In Evidenza
altre sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Carlo Verdone e Anna Foglietta raccontano "Si vive una volta sola". VIDEO

Cinema

Denise Negri

Dal 13 maggio su Prime Video e visibile anche tramite l'app di Sky Q, arriva il nuovo film di Carlo Verdone con Anna Foglietta, Max Tortora e Rocco Papaleo.

Condividi:

Una storia di amicizia condita da scherzi terribili e “politicamente molto scorretti”, che fa del nuovo film diretto da Carlo Verdone una commedia graffiante, nel solco della tradizione cinematografica italiana. Il regista romano, insieme ad Anna Foglietta, Max Tortora e Rocco Papaleo presenta ora il film che doveva uscire in sala lo scorso febbraio ma che la pandemia ha bloccato, così come tante altre pellicole.

Si intitola "Si vive una volta sola" e la pellicola che aveva fatto il giro di alcune sale cinematografiche durante il tour promozionale del 2020.

Ecco cosa Carlo Verdone e Anna Foglietta hanno raccontato in diretta a Skytg24.

“Lo scorso anno abbiamo fatto un tour promozionale incredibile, racconta il regista,  eravamo stati in 30 cinema in circa 15 città italiane.

Moltissimi spettatori lo avevano potuto vedere in sala perché avevano comprato la pre-vendita dei biglietti delle anteprime. Tra l’altro, pensandoci adesso siamo stati davvero fortunati perché a gennaio del 2020, proprio nel momento di esplosione del Covid, noi eravamo in giro tra Padova, Mestre, Torino, Milano.

Siamo tornati a Roma come dei miracolati, perché nonostante avessimo incontrato tantissima gente tra selfie, abbracci e baci, non ci siamo ammalati.

Poi una volta a casa ci siamo messi in quarantena da soli".

 

Anna, lo chiedo a te: che tipo di film ha fatto questa volta Carlo?

 

“Carlo ha fatto un film dove ha dato spazio a ciascun attore di poter dare il meglio di sé. Carlo è un regista, un attore e uno sceneggiatore dalla grandissima generosità che gode nel vedere gli attori bravi al lavoro e ti concede sempre una seconda opportunità per rifare la scena, per perfezionarti, per migliorarti. Ha fatto un film molto divertente, dove la nostra grande unione e amicizia che è nata sul set è stata trasferita anche nel film.”

 

Carlo, è un film decisamente graffiante e scorretto il tuo...

 

Si lo è. Ci sono degli scherzi terribili!. È la storia di un'equipe medica molto brava da un punto di vista professionale, tanto che ad esempio persino il Papa si affida a loro per un piccolo intervento. Eppure, nonostante la loro realizzazione nel lavoro, sono tutti un disastro nel privato perché ognuno di loro ha una magagna o una sorta di solitudine: per questo si vedono anche fuori dal lavoro.

Però stare sempre insieme logora un po' i rapporti. Sono infantili e si fanno scherzi atroci perché c’è anche della noia nella loro vita. E’ comunque una storia di amicizia tra persone molto diverse tra di loro ed è un film pieno di verità e umanità.

Quando vediamo dei grossi docenti, dei grossi professori, spesso scopriamo che nel privato tutta quell’autorevolezza non c’è, si sgretola, perché li vedi fare cose che in realtà fanno tutti. È un film di recitazione, dove Anna, Rocco e Max hanno dato il meglio di sé e io ho voluto essere un po' il burattinaio di questo bellissimo gruppo, uno dei migliori cast della mia carriera”.

 

 

 

 

Anna trovi sia più difficile riuscire a trovare gioie nella vita privata o affermarsi in quella professionale?

 

“Per i tempi che corrono credo sia più difficile affermarsi nella sfera privata.

C’è una grande confusione, una grande difficoltà tra maschile e femminile.

Ho amici, anche molto validi e che conosco da vicino, che trovano molto difficile trovare un corrispettivo sentimentale. Sono tempi tosti per essere felici.

L’altro giorno un mio amico mi ha detto: “Io di coppie che si amano davvero conosco solo te e tuo marito”. Ecco questa frase l’ho trovata molto preoccupante”.

 

Carlo, ovviamente non potevi saperlo, ma hai fatto un film con i medici come protagonisti, e proprio in quest'anno terribile è risultata una professione di cui si è parlato molto...

 

“E’ vero ed è incredibile, sulla locandina del film abbiamo pure le mascherine, abbiamo involontariamente anticipato una tragedia. Quando però interpretiamo i medici siamo seri, non dobbiamo dimenticare che dobbiamo molto a loro, in molti sono anche purtroppo deceduti nella parte inziale della pandemia ed è stato agghiacciante. Quindi ringrazio tutti i medici e infermieri perchè sono stati degli eroi, gli dobbiamo molto".

approfondimento

Da Troisi a Verdone: 50 foto dietro le quinte dei film

Come ultima domanda chiedo a entrambi la stessa cosa: il titolo del film è “Si vive una volta sola” e allora cosa dovremmo fare secondo voi per vivere al meglio questa unica vita che è data?

 

Anna Foglietta: “Godetevela, vivete una vita piena di romanticismo, poesia, riempitela di tutto ciò che interrompe un flusso banale e quotidiano.

Fate qualcosa di straordinario, una cosa che vi passa per la testa, una follia. Concedetevela perché, appunto si vive una volta sola”.

Carlo Verdone: “Io consiglierei di crearsi un’isola felice di persone con le quali poter discutere, parlare, ridere, divertirsi, tirar fuori l’ironia e soprattutto insieme a loro coltivare delle passioni, una vita senza passioni è una vita piatta, inutile. Non saranno tantissime le persone su quest’isola ma con loro ci si potrà aprire, confidare dare e ricevere consigli”.

approfondimento

Anna Foglietta: Madrina alla Mostra del Cinema di Venezia

SINOSSI di SI VIVE UNA VOLTA SOLA

 

Il Professor Umberto Gastaldi (Carlo Verdone) guida una formidabile équipe medica composta dalla strumentista Lucia Santilli (Anna Foglietta), dall’anestesista Amedeo Lasalandra (Rocco Papaleo) e dal suo assistente Corrado Pezzella (Max Tortora): un team di eccellenti professionisti della medicina ma anche e soprattutto un gruppo di insospettabili e implacabili maestri della beffa, sorprendenti nel gioco di squadra e insuperabili nel partorire scherzi spietati, specialmente se la vittima di turno è il loro amico Amedeo.

approfondimento

"Ho vissuto nello stupore continuo": Verdone racconta il suo libro