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Lovely Boy, il look e lo stile del film Sky Original

Cinema sky cinema

Dalla regia ai costumi, dalla fotografia alla scenografia, scopriamo come la pellicola ha rappresentato la scena trap musicale romana e il rehab situato nelle Dolomiti. L’appuntamento con “Lovely Boy” è per lunedì 4 ottobre in prima tv assoluta su Sky Cinema Uno e in streaming su Now. Disponibile anche On Demand

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Presentato Fuori Concorso alle Giornate degli Autori della 78ª Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (IL VIDEO), “Lovely Boy” arriva in prima tv assoluta su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile On Demand. Si tratta di una pellicola che mette a confronto due mondi contrapposti. Da una parte l’esuberante, chiassoso, eccessivo universo della musica trap, dall’altro il silenzio, la speranza e la sofferenza di un centro di recupero per tossicodipendenti situato tra i monti del Trentino-Alto Adige.

Le parole del regista Francesco Lettieri

“Abbiamo cercato di non chiudere il film esteticamente in una griglia di colori e inquadrature, Abbiamo cercato di essere liberi, di avere la possibilità di cambiare idea anche mentre giravamo sul set. Alla fine, spero che “Lovely Boy” venga ricordato come un film che testimoni quest’epoca, sia dal punto di vista del racconto, sia dal punto di vista estetico. Vorrei che fosse ricordato come un cult del 2020.”

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Le parole del direttore della fotografia Gianluca Palma

“È stata una grande sfida. C’erano molti luoghi, molti personaggi, molte situazioni: due concerti, una discoteca, Bolzano, Roma. Abbiamo utilizzato diverse tipologie  di ottiche: l’anamorfico, lo sferico, il Super 16, i videoclip, i cellulari. Insomma, è stato tutto abbastanza complicato.”

 

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Le parole della scenografa Marcella Mosca

“Ho seguito un mondo chiuso. Però mi sono distaccata completamente. È una sfera che vediamo spesso nella musica, nei documentari, sui social. Quindi ho resettato completamente quel tipo di estetica fatta di griffe e abiti firmati. Non ci interessava. Volevamo costruire degli ambienti che raccontassero gli stati d’animo dei personaggi”.

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Le parole della costumista Antonella Mignogna

"Nel costruire il mondo di Nic a Roma e la sua identità ho provato a non riproporre in maniera didascalica l’estetica preponderante e autodichiarata della trap, in particolare di quella italiana, traendo ispirazione dalla cultura visiva contemporanea, attingendo tanto dallo streetwear e la sua storia quanto da alcune iconiche subculture giovanili partendo dal grunge al dark e ricercando tra le nuove tendenze in essere, in particolare strizzando un occhio al mondo asiatico per provare a comporre un universo dal sapore attuale e internazionale ma allo stesso tempo universale e paradigmatico.

Così come Roma è il racconto di una realtà fatta di un caos colmo di stimoli visivi (sottolineato da colori, forme, pattern e accessori) che rappresentano bene al contrario il vuoto interiore dei personaggi che lo popolano, così il lavoro sui costumi dello Stammer si avvia nella direzione contraria. Operare sull’universo dello Stammer ha richiesto un approccio fatto di osservazione e di restituzione di una veridicità della realtà di un mondo fatto di purezza visuale provando anche tramite i costumi a dialogare con personaggi dal sapore realistico e un po’ rétro, fatti di dettagli che suggeriscono della loro storia personale e intendono parlare dell’ingombrante vissuto e del grande bagaglio di umanità che portano con sé."

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