Le differenze tra Frozen e la regina delle nevi di Andersen

Cinema

Qual è la favola alla quale si ispira Frozen? Ecco le differenze tra le due storie e la versione originale dell'amato film Disney

A partire dal 27 novembre 2019 farà il suo esordio nelle sale italiane l'attesissimo Frozen 2: il segreto di Arendelle. Il sequel Disney più atteso degli ultimi anni, considerando l'immane successo del primo capitolo, che in pochi sanno essere ispirato a La Regina delle Nevi, favola scritta da Hans Christian Andersen circa due secoli fa. Ecco dunque le differenze tra le due storie.

Frozen e La Regina delle nevi, le differenze

Come spiegato dal noto produttore americano Peter Del Vecchio, la Disney ha accarezzato per moltissimi anni l'idea di riuscire ad adattare con successo la fiaba di Hans Christian Andersen, La Regina delle nevi. Si tratta di una storia creativa che risale al 1937, dopo Bianca neve e i sette nani. Un progetto modificato di tanto in tanto ma rimasto nell’area dei “work in progress”. Più di mezzo secolo dopo si è giunti a Frozen, che si è infine distanziato molto dalla trama originaria, più dura, sotto certi aspetti, di quanto la Disney avesse in mente.

Nella fiaba la scheggia di uno specchio fatato, che si nutre dei lati buoni delle persone e accentua quelli malvagi, entra nell’occhio di Kay, che di colpo diventa freddo come la neve. Si sente attratto dalla Regina delle nevi, che ne fa un suo schiavo. Gerda, altra protagonista della storia, si mette alla ricerca di Kay, affrontando numerose peripezie. Una maga le cancella la memoria, che poi riacquisisce perché sospinta dai ricordi che la legano a Kay. Dopo aver rischiato la vita a causa di un gruppo di briganti, viene salvata dalla figlia del loro capo, che le dona due colombe e una renna per aiutarla nel suo percorso. Kay intanto trascorre le sue giornate scrivendo parole con frammenti di ghiaccio. Per liberarsi dovrà comporre la parola eternità. Gerda lo raggiunge infine, abbracciando e ballando con lui. La scheggia esce dal suo occhio e, danzando tra i ghiacci, ecco comporsi la parola eternità. Kay è libero dal gioco della crudele Regina delle nevi e può tornare a casa.

In Frozen tutto ruota al legame tra due sorelle, mentre nella favola vi è quello tra due bambini, Kay e Gerda. Disney ha inoltre voluto dare speranza al personaggio della Regina, non mostrando la come personaggio crudele, spietato e irrecuperabile, bensì come giovane incapace di controllare il proprio potere, riportata alla vita dall’amore di sua sorella.

Frozen, la trama iniziale

Frozen avrebbe potuto avere ben altra trama, considerando quanto riferito da Del Vecchio. La storia si apriva con una maledizione, secondo la quale un sovrano dal cuore di ghiaccio avrebbe distrutto Arendelle. Elsa era dunque identificata da tutti come tale minaccia predetta, considerando la sua armata di mostri di neve. Il principe doppiogiochista Hans rivela infine il suo verso volto e provoca una valanga, non curandosi delle conseguenze. Questa infatti avrebbe distrutto il regno di Arendelle e posto in grave pericolo Anna. È qui che si concretizza la trasformazione di Elsa che, come nella favola di Andersen, viene scossa dai sentimenti provati a decide di intervenire. Usa i suoi poteri per salvare il regno e ne ottiene lo scongelamento del cuore (un po’ come la scheggia fuoriuscita dagli occhi). Il sovrano della maledizione era dunque Hans. In questa versione però si temeva di non sentirsi emotivamente legati a Elsa, considerando come fosse stata cattiva per tutto il film. Si decise dunque di fare di lei il simbolo della paura e di Anna quello della forza dell’amore.

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