Nel 2022 il 60% degli italiani non è andato mai al cinema. Cosa fare per cambiare le cose?

Cinema

Manuel Santangelo

©IPA/Fotogramma

Nell’anno in corso più della metà della popolazione italiana non ha messo piede in un cinema. Il dato alquanto allarmante è contenuto nel report Swg per il Ministero della Cultura, presentato a Venezia nei giorni del Festival. Le sale sono in difficoltà ma c’è un piccolo spiraglio di luce: la metà degli italiani afferma che gli piacerebbe frequentare di più i cinema

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Italiani, popolo di santi, di poeti e di navigatori ma non di spettatori cinematografici. Questo in estrema sintesi il riassunto delle 46 pagine che fanno parte del report Swg per il Ministero della Cultura presentato dalla sottosegretaria Lucia Borgonzoni. Il 60% degli italiani ha disertato la sala cinematografica. La sensazione è che la sempre più grande disponibilità di film sulle piattaforme di streaming abbia aiutato un disamore per il grande schermo ma sarebbe ingenuo credere che sia solo questo ad aver influito su certe cifre. Bisogna rendere il cinema di nuovo attraente, attraverso sconti e sale più comode ma anche proponendo un’offerta di film migliore e pubblicizzata meglio.

Vengo anch’io, perché no?

 

La speranza in un quadro abbastanza sconfortante è rappresentata da un 51% di persone che si dicono intenzionate a frequentare di più i cinema. Chiaramente sul crollo dell’affluenza nel 2022 influisce la pandemia e le restrizioni che hanno reso inevitabilmente monca l’esperienza cinematografica. Sarebbe tuttavia sbagliato cercare alibi o illudersi che il ritorno alla normalità riempirà automaticamente di nuovo le sale. Quello che sta accadendo è in realtà il frutto di una crisi in atto da anni, dovuta anche a sbagli del sistema cinema italiano tout-court.

Venezia, 79th Venice Film Festival 2022, Red Carpet film : Il signore delle formiche
Pictured : Sara Serraiocco, Gianni Amelio

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Prima di fare il cinema italiano vanno fatti gli (spettatori) italiani

 

Sicuramente uno degli errori più marchiani commessi in questi anni è stato incentivare una sovrapproduzione di pellicole per cui non c’è né pubblico né sufficiente spazio all’interno delle programmazioni. Ogni anno il nostro Paese produce più di un centinaio di film, la maggior parte di fatto “invisibili” e destinati a scomparire dopo pochi giorni passati al cinema senza alcuna valorizzazione.

Se è vero che i gestori delle sale lamentano un 60% di incassi in meno, la cifra sale addirittura al 70% quando in programmazione ci sono opere nostrane. Solo 7 film italiani hanno superato il milione nel 2022 e nessuno di questi è arrivato nella top ten degli incassi. Il cinema italiano è legato agli eventi (il film di Checco Zalone, fino a qualche anno fa i cinepanettoni) o a quella nicchia di appassionati al cinema d’autore. Per migliorare le cose forse sarebbe necessario investire anche sull’informazione cinematografica, creando nuovi spazi per parlare di cinema con cognizione di causa. Se non si spinge in questo senso, il rischio è che si finisca per trasformare anche le più importanti kermesse internazionali in delle sfilate di vip o presunti tali, in cui la gente è più interessata all’outfit della star che alla pellicola che quest’ultima è venuta a presentare. Si può amare il cinema se si hanno gli strumenti per farlo, se si ha avuto un’educazione filmica che riesca a far apprezzare la proposta più popolare e quella più d’autore, o quantomeno una delle due.

Oggi è difficile che si parli anche in strada di un film. Accade paradossalmente di più con le serie che giocoforza hanno una struttura che le obbliga quasi a essere più stratificate per sopravvivere.

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Creare un’esperienza unica

 

Bisogna far riacquistare valore alla visione cinematografica, proponendo storie migliori ma anche ambienti che possano aiutare una miglior fruizione. Il cinema deve prosperare nelle sale e tornare ad essere esperienza unica, con comfort maggiori e strumentazioni che siano garanzia di un arricchimento non replicabile in altro luogo.

Azioni meritorie per riportare la gente ad ammirare il grande schermo vengono proposte ma spesso non hanno neanche loro la giusta promozione. Cinema in festa permetterà per esempio già a settembre di andare in determinate giornate in più di 2000 sale al prezzo di 3 euro e cinquanta ma bisogna dare risalto all’iniziativa e stare attenti che in quei giorni nei cinema si proponga un cartellone composito, in grado di dare soddisfazione i più diversi palati. È vero, la pandemia ha prodotto danni irreparabili alle sale cinematografiche. Il cinema italiano è ancora malato ma il vaccino, la cura che può salvarlo, è quel 51% di persone che vogliono tornare a fruirne nella maniera più completa possibile. Non disperdiamo ancora questo capitale.

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