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Un anno senza Cannes. Le 7 cose che ci mancheranno

Cinema

Bruno Ployer

Gli organizzatori del Festival hanno annunciato che la selezione ufficiale dei film in gara per il 2020 avverrà a giugno, ma che non potranno essere presentati in una manifestazione ufficiale al Palais des Festival 

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Oggi 12 maggio 2020 sarebbe stato inaugurato il festival cinematografico più importante del mondo, ma la pandemia ha reso impossibile realizzarne la 73° edizione. Cancellato, almeno nella sua forma originale. Era successo solo due volte: durante la seconda guerra mondiale e nel maggio 1968, l’anno della protesta giovanile che scoppiò proprio in Francia.

Quali sono le 7 cose che ci mancheranno?

I film, innanzitutto: quelli in concorso e nelle altre sezioni del festival. La lista dei lavori scelti non c’è ancora, sarà pubblicata a giugno per farli proiettare più in là in eventi speciali nei cinema, magari in collaborazione con altri festival mondiali. Un’idea che è stata annunciata dal direttore Thierry Frémaux. Quali film non vedremo a Cannes? Per ora conosciamo solo due titoli: Tre piani, di Nanni Moretti e  The French dispatch, di Wes Anderson.

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Non vedremo la giuria, che assegna la mitica Palma d’oro e gli altri premi. Quest’anno era stato invitato a presiederla Spike Lee. Il regista avrebbe anche presentato fuori concorso il suo nuovo film Da 5 Bloods, su un gruppo di afroamericani veterani della guerra in Vietnam. Ormai intorno ai loro 70 anni decidono di tornare lì perché hanno un’ultima cosa da risolvere.
 

Mancherà il magico incontro di pubblico, star e professionisti del cinema in un’atmosfera unica sul lungomare e nelle stradine della città della Costa azzurra.

I tappeti rossi rimarranno arrotolati per un anno ancora, così come i tacchi a spillo delle signore dovranno aspettare altre occasioni. Ricordate che nell’edizione del 2015 ad alcune donne che indossavano scarpe basse era stato proibito l’accesso al red carpet?

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Non vedremo un festival di Cannes virtuale, in rete. Frémaux è stato chiaro su questo argomento: “Qualcuno sa spiegarmi cos’è esattamente? Qual è il pubblico? Com’è organizzato in termini di tempo e spazio? I registi e i produttori dei film sarebbero d’accordo? Come si potrebbe fermare la pirateria? Chi sarebbero stati i privilegiati a vederlo? Funzionerebbe realmente solo per i film destinati a una distribuzione su internet più che per quelli che sperano di arrivare nei cinema. E questo è lontano da Cannes.”
 

Non scopriremo a Cannes un nuovo grande talento, come è successo anche l’anno scorso con Bong Joon Ho, il regista sudcoreano che vinse la Palma d’oro con “Parasite” e che dal festival ha cominciato la sua marcia trionfale che lo ha portato ai quattro Oscar per il suo film.
 

Per chi sarebbe stato lì mancherà l’emozione del grande schermo e della scoperta di un nuovo, atteso film, ma è una mancanza che sentiamo tutti noi in questi mesi di emergenza virus e di conseguente chiusura delle sale cinematografiche.

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