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Marilyn Monroe, l’intervista impossibile in un libro di Bruna Magi dedicato alla diva

Cinema

Paolo Nizza

Pubblicato da Bietti Edizioni, il volume immagina una videochiamata con la grande attrice scomparsa, a 36 anni, il 5 agosto del 1962. 

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Marilyn Monroe se ne è andata il 5 agosto del 1962. Aveva 36 anni. Per qualcuno si è suicidata, con un’overdose di luminal, il barbiturico che ha dato il titolo a un romanzo di Isabella Santacroce. Per altri si è trattato di un omicidio, perché la star minacciava di raccontare la verità sulle tresche di John e Bob Kennedy. A 60 anni dalla morte di Marilyn, ancora non sappiamo la verità. Secondo il filosofo Edgar Morin, la dipartita di Miss Monroe fu “il rintocco funebre dello Star System”. Ma Marilyn sarà una stella che brillerà per sempre. In fondo quando osserviamo il cielo, guardiamo il passato. Non a caso la Mostra del cinema di Venezia, quest’anno rende omaggio alla diva con Blonde, il biopic scandaloso con Ana De Armas. Tuttavia fra la ridda di tributi riservati a Norma Jeane Mortenson Baker,  si distingue Marilynl'intervista impossibile, scritto da Bruna Magi e pubblicato da Bietti Fotogrammi, collana diretta e curata dalla vulcanica e talentuosa  Ilaria Floreano. L’autrice ha letto biografie, articoli, cronache del tempo e non, romanzi dedicati alla diva. Ha visto film, documentari, servizi televisivi. E ne ha scritto. Ma Bruna conosce pure le parole di Charles Baudelaire, ovvero, Chi guarda stando fuori da una finestra aperta non vede mai tante cose quanto colui che guarda una finestra chiusa.” Sicché parimenti al poeta francese, Magi sceglie di mandare l’immaginazione al potere. Ispirata da un’altra grande del Novecento, Oriana Fallaci, che tentò a lungo di intervistare Marilyn senza mai riuscirci, Bruna si inventa una videochiamata con Marilyn. Un colloquio in un universo etereo e parallelo. Una diva intervistata in un limbo. E il risultato è il ritratto dolente ed emozionante di una donna ironica, intelligente e consapevole, lontana anni luce dalla corriva immagine della giuliva bambola di celluloide a cui sovente l’attrice viene associata.  Insomma, il libro di Bruna è una sorta di “poesia in forma di rosa" come avrebbe detto Pier Paolo Pasolini

Marilyn Monroe, tra i Kennedy, Playboy e Arthur Miller 

Dalla “Bambina che vide uccidere il suo cagnolino” alla “Moglie ragazzina”, dall’arrivo dei fratelli Kennedy all’ultima notte, da Joe di Maggio ad Arthur Miller, il testo di Magi è un florilegio di ricordi, amori, fantasie, dolori e fotogrammi. Pagina dopo pagina, Marilyn Monroe si materializza abbarbicata su stilose decolleté dai tacchi vertiginosi a una fermata d’autobus, mentre gli uomini preferiscono le bionde e magari A qualcuno piace caldo. Eppure, in punta di piedi, con stile e rispetto, le parole dell’autrice liberano Marilyn dalle manette di peluche rosa della Bimbo perduta in un perpetuo “grazie e stragrazie". La star non è più soltanto la civettuola Angela Phinlay che sogna i tropici e un costume da bagno à la pagein Giungla d’asfalto. E neanche semplicemente la ragazza che nel 1953 posò nuda per il primo numero della rivista Playboy per una copertina destinata a diventare epocale. Dall’infanzia complessa e tormentata, all’incontro con Anna Magnani ai David Di Donatello, dall’amore per le rose bianche al flirt con Frank Sinatra, dalle maternità mancate alle presunte liaison saffiche con Marlene Dietrich, Barbara Stanwick, Joan Crawford, il volume pubblicato da Bietti ricostruisce con perizia tutta la complessità dell’attrice più famosa al mondo.

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Nel leggere “Marilyn - L’intervista impossibile”, si palesano abbacinanti le scene di Gli Spostati di John Huston, l’ultimo film completo girato dalla Monroe. Gli spazi sconfinati del Montana risultano il contraltare di una pellicola che fu l’ultima interpretata da Clark Gable e una delle ultime lavori di Montgomery Clift. Ma quando una cosa finisce poi ricomincia, diceva Marlon Brano in L’ultimo Tango a Parigi. E se Bruna Magi alla fine auspica in paradiso la Réunion tra la Monroe e Tippy, il suo primo cagnolino che le venne regalato dal padre adottivo Albert Wayne Bolender quando era ancora una bambina, la speranza è che Marilyn non sia ricordata solo come “il più famoso oggetto erotico del secolo breve”. E perché ciò accada basta citare la battuta che proprio in Gli Spostati, l’attrice rivolge a Eli Walach che si lamenta del fatto che moglie,  morta di recente, non sapesse ballare: “Non si arrabbi, volevo dire che se l'amava poteva insegnarle qualunque cosa. Perché tutti stiamo morendo, ogni minuto ci avviciniamo alla morte, eppure non ci insegniamo a vicenda quello che sappiamo!"

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