E noi come stronzi rimanemmo a guardare, la recensione del film Sky Original

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Paolo Nizza

Tra algoritmi e rider, Pif dirige e interpreta una coraggiosa commedia sentimentale e politica, ambientata in un futuro non troppo lontano. Con Fabio De Luigi, Ilenia Pastorelli, Valeria Solarino, Maurizio Marchetti, Maurizio Lombardi e Eamon Farren. Lunedì 29 novembre alle 21.15, in prima tv assoluta su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand

Presentato come Evento Speciale alla Festa del Cinema di Roma, E noi come stronzi rimanemmo a guardare è il nuovo film Sky Original, prodotto da Wildside, società del gruppo Fremantle, Vision Distribution e I Diavoli. Diretto da Pierfrancesco Diliberto (Pif), la pellicola è liberamente ispirata al concept “Candido e la tecnologia”, del collettivo I Diavoli. I protagonisti sono Fabio De Luigi e Ilenia Pastorelli. Completano il cast lo stesso Pif, Valeria Solarino, Maurizio Marchetti, Maurizio Lombardi, Eamon Farren. La direzione della fotografia è affidata a Manfredo Archinto e Arnaldo Catinari, la scenografia a Monica Vittucci, il montaggio a Ilaria Fraioli, i costumi a Cristiana Ricceri. 

Un dio chiamato Algoritmo

Il futuro non è più quello di una volta. Lo confermano le prime immagini del terzo lungometraggio di Pif dopo La mafia uccide solo d’estate (2013) e In guerra per amore (2016) e ambientato in un distopico avvenire. Una app, tautologicamente chiamata “Happy Lovers” stabilisce le affinità di coppie. Grazie a quest’applicazione, i divorzi sono diminuiti del 77 per cento. Ma l’amore non è una scienza esatta. A differenza della matematica, la passione è un’opinione. Eppure, con la complicità di un piatto di lasagne (non bruciacchiate sopra) e una canzone di Nina Simone, l’algoritmo pone fine alla relazione tra Arturo (Fabio De Luigi) e Lisa (Valeria Solarino). Addio alla love story, ma addio anche alla Storia con la s maiuscola. La coppia appena scoppiata per lenire il dolore si butta nelle danze. Ma si tratta di un imbarazzante balletto di gruppo ballato sulle note della tamarrissima versione techno di faccetta nera con contorno di croci uncinate e baffetti da cancelliere del Reich. Ma i nazisti non hanno vinto la guerra, non si tratta della terrificante "Svastica sul sole" narrata da Philip K Dick.  È solo una marcia funebre che saluta romanamente il senso di ogni cosa.

Il male assoluto si trasfigura in passatempo in un mondo in cui nulla ha senso e i simboli sono intercambiabili. “Life is short” spicca sull’addome tatuato del dj maestro di cerimonia (Maurizio Lombardi sempre bravissimo nella parte del villain). Ormai vige la dittatura del “dura minga”. Una app ci seppellirà. Perché alla fine noi non sappiamo niente dell’algoritmo, ma invece lui sa tutto di noi.

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E noi come stronzi rimanemmo a guardare, le foto del film Sky Original

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Playtime di Jacque Tati e I sogni segreti di Walter Mitty di Ben Stiller, Her di Spike Jonze e Ratataplan di Maurizio Nichetti (che non a caso si palesa in un cameo in bicicletta). Sono queste le suggestioni cinefile di cui si nutre E noi come stronzi rimanemmo a guardare. Un film che sin dal titolo, tratto da una frase pronunciata da Andrea Camilleri, gioca in maniera intelligente e creativa con le citazioni. In fondo nel film si respira l’aria acre di La Vita Agra di Luciano Bianciardi. Solo che ora “Il Torracchione” non è a Milano, ma a Mumbai. E quello zaino da raider che il malcapitato Arturo non riesce più a togliersi sembra una gag uscita dal primo Fantozzi. D’altronde come direbbe Ettore Scola, maestro di Pif, il cinema è bello se riesce a leggere la realtà. E questo film Sky Original ci riesce. Sullo sfondo di una Roma, in cui la Grande la Bellezza della cupola di San Pietro si alterna a scenari urbani inediti, l’opera ci mostra un mondo in cui i professori di filologia romanza per sbarcare il lunario fanno gli haters sul web. Vite ridotte a vuoti a rendere perché si resta a guardare, invece di agire. E attraverso la forza dell’umorismo cerca di svegliarci. Perché il sonno della ragione genera mostri. Perché "non si muore per un panino", per citare lo slogan scelto dai rider per lo sciopero del 2019.

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"E noi come stronzi rimanemmo a guardare", il trailer del film di Pif

E noi come stronzi rimanemmo  a guardare, la trama

Arturo (Fabio De Luigi) è un manager rampante che, senza sospettarlo, introduce l’algoritmo che lo renderà superfluo nella sua azienda. Perde così in un solo colpo fidanzata, posto di lavoro e amici. Per non rimanere anche senza un tetto si adatterà a lavorare come rider per FUUBER, una grande multinazionale, colosso della tecnologia. L'unica consolazione alla sua solitudine è Stella, un ologramma nato da una app sviluppata dalla stessa FUUBER. Ma dopo la prima settimana di prova gratuita, quando Arturo è ormai legato alla figura di Stella (Ilenia Pastorelli), lui non puòpermettersi di rinnovare l’abbonamento. Arturo si troverà così costretto a darsi da fare per ritrovare l'amore e la libertà, ammesso che esistano davvero…

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Roma, Pif presenta "E noi come stronzi rimanemmo a guardare". VIDEO

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