Un film fondamentale per Luca Guadagnino, che ha in seguito avuto la chance di girare “We Are Who We Are”
“Chiamami col tuo nome” è, ad oggi, il film più importante della carriera di Luca Guadagnino. Si tratta infatti della pellicola che lo ha consacrato. Raggiunta un’enorme notorietà a livello internazionale, ha infatti avuto modo di girare la serie TV, targata HBO e Sky Atlantic, “We Are Who We Are”. Un film che ha ottenuto quattro candidature agli Oscar, vincendo quella per la miglior sceneggiatura non originale. Un vero e proprio trionfo di pubblico e critica, che ha di fatto trasformato l’astro nascente Timothée Chalamet in una vera e propria star. È questi il protagonista della pellicola, al fianco di Armie Hammer.
Chiamami col tuo nome, la trama
Una storia d’amore struggente ambientata in Italia, nella bassa padana, quella di “Chiamami col tuo nome”, che trae ispirazione dal romanzo di André Aciman. Nel 1983 il 17enne americano Elio Perlman, grande appassionato di musica, si ritrova faccia a faccia con uno studente di suo padre, che trascorrerà l’estate nella loro antica villa. Si tratta del giovane Oliver, 24enne affascinante e dai modi disinvolti.
Questi colpisce fin da subito Elio, che inizia così ad avere un primo approccio con il travolgente mondo dell’amore. Il rapporto tra i due nasce in maniera estremamente naturale, tra passeggiate, nuotate, lunghe discussioni e grande passione.
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Chiamami col tuo nome, curiosità
Ecco alcune curiosità su “Chiamami col tuo nome” che molti fan del film potrebbero non conoscere.
Luca Guadagnino tende a guardare a questo film come alla conclusione naturale di una trilogia. Questa avrebbe avuto inizio con “Io sono l’amore”, proseguendo con “A Bigger Splash”. Si tratta di fatto dei tre film più importanti della sua carriera. A connetterli è la rivelazione del desiderio, che nasce e cresce verso qualcuno. Al tempo stesso viene analizzata la reazione di chi scopre d’essere l’oggetto del desiderio.
Il romanzo di Aciman, sul quale si basa il film, è in realtà ambientato in Liguria. Luca Guadagnino ha invece scelto una location distante dal mare per la sua versione, optando per un set nei pressi di Crema, in Lombardia, dove abita. L’antica residenza dei Perlman è in realtà una casa disabitata a Moscazzano. Questa ha richiesto un gran lavoro da parte della produzione, che ha avuto inizio sei settimane prima dell’avvio delle riprese.
Non vi sono cambi di camera in questo film. Il regista, così come il suo direttore della fotografia, non hanno mai utilizzato altro se non un obiettivo da 35 mm. L’idea alla base di tale scelta è quella di far concentrare lo spettatore sulla storia, evitando che in qualche modo la tecnologia potesse interferire con il flusso delle emozioni trasmesse.
Un titolo che strizza l’occhio al mondo classico. Tante le statue presenti, a omaggiare la bellezza e l’erotismo del corpo. Ecco perché Guadagnino ha scelto Armie Hammer per la parte, dato il suo fascino e quella bellezza classica che rappresenta perfettamente.
Il successo di pubblico e critica è stato ampiamente anticipato dalla reazione ottenuta alla premiere di New York. Una standing ovation di 10 minuti, il che ha segnato un record nella storia del New York Film Festival.
Timothée Chalamet ha studiato duramente per riuscire a calarsi al meglio nella parte di Elio. Ha appreso l’italiano e iniziato a suonare il pianoforte, fino a un buon livello: “Ogni giorno prendevo lezioni di italiano, pianoforte e chitarra per un’ora e mezza, per poi allenarmi in palestra tre volte alla settimana”.