
Dalle mancate vittorie di Scorsese a “Shakespeare in love”, gli Oscar più controversi
La storia degli Academy Awards è segnata anche da assegnazioni e mancate assegnazioni che, a distanza di anni, continuano a fare storcere il naso a cinefili ed esperti. Tra queste: le statuette mai vinte da Al Pacino per "Il Padrino", quella portata a casa da Roman Polanski per "Il Pianista" e quella di Rami Malek per la sua interpretazione di Freddy Mercury in "Bohemian Rapsody". Ecco alcune tra le scelte più contestate nella storia della premiazione

I due Oscar mai vinti da Al Pacino per Il Padrino, la vittoria inaspettata di Shakespeare in Love come film dell'anno, quella di Polanski per la regia de Il Pianista, giudicata moralmente poco appropriata. E poi le statuette mancate per Quei bravi ragazzi e Toro scatenato di Scorsese, ma anche Rami Malek nei panni di Freddy Mercury che vince come Miglior Attore Protagonista. La storia degli Academy Awards è segnata anche da premi che, ad anni di distanza, ancora fanno storcere il naso
OSCAR 2023, SEGUI LA DIRETTA
2022 - Più che una statuetta immeritata, una delle più controverse è quella che Will Smith ha portato a casa lo scorso anno per la sua performance in Una famiglia vincente - King Richard. L’attore è stato scelto come Miglior Attore Protagonista e il premio è stato annunciato pochissimi minuti dopo lo schiaffo tirato sul palco a Chris Rock, presentatore della cerimonia, colpevole di aver fatto una battuta sull’alopecia della moglie, Jada Pinkett Smith. L’Oscar non gli è mai stato revocato, ma Smith non potrà più partecipare alla cerimonia per 10 anni
Oscar 2023, i look più belli
2019 – Al centro della bufera per l’assegnazione dei premi 2019 è Bohemian Rapsody, biopic sulla vita di Freddy Mercury, interpretato da Rami Malek. Fu proprio lui a tornare a casa con il premio come Miglior Attore Protagonista, nonostante la critica fosse divisa sia sul film in sé che sulla sua performance. L’Oscar, secondo molti, sarebbe dovuto essere di Bradley Cooper (A Star is Born) o di Christian Bale (L’uomo nell’ombra)
Oscar 2023, Miglior Film: le nomination. FOTO
2006 – Nel 2006 il film in pole position per vincere come il migliore dell’anno era sicuramente I segreti di Brokeback Mountain. La storia d’amore consumata tra Jake Gyllenhaal e Heath Ledger tra i monti del Wyoming, con la regia di Ang Lee, aveva stravinto in tutte le competizioni che anticipano gli Oscar, a partire dai Golden Globe. Alla fine perse contro Crash di Paul Haggis, tra le voci di chi accusava gli Academy di omofobia
Oscar 2023, le nomination come Miglior Attrice Protagonista. FOTO
2003 – Tra gli Oscar vinti da Il pianista nel 2003 c’è anche quello per la Miglior Regia. Le polemiche scoppiate dopo la vittoria non hanno a che fare tanto con le qualità del film, quanto più per l’uomo che era dietro la cinepresa: Roman Polanski
Scopri quanto sei preparato sugli Academy Awards. IL QUIZ
Era il 1977 – 26 anni prima della vittoria – quando il regista polacco veniva giudicato colpevole per violenza sessuale ai danni di una minorenne. Dopo aver trascorso 42 giorni in prigione, scappò via dagli Stati Uniti: Polanski aveva ormai capito che il giudice del caso non avrebbe accettato il suo piano di patteggiamento. Sarà rimosso dai membri dell’Academy soltanto nel 2018, sull’onda del movimento Me Too
Oscar 2023, Miglior Attore Protagonista: tutti i candidati. FOTO
1999 – Era il 1999 e Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg era dato da tutti come il mega favorito per l’ambita statuetta di Miglior Film dell’anno, forte anche delle 11 categorie in cui era stato nominato. Alla fine, l’Oscar andò a Shakespeare in Love, con la regia di John Madden
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di spettacolo
Ancora oggi se ne discute: l’edizione di quell’anno è considerata dai cinefili di tutto il mondo come uno scandalo per l’assegnazione del premio. A rendere tutto più opaco fu l’agguerrita campagna mediatica pro-Oscar messa in campo da Harvey Weinstein, fondatore di Miramax, la casa cinematografica che produsse Shakespeare in love

