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Woody Allen e New York, un amore eterno in 5 film

Cinema sky cinema

Simone Soranna

Il regista americano e  La Grande Mela si attraggono da sempre. Da" Io e  Annie "a "Un Giorno di pioggia a New York" (in prima tv su Sky Cinema Uno venerdì 5 maggio) scopramo come il cineasta ha raccontato la città del suo cuore

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Woody Allen – A proposito di New York

«New York era la sua città, e lo sarebbe sempre stata»

(Manhattan, 1979)

È stata da poco pubblicata la sua autobiografia, dove Woody Allen trova il modo di raccontarsi e raccontare tutto, ma proprio tutto, di sé. Nonostante il titolo infatti, ovviamente autoironico, A proposito di niente (edito da La nave di Teseo) è un testo che trasuda di ricordi, emozioni, aneddoti, innamoramenti, delusioni, in cui si ripercorre la carriera di uno dei registi più influenti della Storia senza mai dimenticare la vocazione primaria: l’amore per il cinema.

Tuttavia, è chiaro sin dalle prime pagine del volume quanto Woody Allen sia sempre stato appassionato (e continua a esserlo ancora oggi) nei confronti della sua città, in particolare del quartiere di Manhattan («di certo mi innamorai a prima vista di Manhattan, e negli anni a venire continuai a tornarci appena ne avevo l’occasione […] Ogni volta che tornavo a Brooklyn, era nella città dall’altra parte del fiume che volevo vivere», pag 35). New York, agli occhi del regista, è stata una sorta di eterna coprimaria, una “spalla” presente in quasi tutti i suoi film, non solamente come cornice narrativa delle storie raccontate, ma come vero e proprio personaggio. A cominciare dal suo ultimo lungometraggio, Un giorno di pioggia a New York, in programma venerdì 5 giugno in prima visione su Sky Cinema Due, sino ai titoli più celebri e ricordati come Manhattan o Io & Annie, quella di Woody Allen nei confronti della Grande Mela è una delle dichiarazioni d’amore più toccanti e commoventi mai viste al cinema.

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Un Giorno di Piogga a New York

 

Come ampiamente intuibile a cominciare dal titolo, l’ultimo lavoro di Woody Allen è interamente ambientato nella sua amata città. Quello che però è interessante notare, è che il film racconta con leggerezza e ironia le vicissitudine amorose di alcuni giovani ma, in realtà, la dichiarazione più emotiva e appassionante resta quella del regista nei confronti della metropoli. Il tutto si riassume nell’ultima, bellissima, sequenza. I nodi devono per forza venire al pettine (come vuole la grande tradizione della commedia romantica) eppure, prima del bacio che chiuderà le danze del film, la macchina da presa si ferma a contemplare il celebre Delacort Clock appena fuori le mura dello Zoo di Central Park. Una campana scandisce il tempo mentre le statue di alcuni animali iniziano a scorrere lungo dei binari in una sorta di allegro girotondo (simbolo della condizione umana). 

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Un giorno di pioggia a New York, la trama del film

Manhattan

Uno dei migliori film di Woody Allen, capace di scaldare il cuore di molti spettatori non solo per le vicende narrate o le emozioni vissute dai protagonisti, ma anche per l’incantevole e favolistica ambientazione. Una New York più magica e al tempo stesso ruvida sarà impossibile ritrovarla sul grande schermo. Girato con formato panoramico e un bianco e nero di rara potenza estetica (merito del compianto direttore della fotografia Gordon Willis), Manhattan è un concentrato di idee, intuizioni, geometrie e immagini che difficilmente verranno dimenticate. Sicuramente, la più iconica tra queste è presente sul poster del film: le sagome dei due protagonisti seduti su una panchina intenti a mirare la bellezza di uno dei tanti ponti della metropoli. Si tratta del Queensboro Bridge e per scattare una fotografia nel punto esatto delle riprese dovrete recarvi sulla 58th Street tra Sutton Square e Sutton Place. Attenzione però, la panchina non è mai esistita, è stata posizionata lì appositamente per le riprese e poi spostata nuovamente.

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Io e Annie

Uno dei film più nascosti e sottovalutati della filmografia di Woody Allen restituisce sin dal titolo tutto l’amore e la passione del regista non solo per la sua città ma per il mondo dello spettacolo in essa racchiuso. Nei panni di un impresario squattrinato e “incompreso”, Allen firma uno dei suoi film più genuini e divertenti posando la cinepresa verso chi, di solito, non viene posto sotto la luce dei riflettori. Gli sconfitti, gli illusi, gli eterni secondi popolano le strade della città che non dorme mai, costretti a rimanere nell’ombra senza poter mai calcare i palcoscenici più prestigiosi. Come dimostra l’ultima inquadratura del film, una lunga carrellata a seguire la corsa di Allen che attraversa una città sporca, asfissiante, inquinata ma dannatamente ipnotica, sino ad arrivare alla sua personale Carnegie Hall, ovvero al ristorante Carnegie Delicatessen di Broadway, conosciuto semplicemente come Carnegie Deli. Lì potrà finalmente riappacificarsi e provare, di nuovo, a intraprendere la via del successo. Il locale, chiuso ormai da qualche anno, si trovava sulla 7th Avenue (tra la 54th e la 55th).

 

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Broadway Danny Rose

Uno dei film più nascosti e sottovalutati della filmografia di Woody Allen restituisce sin dal titolo tutto l’amore e la passione del regista non solo per la sua città ma per il mondo dello spettacolo in essa racchiuso. Nei panni di un impresario squattrinato e “incompreso”, Allen firma uno dei suoi film più genuini e divertenti posando la cinepresa verso chi, di solito, non viene posto sotto la luce dei riflettori. Gli sconfitti, gli illusi, gli eterni secondi popolano le strade della città che non dorme mai, costretti a rimanere nell’ombra senza poter mai calcare i palcoscenici più prestigiosi. Come dimostra l’ultima inquadratura del film, una lunga carrellata a seguire la corsa di Allen che attraversa una città sporca, asfissiante, inquinata ma dannatamente ipnotica, sino ad arrivare alla sua personale Carnegie Hall, ovvero al ristorante Carnegie Delicatessen di Broadway, conosciuto semplicemente come Carnegie Deli. Lì potrà finalmente riappacificarsi e provare, di nuovo, a intraprendere la via del successo. Il locale, chiuso ormai da qualche anno, si trovava sulla 7th Avenue (tra la 54th e la 55th).

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La Ruota delle meraviglie

Non solo Manhattan. Nella filmografia di Allen c’è spazio per ogni anfratto di New York. La spiaggia di Coney Island, con annesso luna park, non poteva quindi mancare all’appello, e proprio dalla celebre ruota panoramica prende spunto il film: un carosello tragico e senza fine di vite, emozioni e relazioni che il regista mette in scena per restituire proprio l’eterno girovagare di una giostra fatiscente e attraente ma in grado di nascondere al suo interno una profonda disperazione. Probabilmente è il film dove il regista mostra la New York più colorata e solare della sua carriera, sostenuto anche dalle luci fortemente cartolineschi di Vittorio Storaro.

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