole difendere il fiume dalla pesca indiscriminata della famiglia Florian, in fuga dal Danubio. Insieme ai Florian c’è Elia (Alessandro Borghi), che in quei luoghi  c'è nato. Sopraffatti dalla violenza cieca e dal desiderio  di vendetta, i due uomini si affronteranno tra le nebbie del Delta. Una sfida che porterà alla luce la loro autentica natura. Tra emozioni e colpi di scenna un  duello in cui nessuno dei due contendenti risulterà un eroe. Fanno parte del cast anche Emilia Scarpati Fanetti, Greta Esposito, Marius Bizau, Denis Fasolo e Sergio Romano. Casting di Manuela De Santis e Sara Casani.

Delta, il poster del film con Alessandro Borghi e Luigi Lo Cascio

Delta, le parole di Alessandro Borghi e Luigi Lo Cascio

 

A proposito del film, Alessandro Borghi, che interpreta Elia,  ha dichiarato: "Delta è un film che porto nel cuore perché racconta una storia sincera. Non molliamo, continuiamo a raccontare storie, senza algoritmi, senza influencer, senza musiche da botteghino. Il cinema merita di poter essere difficile, merita di non essere per tutti, perché quello che è per tutti è mediocre, per forza".  L’altro protagonista del lungometraggio è Luigi Lo Cascio. L’attore palermitano, che per l’occasione sfoggia un perfetto accento del Nord Italia, ha aggiunto:

"Per questo ruolo era necessario non prepararsi, altrimenti avrei riprodotto qualcosa che già conoscevo. Quando ho letto la sceneggiatura ne sono rimasto talmente affascinato che ho incontrato il regista per dirgli che non credevo di essere capace di interpretare Osso. La sceneggiatura è molto sottile, il mio personaggio si occupa di controllare l'equilibrio tra terra e acqua, fa la guardia ecologica perché nella regione del delta c'è il reale rischio di essere sommersi da un momento all'altro".

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Vivevo a Bologna. Storie di pescatori e terre selvagge arrivavano in città come leggende. Nel libro di Paolo Rumiz, “Morimondo”, diario di un viaggio lungo il fiume, mi sono imbattuto in una testimonianza di quelli che allora venivano chiamati “i pirati del Po”: pescatori di frodo stranieri avvistati lungo gli argini, come fantasmi. Così, per due anni, ho esplorato il grande fiume, conosciuto i suoi abitanti. In quelle terre in cui la piena è ancora un mistero da temere, è cresciuta in me la voglia di riscoprire un immaginario e raccontarlo attraverso un film di genere: un western fluviale, un conflitto contemporaneo tra comunità di indigeni e forestieri, in lotta lungo la frontiera.

Vengo dal cinema del reale e il mio modo di raccontare passa attraverso l’incontro. Sento il cinema come un’arte sociale, come un modo per creare un rapporto tra me e i testimoni di una storia. Così, in questi anni, il delta è diventato la mia seconda casa, fino a sentirmi figlio adottivo di quelle terre. Del fiume volevo mostrare i suoi mondi sommersi, che solo dall’acqua è possibile osservare. I paesaggi abbandonati delle sue sponde e la vita nascosta che continua a resistere.

Ho registrato ore di interviste, raccolto video, repertori, foto, racconti. Insieme a Matteo Vieille, direttore della fotografia del film, abbiamo realizzato un reportage fotografico. Ritratti, paesaggi, appunti di viaggio da cui abbiamo creato il racconto visivo del film. Delta è un racconto che cerca di portare la realtà un passo in avanti, creando un immaginario. Un ascolto immaginifico di vite che non sono la mia per poter rispondere ad alcune domande che, invece, mi appartengono nel profondo: qual è il limite di sopportazione prima di reagire alla violenza? Cosa lascia, la violenza, nell’anima di chi la compie? E quando il non agire ci rende complici? Il film nasce dall’incontro tra queste domande e le testimonianze raccolte lungo gli argini. Storie di solitudini e vite selvagge; racconti di banditi e sceriffi. Personaggi iconici o vite ordinarie travolte dalla furia del fiume.

Dopo anni passati tra le periferie romane per realizzare il mio primo film, Il più grande sogno, ho ritrovato in questa provincia del nord quello stesso desiderio di auto-organizzarsi per creare un mondo in cui poter essere migliori del proprio destino. Le guardie ittiche volontarie sono un’organizzazione di cittadinanza attiva creata per tutelare il fiume. Per una manciata di anni li ho seguiti mentre, dopo aver lottato contro gli sversamenti industriali, cercavano di fermare la pesca di frodo. Affamati di giustizia, chiedevano il rispetto del fiume. Le acque un tempo gonfie di pesce ormai erano vuote. La notte, nel freddo, li seguivo incredulo nelle loro ronde di avvistamento. A volte la frustrazione scatenava la rabbia perfino nei più pacifici tra loro. Vivevano la frontiera, il loro limite di sopportazione, e io li seguivo, cercando di capire quale fosse il mio.

Fin dall’inizio ho pensato a Delta come a un film d’azione dalle forti implicazioni sociali. Una caccia all’uomo in cui i due protagonisti, Elia e Osso, sono entrambi carnefice e vittima di un conflitto che li sovrasta. Due identità in fuga, ciascuna in lotta con il proprio fantasma, che scoprono nel loro duello una irriducibile parte che li accomuna. Qualcosa di così terrificante, eppure così umana. Ho pensato Delta come un racconto popolare, un viaggio lungo il fiume che porta a un cuore di tenebra italiano. Seguendo quest’emozione senza giudicarla, il film racconta cosa rimane nelle vite dei protagonisti una volta posseduti dalla violenza. La follia, l'annichilimento, il vivere estranei a se stessi. Uomini e donne in cerca di un futuro migliore, irrimediabilmente persi nella nebbia, in lotta per non soccombere ai propri istinti.

 

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