In assenza del Festival di Cannes 2020, da martedì 12 a sabato 16 maggio Sky Cinema Due porta comunque gli spettatori sulla Croisette proponendo 24 film premiati nelle precedenti edizioni.
“Sono ricchi ma anche gentili, sono gentili perché sono ricchi”, dal film Parasite.
È finalmente arrivato sugli schermi Sky il film rivelazione della scorsa stagione, vincitore della Palma d’oro a Cannes e trionfatore agli Oscar con ben 4 statuette. Una tragicommedia dal retrogusto bunueliano, che cambia pelle in continuazione e si apre a sviluppi imprevedibili. La storia dell’incontro fra due famiglie agli antipodi. Una vive in uno squallido seminterrato, l’altra in una supervilla firmata da un grande architetto. Ma un piano diabolico intreccia i destini dei due nuclei familiari, attraverso una relazione “parassitaria” che genera una serie di colpi di scena a raffica e risucchia lo spettatore in un tourbillon cinematografico che lascia senza fiato.
Parasite di Bong Joon-ho è forse il più atteso fra i titoli di una rassegna che, in assenza del Festival di Cannes 2020, ci trasporta idealmente sulla Croisette per gustare 24 film premiati nelle precedenti edizioni.
Da non perdere le prime visioni, come A Beautiful Day, un film di Lynne Ramsay sulla difesa dell’innocenza perduta che nel 2017 si è aggiudicato il Prix du scénario. Un viaggio nel cuore nero della depravazione, con uno straordinario, “mostruoso” Joaquin Phoenix, premiato come migliore attore, nella parte di un veterano di guerra che si guadagna da vivere liberando giovani ragazze invischiate nei meandri della prostituzione minorile.
In anteprima anche Un affare di famiglia, del giapponese Kore-eda Hirozaku, che ha conquistato la Palma d’Oro nel 2018. La storia di uno strano “gruppo di famiglia” che sopravvive in un interno squallido ai margini della società, arrangiandosi con piccoli furti e lavori precari. Fino a quando un imprevisto non rimette in gioco le relazioni, le scelte di vita e le prospettive, rivelando un segreto inquietante e una realtà familiare inattesa.
Nella stessa edizione del festival Spike Lee si è dovuto “accontentare” del Gran Premio della Giuria conquistato con Blackkklansman, un film ispirato a una “fottuta storia vera” che ha per protagonista un poliziotto afroamericano che riesce ad infiltrarsi nel Ku Klux Klan. Una vicenda incredibile, ambientata negli anni settanta, che fa esplodere l’umorismo graffiante dell’autore di Fa la cosa giusta.
Sempre nel 2018 il Prix de la mise en scène è andato a Cold War del polacco Pawel Pawlikowski, una tormentata storia d’amore in bianco e nero e tanta musica, ambientata ai tempi della Guerra Fredda, mentre ha ricevuto il Premio della Giuria, oltre che 15 minuti di applausi, Cafarnao – Caos e miracoli di Nadine Lubaky , la terribile storia di un bambino libanese che fa causa ai propri genitori per averlo messo al mondo. Un film sconvolgente, dal ritmo incalzante e dallo sguardo “febbrile”.
Fra le rivelazioni di quella edizione si segnala anche il vincitore della Caméra d’Or, Girl, un racconto di formazione ai “confini della sessualità”, illuminato dalla performance di Lukas Dhont, giustamente premiato come migliore attore. Nella sezione Quinzaine des réalisateurs dello stesso anno il premio come miglior film europeo è andato a un film italiano per molti versi stra-ordinario, Troppa grazia, con Alba Rohrwacher, Elio Germano e Giuseppe Battiston. Una commedia surreale che porta sullo schermo una serie di apparizioni mistiche e altri disastri, con lo sguardo stralunato di Gianni Zanasi.
A tutti gli effetti straordinaria è la situazione in cui si trova a vivere il chirurgo Colin Farrell nel film che ha definitamente imposto all’attenzione generale il regista greco Yorgos Lanthimos, Il sacrificio del cervo sacro, Prix du scénario nel 2017. Un thriller con una colonna sonora disturbante e un approccio visivo kubrickiano, che vive tutto sul filo dell’ambiguità.