La famiglia dell’autore che nel 1983 scrisse un articolo sui 'Top Gun’, pezzo che ha ispirato il primo film, ha fatto causa alla Paramount con l'accusa di non aver ricomprato i diritti dell'articolo. Lui, scomparso nel 2021, si chiamava Ehud Yonay e ora la sua vedova e il figlio, Shosh ed Ehud Yonay (che vivono in Israele) sostengono nella loro causa che lo studio cinematografico non detiene più i diritti d'autore sulla storia ma che comunque ne abbia beneficiato
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Ci sono problemi con il sequel di “Top Gun”, lo spettacolare "Top Gun: Maverick" che sta entusiasmando il pubblico di tutto il mondo.
La famiglia dell’autore che nel 1983 scrisse un articolo sui 'Top Gun’, pezzo che ispirò il primo film, ha fatto causa alla Paramount con l'accusa di non aver ricomprato i diritti di quell'articolo.
Lui, scomparso nel 2021, si chiamava Ehud Yonay e ora la sua vedova e il figlio, Shosh ed Ehud Yonay (che vivono in Israele) sostengono nella loro causa che lo studio cinematografico non detiene più i diritti d'autore sulla sua storia pubblicata su una rivista all’inizio degli anni Ottanta ma che comunque ne stiano beneficiando. La rivista californiana su cui il pezzo giornalistico è uscito aveva come proprietario lo stesso Ehud Yonay, autore dell’articolo.
Nonostante non abbia ricomprato i diritti, la Paramount starebbe comunque beneficiando di quella storia con questo secondo atto del film capitanato da Tom Cruise, secondo ciò che sostengono gli accusatori.
Già uscito nei cinema di tutto il mondo, "Top Gun: Maverick" continua il mito raccontato nel 1986 ma non si sa se e per quanto potrà ancora farlo: è stato citato in tribunale lunedì 6 giugno.
L'accusa
Secondo i legali dell’accusa, la famiglia di Yonay aveva riacquisito i diritti nel 2020, mentre la lavorazione del sequel è andata avanti fino all'8 maggio 2021, più di un anno e mezzo dopo che i diritti sulla storia originale erano scaduti.Per adesso non si conosce l'ammontare del risarcimento richiesto da quella che si reputa essere la parte lesa, tuttavia è probabile che sia legato in percentuale agli incassi del film. Incassi strabilianti, dato che soltanto negli Stati Uniti la pellicola ha già raggiunto i 295 milioni di dollari…
Intanto gli eredi di Ehud Yonay hanno chiesto immediatamente il blocco della distribuzione sia di "Top Gun: Maverick" sia di qualsiasi altro lavoro legato al primo film.
Secondo The Hollywood Reporter, la Paramount si è difesa sostenendo che la lavorazione era "sufficientemente completata" prima che i diritti scadessero.
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L’articolo di Ehud Yonay
Sulla rivista californiana di Ehud Yonay l’editore (che era lui stesso) pubblicò nel 1983 una storia intitolata "Top Gun" in cui descriveva il mondo dei piloti di jet della scuola di addestramento per caccia "Top Gun" della US Navy.
Anni dopo, Yonay (nazionalità israeliana) diede alle stampe un libro su un'altra Air Force, ossia quella del suo Paese d'origine. Il libro è intitolato “NO MARGIN FOR ERROR: The Making of the Israeli Air Force".
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La causa
Al tribunale di Los Angeles la famiglia di Ehud Yonay ha dichiarato che lo studio cinematografico Paramount Pictures se ne starebbe fischiando della legge federale sul copyright, come riferisce Reuters.
La richiesta degli eredi consiste nel risarcimento danni e in un'ingiunzione contro la distribuzione del nuovo film. La causa è stata intentata in California per conto degli Yonay da Marc Toberoff, un avvocato specializzato in casi legati al copyright.
Ai sensi della Sezione 203 del Copyright Act, gli autori possono porre fine al trasferimento dei diritti d'autore dopo 35 anni. Sebbene alla Paramount siano stati concessi i diritti per il film originale, secondo la causa gli Yonay affermano di aver notificato allo studio nel 2018 che stava terminando il periodo dell'acquisizione della licenza e che i diritti d'autore sulla storia sarebbero tornati a loro nel 2020.
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Il ritardo della produzione del film causato dalla pandemia
La produzione di “Top Gun: Maverick" è cominciata nel 2018 e il film sarebbe dovuto uscire l'anno seguente, nel 2019. Tuttavia è stato posticipato a giugno 2020 perché le sequenze di volo hanno richiesto molto più lavoro di quello che i produttori credevano fosse necessario, come spiega il magazine statunitense Variety.
A complicare tutto è stata poi la pandemia di Covid, che ha causato un ulteriore slittamento di due anni.
Secondo la causa, il lavoro sul film non si sarebbe concluso fino a maggio 2021, data in cui i diritti erano già stati trasferiti agli eredi di Ehud Yonay da più di un anno.
"Queste affermazioni sono prive di fondamento e ci difenderemo vigorosamente", ha affermato dal canto suo la Paramount in una dichiarazione ufficiale.