8 curiosità su Rogue One: A Star Wars Story

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“Rogue One: A Star Wars”, alcune curiosità per guardare al film di Gareth Edwards con occhi diversi

“Rogue One: A Star Wars Story” è probabilmente il film più apprezzato della nuova generazione di pellicole delicate al mondo di “Star Wars”. Un film in grado di mettere d’accordo tutti, fan di vecchia data e di nuova generazione, così come la critica. Un titolo che guarda con coraggio al passato della saga, coprendo un’area nebulosa posta poco prima dell’inizio di “Episodio IV”. Un film visto e rivisto dai grandi appassionati dell’universo di George Lucas. Ecco però alcune curiosità che in molti potrebbero ancora ignorare (attenzione agli spoiler).

Il titolo

Oggi sembra impossibile pensare al film con un titolo differente da “Rogue One”. Nel corso della fase di produzione ne vennero però presi in considerazione svariati. Tra i tanti erano presenti anche “Shadow of the Death Star” e “Dark Times”. “Rogue One” si è fatto preferire anche perché consentiva di differenziarsi dal resto dei film della saga, i cui titoli contengono almeno tre parole.

Omaggio a Tarantino

L’arrivo del direttore imperiale Orson Krennic presso la dimora modesta della famiglia Erso avrà di certo ricordato qualcosa agli appassionati di Quentin Tarantino. La scena vuole infatti omaggiare quella che apre il film “Bastardi senza gloria”, quando Christoph Waltz raggiunge la fattoria di una famiglia umile, sospettata di star nascondendo degli ebrei.

Jedi

Nel film mancano i Cavalieri Jedi, considerando come il film segua gli eventi del celebre “Ordine 66” sul finire della Guerra dei Cloni. Molti sono stati uccisi e i pochi rimasti sono ben celati. Tra le idee iniziali degli sceneggiatori c’era però quella di rendere Lyra Erso, la madre di Jyn, una Jedi. Tutto ciò avrebbe reso la protagonista una potenziale Jedi, ponendola sul percorso di Luke o Rey. Si è però deciso di dar seguito all’idea originale, senza collegare il coraggio di Jyn a un possibile piano del destino.

Storia d’amore

Fino al termine del film il pubblico viene spinto a credere che tra Jyn Erso e Cassian Andor possa sbocciare una storia d’amore. Tra i due c’è una chiara intesa ma nulla accade realmente. Un’idea presa in considerazione, ovviamente, ma esclusa al fine di dare un tocco d’originalità al film, tenendosi distanti dalle classiche storia d’amore di Hollywood.

La Morte Nera

“Rogue One” affronta svariati temi incastrati tra “Episodio III” ed “Episodio IV”. Tra questi rientrano anche i cristalli kyber. Uno è indossato proprio da Jyn come ciondolo e si spiega come vengano utilizzati per alimentare sia le spade laser che la Morte Nera.

X-Wingers

Nel corso dello scontro finale a Scarif si vedono due piloti a bordo dei noti X-Wing. Si tratta di Capo Oro e Capo Rosso, provenienti da “Episodio IV”. Al pubblico vengono fornite nel film immagini originali mai utilizzate da George Lucas e mescolate al lavoro di Gareth Edwards.

Citazioni di Edwards

Svariate le citazioni del regista Gareth Edwards ai suoi film precedenti. Nella grotta di Saw Gerrera vi sono figure dipinte sulle pareti. Alcune riguardano creature presenti in “Monsters”. Vi sono anche svariati M.U.T.O. e Godzilla. Edwards ha spiegato come non sia stata una sua volontà, bensì uno scherzo della crew, rimasta poi nell’inquadratura finale.

Il finale di Jyn Erso

Un finale di certo duro e insolito, quello di “Rogue One”. Tutti i protagonisti infatti perdono la vita. Fino all’ultimo è stata però presa in considerazione l’idea di modificare la conclusione. È stata infatti girata una scena nella quale Jyn Erso riusciva a sopravvivere. Un modo per tutelarsi in caso di cambiamenti in fase di produzione.

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