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Aladdin, 5 buoni motivi per vedere il nuovo film Disney di Guy Ritchie

Cinema

Andrea Cominetti

Dalla scelta dei protagonisti al budget stellare, che ha permesso a Guy Ritchie di fare le cose in grande

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Appena uscita nelle sale italiane, la versione in live action di «Aladdin» (QUI, le foto della premiere) è la pellicola da andare assolutamente a vedere in questo periodo. Perché? Eccovi cinque più che valide ragioni.

I protagonisti

Sono i migliori possibili. E, in questo caso, non è un modo di dire, considerando che, per decidere chi avrebbe dovuto interpretare i ruoli di Aladdin e Jasmine, Disney ha provinato oltre duemila attori provenienti da ogni parte del mondo. Alla fine, la scelta è caduta su due quasi esordienti: Mena Massoud, nato in Egitto e cresciuto in Canada (a Toronto) e Naomi Scott, cantante e attrice di origini sud-asiatiche cresciuta nel Regno Unito (a Londra).

Gli effetti speciali


Sono tanti e di diverso tipo. Dalla performance capture, che registra movimenti e le espressioni facciali degli attori per applicarli in un secondo momento a un personaggio virtuale, fino alla «classica» animazione in computer grafica.

Le canzoni


Sono uno dei motivi per cui l’originale animato del 1992 è passato alla storia e torneranno tutti qui, pronte nuovamente a emozionarci. Non solo, perché il live action contiene un’ulteriore nuova canzone: «Speechless», cantata da Naomi Scott e composta da Alan Menken e dai parolieri di «La La Land».

Il personaggio di Dalia


Oltre a Speechless», tra le novità della pellicola c’è anche il personaggio di Dalia: amica oltreché ancella e consigliera fidata di Jasmine. Interpretato dall’attrice iraniana naturalizzata statunitense Nasim Pedrad, dovrebbe rappresentare il contraltare della principessa ed aiutarla a far emergere altre sfaccettature del proprio carattere.

Il budget

Stellare, che ha permesso a Guy Ritchie di fare le cose in grande. Basti pensare alla parata davanti al palazzo del Sultano, dove Aladdin veste i panni del principe Alì. Qui, il protagonista entra in scena a bordo di un cammello alto nove metri e costituito da 37.000 teste di fiori, con attorno 250 ballerini e oltre 200 comparse. Per loro, il costumista Michael Wilkinson e il suo dipartimento hanno dovuto creare da zero più di 200 costumi.