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M3GAN, tutto quello che c'è da sapere sul film horror di cui tutti parlano

Cinema

Manuel Santangelo

©Webphoto

Costato pochissimo, questo horror dotato di massicce dosi di macabro umorismo sta conquistando l’America e il mondo. Parte del merito di un tale exploit va tuttavia anche a una campagna marketing decisamente pervasiva, che ha reso M3GAN un’icona prima ancora dell’effettivo approdo in sala. Vediamo ora cosa rende l’ennesimo prodotto uscito fuori dalla prolifica factory Blumhouse tanto speciale

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Immaginate HAL 9000 di Odissea nello Spazio finire nel corpo di una bambola assassina come Chucky. Combinare la nostra paura delle intelligenze artificiali con quella per certi pupazzi che non vorremmo mai prendessero iniziative proprie. La ricetta alla base di M3GAN, l’ultima creatura della factory Blumhouse, è tanto semplice quanto efficace, almeno a dare retta al botteghino statunitense. La pellicola arrivata alle nostre latitudini il 12 gennaio è diventata infatti in fretta un autentico caso negli States, dove ha totalizzato 30 milioni di dollari di incasso nel solo primo weekend di apertura, piazzandosi in classifica dietro solo all’irraggiungibile kolossal Avatar 2. Peccato che, rispetto al film di James Cameron, M3GAN abbia un budget davvero ridicolo (con cui al massimo il regista di Titanic avrebbe pagato il catering).

Un apostrofo rosa tra Annabelle e Terminator

“Minima spesa, massima resa”. Questo è il motto della coppia formata da Jason Blum e James Wan, che torna con questa pellicola a collaborare dopo il fortunato Insidous. Wan è anche autore del soggetto di M3GAN che, va detto, non è esattamente il più originale del mondo: un’esperta di robotica (Allison Williams) si ritrova a dover fare da tutrice alla nipotina di otto anni, diventata improvvisamente orfana. Data la sua incapacità di prendersi cura della bambina, decide quindi di costruire un androide con un compito ben chiaro in mente: assicurarsi che la piccola Cady sia sempre al sicuro. L’idea non sarebbe nemmeno male, tanto che si pensa addirittura di commercializzare M3GAN (o, se preferite, “Model 3 Generative Android”). Peccato solo che la nostra Chucky ballerina prenda un po’ troppo seriamente al sua missione, arrivando a trasformarsi in una macchina della morte che neanche C-17 e C-18 in Dragon Ball pur di salvare la sua amica. Dimenticatevi del tenero David protagonista dello spilberghiano AI: Intelligenza Artificiale. M3GAN non ha nulla in comune con un innocente Pinocchio hi-tech, è piuttosto un letale incrocio tra “Annabelle e Terminator”. La definizione è di James Wan che, sviluppando il soggetto di questa idea, ha potuto sfogare una delle sue passioni: quella per le bambole assassine, che affollano in un modo o nell’altro tutta la sua filmografia dalla già citata Annabelle fino a Saw e alla marionetta di Dead Silence.

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Come fossi una bambola

Ad aiutare Wan nella stesura del soggetto è stata la sceneggiatrice Akela Cooper, che si è occupata anche dello script. Per lei il mondo delle bambole assassine era decisamente più nuovo da esplorare, come ha rivelato a Deadline: “Nei miei precedenti film le bambole non uccidono. Mi sono detta, facciamo un film di bambole killer per una nuova generazione che non è cresciuta come noi con Chucky”. Cooper ha poi rivelato che la pellicola in fase di scrittura doveva essere ben più cruenta, “il numero di vittime nello script era molto più alto rispetto al film”, lasciando aperta la possibilità che presto venga distribuita una versione del film senza censura. Va tuttavia fatto notare che la scelta di non eccedere nei momenti gore e di horror puro sembra stia pagando, visto che la critica sta amando M3GAN soprattutto per la sua capacità di mixare la paura a una pesante dose di black humor. Probabilmente sul tono del film influisce anche la mano del regista, il neozelandese Gerard Johnstone, già dietro la commedia horror del 2014 Housebound. Il Guardian ha definito il film “sfacciatamente divertente”, perdonando alla pellicola tutti i suoi difetti. Ha fatto esattamente lo stesso pure la rivista cinematografica Empire: “È plausibile? Non particolarmente. Quando l’umanità raggiungerà il traguardo epocale di avere una intelligenza artificiale autocosciente, probabilmente non avverrà nello scantinato di una persona che vende Furby per campare. L’idea attira, comunque? Potete scommetterci”, si legge nella recensione di Al Horner.

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L’horror con un tocco di sci-fi

Alcune piccole imperfezioni non devono ad ogni modo far allontanare da un prodotto di intrattenimento che come tale funziona a dovere. Come evidenzia il Guardian, sotto la patina dell’horror venato di commedia, si nascondono poi riflessioni anche su temi più profondi: si va dalla nostra incapacità di gestire il processo tecnologico alla altrettanto cronica problematicità che si vive quando ci si ritrova a doversi prendere cura di un’altra persona. M3GAN, dando un'allure fantascientifica al tutto, regala una ventata di aria fresca a un filone dove fino a questo momento quasi tutti i pupazzi assassini venivano mossi da poteri paranormali. M3GAN no, il biondo androide è un prodotto della mente umana e forse proprio per questo inquieta di più, anche se il grosso del film è ambientato in piena luce.

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Il successo di un film-meme

Va tuttavia fatto notare che buona parte del successo della pellicola è forse da imputare a una pervasiva e riuscitissima campagna promozionale, sviluppatasi soprattutto a mezzo social. Kate Knibbs ha definito su Wired M3GAN “un film meme” ed è obiettivamente difficile darle torto. Il balletto di M3GAN ha invaso internet ben prima dell’uscita nelle sale americane il 4 gennaio. La bambola è diventata un’icona senza nemmeno dover apparire effettivamente sullo schermo: è bastato il trailer un po’ kitsch uscito a ottobre per far spopolare il malefico robottino su TikTok e nelle feste di Halloween. Anche su Twitter tutti hanno visto i video in cui una serie di M3GAN ballano in luoghi iconici come l’Empire State Building o la metropolitana di New York, avendo una prima idea di cosa fosse quel personaggio prima ancora di andare in sala. Oggi persino i vip amano M3GAN, a partire dalla quasi omonima rapper Megan Thee Stallion: ”Non voglio essere di parte, ma questo film è stato fatto per me. Sarò la prima in fila al cinema, M3gan”. La sensazione è che il macabro ballo della morte con cui abbiamo conosciuto la crudele bambolina continuerà ancora a lungo. La musica è ben lontana dal fermarsi e M3GAN non ha certo intenzione di farlo. La possibilità di un prossimo sequel non è neanche quotata.

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