Il nuovo film di animazione è stato bandito in diversi Paesi per via di una scena omosessuale. In alcune parti del sud-est asiatico e del Medio Oriente la scena che presenta un bacio tra due donne ha fatto propendere categoricamente la censura per il no. Gli Emirati Arabi Uniti l’hanno bloccato, mentre Indonesia e Malesia stanno valutando le restrizioni. A Singapore si dovranno avere 16 anni per vedere il film
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Lightyear - La vera storia di Buzz, l’attesissimo film spin-off sull’omonimo personaggio di Toy Story (il ranger spaziale Buzz Lightyear), non uscirà in diversi Paesi a causa della presenza di un bacio gay. In alcune parti del sud-est asiatico e del Medio Oriente la scena che presenta un bacio tra due donne ha fatto propendere categoricamente la censura per il no. Gli Emirati Arabi Uniti l’hanno bloccato, mentre Indonesia e Malesia stanno valutando le restrizioni.
Quel gesto omosessuale ha fatto quindi subire un contraccolpo alla pellicola in molti Paesi musulmani, cosa che probabilmente la produzione si aspettava, dati i numerosi precedenti.
Lightyear sarebbe dovuto uscire in tutto il globo proprio questa settimana.
Blocchi, divieti e restrizioni
Gli Emirati Arabi Uniti hanno bandito Lightyear dalle proiezioni pubbliche mentre la Malesia ha chiesto alla Disney di tagliare diverse scene del film prima che possa essere proiettato nei cinema locali, secondo i funzionari dei Paesi a maggioranza musulmana. Lo riporta il giornalista Mike Ives sul New York Times.
In Indonesia, la nazione con la più grande popolazione musulmana del mondo, ieri (mercoledì 15 giugno) il presidente del Film Censorship Board ha dichiarato al New York Times che la scena del bacio potrebbe potenzialmente violare una legge che vieta i film che mostrano quelli che loro definiscono come “comportamenti sessuali devianti".
“Il Film Censorship Board non vuole essere trascinato nel vortice del dibattito sui pro LGBT contro gli anti-LGBT", ha affermato il presidente, Rommy Fibri. "Ma quella scena del bacio è delicata”, aggiunge intervistato dal NYT.
La Disney, invece, “non ha risposto alle ripetute richieste di commento”, sottolinea Mike Ives del New York Times.
Per la compagnia cinematografica si tratta di un contraccolpo internazionale, un brutto sgambetto al loro film Lightyear, oltre a “un nuovo mal di testa per le pubbliche relazioni per la Disney, la cui crescente volontà di difendere pubblicamente la comunità LGBTQ ne ha fatto un parafulmine culturale alquanto improbabile negli Stati Uniti”, aggiunge Ives.
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Il film
Lightyear è stato creato dalla Pixar Animation Studios e diretto da Angus MacLane per la Disney, che l’ha descritto come la "storia delle origini definitive" del personaggio di Buzz Lightyear. Costui è il mitico ranger spaziale che è comparso per la prima volta nel film del 1995 Toy Story e in diversi sequel.
Lightyear è incentrato sull'amicizia tra Buzz (doppiato da Chris Evans nella versione originale) e un'altra ranger spaziale, Alisha Hawthorne (doppiata da Uzo Aduba). Alisha è sposata con una donna e in una scena saluta la moglie con un bacio.
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Le pressioni dei dipendenti LGBTQ
L'amministratore delegato della Disney, Bob Chapek, all’inizio dell’anno ha subito forti pressioni da parte di parecchi dipendenti dell’azienda. I dipendenti LGBTQ e i loro sostenitori si sono lamentati del fatto che la Disney non abbia cercato di contrastare in maniera energica la cosiddetta legge “Don’t Say Gay”, ossia la proposta di legge della Florida (diventata poi legge) che vieta di affrontare temi di orientamento sessuale e identità di genere da parte di insegnanti ed educatori nelle scuole pubbliche fino alla terza elementare. Tale legge ha portato a proteste di attivisti, politici, studenti e della stessa Casa Bianca. Tuttavia, nonostante le rimostranze dello stesso Presidente Biden, il disegno di legge è stato accettato e “Don't Say Gay” è diventata legge.
