La terza pellicola di Robert Eggers arriverà al cinema dal 21 aprile. Nell'attesa, in esclusiva sul sito di Sky TG24, la costumista Linda Muir ci svela come sono nati gli abiti di scena di scena indossati da Alexander Skarsgård, Nicole Kidman, Anya Taylor-Joy. Ethan Hawke, Claes Bang e Björk
Robert Eggers dirige The Northman, un'epica saga di vendetta vichinga, meticolosamente realizzata, con Alexander Skarsgård nei panni di Amleth, un principe norreno del X° secolo che fugge dalla sua terra natale dopo aver assistito ad un atto orribile, per tornare anni dopo come un agguerrito berserker determinato a vendicare la ferocia inflitta alla sua famiglia.
Con un cast corale, tra cui Nicole Kidman, Anya Taylor-Joy, Ethan Hawke, Claes Bang, Willem Dafoe e Björk, The Northman rivisita i miti norreni, le saghe islandesi e le leggende vichinghe attraverso l'attenzione di Eggers sull'arte e i dettagli autentici. La pellicola arriverà nelle sale cinematografiche italiane dal 21 aprile. Nell'attesa, un video, in esclusiva su Sky TG24 ci racconta come sono stati creati i meravigliosi costumi indossati dai protagonisti del film
The Northman, vestire i vichinghi
La costumista Linda Muir è stata incaricata di creare abiti per tre mondi cinematografici distinti in The Northman, che rappresentano culture e tradizioni diverse, e implicavano centinaia di comparse.
Il film ha segnato anche la sua prima esperienza nella progettazione di elmi ed armature. "Il gran numero di costumi è stata una sfida enorme", afferma la Muir. “Il nostro supervisore ai costumi ha stilato i numeri: 158 modelli dai quali abbiamo realizzato 918 capi principali cuciti a mano. Solo la regina Gudrún indossa 20 modelli dello stesso design, ognuno per scopi diversi”.
La Muir ha iniziato la sua ricerca esauriente sull'era Vichinga leggendo le Saghe degli Islandesi, un corpus di letteratura medievale che descrive le vite e le azioni degli uomini e delle donne norvegesi che si stabilirono per la prima volta in Islanda intorno all'anno 870. “Ma le saghe furono scritte 200 anni dopo il periodo su cui ci stavamo concentrando, cioè il X° secolo”, aggiunge la Muir. I costumi che voleva ricercare non esistevano.
Si è affidata alle lezioni online dell'autore e studioso vichingo Neil Price, per comprendere meglio la mentalità vichinga e il loro sistema di credenze, senza però riuscire ad avere molte informazioni sull'abbigliamento.
"Il grosso problema riguardo all'abbigliamento dell'età Vichinga è la mancanza di esemplari rimasti: ci sono frammenti, ma non un singolo indumento completo, tantomeno un intero vestito", afferma la costumista. “Inoltre, non ci sono resoconti scritti della vita quotidiana del periodo, poiché per altri 200 anni vigeva ancora una tradizione orale. Non esistono informazioni precise sui colori, lo stile e le tecniche di fabbricazione degli abiti”.
Dopo aver consultato libri sul taglio e il cucito di abiti altomedievali, ha setacciato siti online che disegnano e vendono vestiti a figuranti vichinghi. Tramite questa community, ha trovato tessitori per twill e lana per armature, oltre ad altri indumenti e accessori.
Ha visitato il British Museum per raccogliere altri dettagli medievali per poi rivolgersi a noleggi cinematografici a Londra, Roma e Madrid, dove ha trovato alcuni elementi da utilizzare sullo schermo. Per The Northman, la Muir ha dovuto realizzare da zero ogni capo, armature comprese.
Le sue ricerche hanno portato alla realizzazione di 120 costumi originali. Per gli abitanti dei villaggi slavi, schiavi baltici, lavoratori domestici e donne e uomini vichinghi di alto e basso rango ci sono voluti circa 750 indumenti maschili e 430 indumenti femminili.
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The Northman, tra cavalieri, regine e veggenti
La produzione era divisa in tre mondi cinematografici distinti, ognuno dei quali richiedeva costumi diversi in termini di ricchezza, rango e posizione sociale del personaggio. Il primo mondo, un regno insulare, necessitava di abiti vichinghi di alto rango adatti ai reali, oltre a cotta di maglia di ferro e armamentario per una squadra di assassini a cavallo.
