
Mattatore al cinema, a teatro e in tv, l'interprete di Febbre da cavallo e Il maresciallo Rocca, scomparso a 80 anni, ci ha lasciato una serie di aforismi e di citazioni cult: ecco le migliori

Oltre a essere un grande interprete, Gigi Proietti è stato anche un fine osservatore di usi e costumi italiani, su cui rifletteva con sagacia e ironia. Qui sull'impatto della tv sulla famiglia: "La televisione è un apparecchio che ha trasformato la cerchia familiare in un semicerchio"

Sull'importanza della risata: "Potrei esserti amico in un minuto, ma se nun sai ride mi allontano. Chi non sa ridere mi insospettisce".
Addio Gigi Proietti: la sua vita e la sua carriera in foto
Gigi Proietti è stato anche (e forse soprattutto) un grande attore teatrale: "Bisogna ricordarsi che il teatro non è la tv. In tv ogni settimana devi dire cose diverse perché il pubblico è lo stesso. In teatro ogni sera il pubblico cambia ed è il testo a rimanere lo stesso. Sennò pure Petrolini avrebbe dovuto smettere di fare Gastone".

Sui pregi del mestiere di attore: "Ringraziamo Iddio, noi attori, che abbiamo il privilegio di poter continuare i nostri giochi d'infanzia fino alla morte".

Tra i ruoli più amati di Gigi Proietti c'è quello di "Mandrake" in Febbre da cavallo. Tante le frasi memorabili del personaggio: "Signor Conte io non scherzo. Non scherzo mai... Io gioco. Sì, er gioco è una cosa serissima. Perché chi scherza lo fa pe' divertisse, ma chi gioca punta, s'illude, s'inventa un lieto fine... che non arriva mai".
Addio a Gigi Proietti: la commozione sui social
Tra le scene più celebri di Febbre da cavallo, quella del "Whisky maschio senza rischio" è passata alla storia: "Anche voi, non prendete fischi per fiaschi, solo questo è un fischio maschio senza raschio!".

Qui un'altra delle celebri frasi di Gigi Proietti: "Vivi, lascia vivere ma soprattutto… nun te fa pijà per c**o".

La gag più amata di Gigi Proietti è quella del cavaliere bianco e del cavaliere nero. Qui un estratto: "Ci sono un cavaliere bianco ed un cavaliere nero. Il cavaliere bianco sfida a duello il cavaliere nero, il cavaliere nero uccide il cavaliere bianco. Il cavaliere bianco aveva tre figli, i tre figli del cavaliere bianco sfidano a duello il cavaliere nero. Il cavaliere nero uccide tutti e tre i figli del cavaliere bianco. [...] Ora vi chiederete: ma qual è la morale de sta storia? La morale c'è, ed è che al cavaliere nero non je dovete cacà er c***o!".

Gigi Proietti sul teatro popolare: "Teatro popolare è uno slogan vuoto che ha senso solo se lo spazio diventa davvero popolare, se la gente avverte che stai lavorando in una certa direzione e non, pardon, per farti le pippe".

Sull'amico Lucio Battisti: "Non sono stati i mass media a far resuscitare il mito Battisti. Ma il suo mito a far risuscitare i mass media."

Il bello di fare l'attore, parte seconda: "Mi diverto e mi pagano pure. È una pacchia".

Gigi Proietti sul ricordare il passato: "Ricordare è un mestiere rischioso, perché ha bisogno di stimoli forti".

Si racconta di una telefonata con il doppiatore Emilio Cigoli: "Quando lui rispose, sentii John Wayne con la sua voce calda, profonda e suadente. Stavo per rispondergli: «Ciao, John. Dove l'hai messo il cavallo?», ma mi trattenni. Mi feci coraggio e cominciai a parlare con un tono di voce ancora più grave di quello di Cigoli. «Buongiorno signor Cigoli, desideravo proprio parlarle». Lui si sentì sfidato, quindi abbassò ulteriormente il suo tono: «Mi dica, prego». Io, allora, scesi ancora di un'ottava e lui fece lo stesso. La telefonata finì praticamente a rutti".