Sempre per Shakespeare in love, Gwyneth Paltrow vinse come Miglior Attrice Protagonista. L’attrice la spuntò in mezzo a nomi come quello di Meryl Streep, candidata per La voce dell’amore e la storica nomination conquistata dalla brasiliana Fernanda Montenegro per Central station. Col senno di poi, sulla vittoria di Paltrow ci sono ancora più ombre: nel 2016 dichiarò di essere stata molestata da Weinstein

1995 – Quasi 30 anni dopo, c’è chi non ha ancora accettato la vittoria, nel 1995, di Forrest Gump come Miglior Film. La competizione era agguerrita: in lizza c’erano anche Pulp Fiction e Le ali della libertà. Secondo molti era la pellicola di Tarantino a meritarsi davvero il titolo di migliore dell’anno, perché tecnicamente più precisa ed elaborata di quella di Robert Zemeckis con Tom Hanks protagonista, che invece – seppur riconosciuta indubbiamente come un’ottima produzione – puntava di più sull’emotività

1991 – Tra i film che si sfidavano per il titolo di miglior pellicola nel 1991 c’erano Balla coi lupi e Quei bravi ragazzi. I rispettivi registi, Kevin Costner e Martin Scorsese, erano in competizione anche per la miglior regia. La spuntarono in entrambe le categorie Costner e il suo Balla coi lupi. Scorsese, ai tempi, non era ancora riuscito a portare a casa un premio. Per molti, quell’anno, avrebbe dovuto farlo con Quei bravi ragazzi

1983 – Agli Academy Awards del 1983 Steven Spielberg si presenta candidato come miglior regista per E.T, in gara anche in altre otto categorie, tra cui Miglior Film. La pellicola vincerà per la colonna sonora, gli effetti speciali, il sound e il montaggio sonoro. A spuntarla come film dell’anno fu Ghandi, di Richard Attenborough. La mancata vittoria di Spielberg per il cult sull’alieno più famoso nella storia del cinema non è ancora andata giù a tutti

1981 – La storia degli Oscar è lastricata di statuette per miglior film che critici e cinefili considerano ancora oggi “rubate” a Scorsese. Tra queste c’è anche quella che, nel 1981, andò a Gente comune, esordio alla regia per Robert Redford, invece che a Toro scatenato. Se Scorsese avesse dovuto perdere, pensano in molti, avrebbe dovuto farlo almeno contro The Elephant Man di David Lynch

1973-1975 – Al Pacino, Robert Duvall e James Caan nel 1973 si sfidavano per l’Oscar da Miglior Attore Non Protagonista. Tutti avevano recitato in quella che sarebbe diventata una pietra miliare del cinema: Il Padrino. Fu invece premiato Joel Grey per il suo ruolo in Cabaret, di Francis Ford Coppola. Fu un’edizione segnata da molte polemiche

Al Pacino non si presentò nemmeno alla premiazione, indispettito dalla nomination per non protagonista invece che protagonista, in cui fu candidato Marlon Brando, che tra l’altro vinse l’Oscar ma lo rifiutò come segno di protesta per “il trattamento che il cinema riservava agli indigeni americani. Due anni dopo, nel 1975, Al Pacino rientra nella categoria principale, sempre nei panni del Corleone, per Il Padrino Parte 2. Nemmeno questa volta tornerà a casa vittorioso: l’Oscar è di Art Carney, per Harry e Tonto
Oscar, il red carpet cambia colore e diventa champagne