I dipendenti hanno recriminato alla Disney il fatto di non essersi opposta al quadro di legge, quando ancora era in fase di proposta, nonostante in Florida l'azienda abbia parecchia voce in capitolo, avendo proprio lì un enorme resort Disney World.
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La condanna della legge da parte della Disney
Dopo che il governatore della Florida, Ron DeSantis, ha firmato il disegno di legge alla fine di marzo, la Disney ha condannato pubblicamente la legge “Don’t Say Gay” e l’operato di DeSantis.
La Florida si è quindi indispettita e ha votato per revocare lo statuto fiscale speciale di Disney World, un privilegio che il parco a tema vicino a Orlando deteneva da più di mezzo secolo.
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Negli Emirati Arabi Uniti
Come riporta il New York Times, negli Emirati Arabi Uniti l'Ufficio di regolamentazione dei media del governo ha dichiarato questa settimana su Twitter che Lightyear non è stato autorizzato per le proiezioni nei cinema nazionali perché ha violato gli "standard dei contenuti multimediali" del Paese. Alle richieste di commento da parte della testata statunitense, non è ancora arrivata alcuna risposta.
In Malesia
In Malesia Lightyear potrà essere proiettato su Netflix ma il Film Censorship Board ha chiesto alla Disney di cambiare diverse scene, inclusa una “romantica”, prima che possa essere proiettato nei cinema, come è stato detto da un portavoce del ministero degli Affari interni.
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In Indonesia
In Indonesia il Film Censorship Board ha ribadito che i funzionari avevano già segnalato la scena del bacio alla Disney e stavano aspettando che la società inviasse il film completo, con i sottotitoli, per la revisione della censura. "Non stiamo dicendo che rifiutiamo il film", ha voluto specificare Rommy Fibri Hardiyanto, capo del Film Censorship Board. Ma un film con una scena di bacio omosessuale non passerebbe una revisione della censura in Indonesia a causa di una legge del 2019 che vieta i film con "attività sessuale volgare" o contenuto sessuale "deviante" o "irragionevole", ha aggiunto Rommy Fibri Hardiyanto.
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Le persecuzioni alla comunità LBTGQ nel mondo islamico
Le persone gay, lesbiche e transgender subiscono persecuzioni in tutto il mondo islamico. In Malesia la legislazione contro di loro è radicata nei tribunali religiosi. In Indonesia, dove quasi nove su 10 dei 270 milioni di persone del Paese sono musulmani, alcuni politici hanno cercato di associare membri della comunità LGTBQ a persone “immorali, malate e sovversive in relazione alla cultura indonesiana”, come riporta il NYT.
Molti Paesi non si sono ancora espressi
Il New York Times ha richiesto commenti a tanti Paesi del Medio Oriente, molti dei quali non hanno ancora risposto.
La società che distribuisce il film di Disney in Medio Oriente - che si chiama stranamente con il nome del nostro Paese, ossia Italia Film International - ha già promosso Lightyear sul proprio sito web ma per adesso non ha risposto alle richieste di commento del quotidiano americano.
Anche “le autorità di censura cinematografica in Arabia Saudita e Cina, un mercato importante per gli studi di Hollywood, non hanno risposto alle richieste di commento”, specifica Mike Ives.
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A Singapore età minima 16 anni
A Singapore la Infocomm Media Development Authority ha affermato in una dichiarazione rilasciata questa settimana che gli spettatori dovrebbero avere almeno 16 anni per vedere Lightyear. Il film è stato descritto come la "prima animazione commerciale per bambini a presentare rappresentazioni omosessuali palesi" e ha affermato che la Disney aveva rifiutato il suo suggerimento di rilasciare due versioni del film, inclusa una modificata per gli spettatori più giovani.
"Sebbene sia un eccellente film d'animazione ambientato nel contesto degli Stati Uniti, Singapore è una società diversificata in cui abbiamo sensibilità e punti di vista multipli", ha affermato Cheryl Ng, che presiede il panel di consultazione cinematografica dell'agenzia.