Il secondo mondo, uno dei più elaborati del film in termini di gamma di design creati dalla Muir, è la Terra dei Rus, dove Amleth e i berserker fanno irruzione in un villaggio slavo in piena estate. Qui c’erano modelli con influenze dell'Europa orientale, come tuniche di lino, costumi da battaglia in pelliccia (compresi elaborati copricapi di animali), abiti sontuosamente ricamati per le donne del villaggio slavo e un completo mozzafiato per la misteriosa veggente, interpretata da Björk.
"L’arte del ricamo era un atto spirituale in questo tipo di villaggio, nonché un mezzo di comunicazione, e il suo costume riflette il suo status di super-comunicatrice per il villaggio, e per gli dei", dice la Muir. “Se ogni donna ricama sulle proprie vesti le sue benevole speranze per i familiari, allora la veggente ‘scrive’ per tutta la comunità. Utilizzo il verbo ‘scrivere’ perché pare che a quel tempo la parola slava per ‘ricamare’ è quella che ora usiamo per ‘scrivere’ ”.
Nel film, Björk indossa lo stesso abito di lino degli abitanti del villaggio slavo, inclusa Olga interpretata da Anya Taylor-Joy, ma gli accessori che mostra nella sua breve apparizione la elevano a un livello ultraterreno che trasuda potere e soggezione: il suo lungo vestito è interamente coperto da ricami; la gonna aperta sul davanti era composta da cinture intrecciate cucite a mano verticalmente e impreziosita da campanelli fatti appositamente per il film; i parabraccia in corteccia di betulla sono fermati da sottili fasce intrecciate con tavolette; e il copricapo dell'attrice è la versione di un tradizionale copricapo da sposa ucraino. È "sposata" con gli dei.
"Robert immaginava Björk con un copricapo fatto di grano, ma alla fine il nostro era d'orzo con una sezione di lino ricamato sulla fronte a cui abbiamo appeso degli anelli d'oro e dei fili di conchiglie di ciprea che nascondevano i suoi occhi mancanti", dice la Muir, che ha trovato le perle di vetro per il copricapo a un festival vichingo a York. "Solo per la strega slava abbiamo realizzato diciotto collane diverse".
Per i copricapi di animali indossati durante l'incursione dei berserker, la Muir si è rivolta ad una coppia italiana di design di creature, uno scultore e un pellicciaio, che hanno modellato le teste degli animali a Roma. In totale sono stati progettati tredici copricapi di lupi e di orsi, mentre per Skarsgård è stato realizzato un pezzo unico, dato che il suo spirito animale durante il raid è un ibrido tra i due.
Il terzo mondo cinematografico nel film è la fattoria di famiglia di Fjölnir in Islanda, dove la Muir ha usato prevalentemente la lana per creare indumenti di alto rango, seppur non ostentati, per i quattro membri principali della famiglia, inclusi mantelli di lana pelosi per Fjölnir, vesti con lunghi strascichi per la regina Gudrún, e abiti semplici di lino per i suoi due giovani figli: ognuno trasmette un'aria di prosperità attraverso linee nitide e belle. Un mondo lontano dal magico mondo degli slavi.
La Muir ha dovuto vestire personaggi soprannaturali nei primi due mondi, incluso il cadaverico Re Guerriero abitante del Tumulo che torna in vita durante una scena rituale con Amleth. "L'attore Ian Whyte è alto più di due metri, e il nostro reparto addetto alle protesi ha creato una testa e delle mani che lo facevano sembrare uno scheletro", dice la Muir. "Il suo costume doveva sembrare che coprisse le ossa, quindi abbiamo reso i suoi indumenti marci e logori, con parabraccia e gambiere dorati e un elmo d'argento ed oro".
Lavorando con il designer di armature Giampaolo Grassi, la Muir per accentuare gli stili di armeria per il suo lavoro su The Northman, si è rivolta all'illustratore dell’era Vichinga Andrew Cefalu. "Gli eserciti vichinghi spesso si vestivano in base allo status, quindi dovevamo avere una varietà di look", afferma la costumista. "Il soldato di fanteria di basso rango poteva avere una protezione minima della pelle, mentre i vichinghi di rango superiore indossavano elaborate cotte di maglia d’acciaio ed elmi di metallo".
Eggers aveva richieste estremamente particolari sulla vestibilità degli elmi in The Northman, aggiungendo ulteriore lavoro per la Muir e la sua squadra di costumisti. "Voleva una vestibilità aderente, e per i caschi con sopracciglia o maschere di metallo, le aperture per gli occhi e la lunghezza del paranaso dovevano essere precise ed esatte", conclude la Muir.