Zac Efron interpreta Ted Bundy, uno dei più spietati serial killer della storia. Questa la sua vera storia che ha ispirato il film "Ted Bundy - Fascino criminale"
Ha sorpreso tutti l’interpretazione di Zac Efron nel film “Ted Bundy – Fascino criminale”. L’ex star di High School Musical è il protagonista della pellicolata al cinema dal 9 maggio e che tratta la figura di uno dei più famosi killer della storia americana. Il biopic è raccontato dal punto di vista della fidanzata dell’epoca e viene raccontato l’arresto di Ted e i vari processi che sono seguiti. Una storia vera che si ispira al libro di memorie di Elizabeth Kloepfer, firmato con il nome d’arte di Elizabeth Kendall. L’inizio del film vede la stessa donna con volto segnato e capelli bianchi recarsi in carcere per incontrare Ted Bundy con cui ha vissuto una lunga storia d’amore in giovinezza. Si ritorna quindi indietro con la memoria e all’incontro tra i due. La relazione tra Elizabeth e Ted Bundy durò sei anni. All’epoca, la donna aveva già un matrimonio alle spalle. Ted Bundy è stato autore di oltre 30 delitti tra il 1974 e il 1978, alcune volte decapitando le giovani vittime. Il serial killer fu incarcerato una prima volta nel 1975 per sequestro di persona, riuscì a fuggire e fu nuovamente catturato nel 1978. Avendo studiato legge, Bundy ottenne di difendersi da solo nel processo a suo carico, riuscendo anche a rimandare la propria esecuzione. Il 24 gennaio 1989 Ted Bundy fu giustiziato sulla sedia elettrica.
La storia vera di Ted Bundy
Il film dedicato a Ted Bundy, che nel cast vede anche a presenza di Lily Collins, rimette sotto i riflettori la storia di uno dei serial killer più spietati mai visti. Omicida, stupratore, necrofilo e un sadico sociopatico che traeva piacere dal dolore altrui. Un personaggio che all’epoca suscitò scalpore per l’attenzione mediatica e di tantissime groupie che nel 1980 si accalcavano fuori al tribunale che ne avrebbe decretato la condanna a morte. Nato nel 1946 a Burlington nel Vermont, Theodore Robert Bundy è stato cresciuto dai nonni nei primi tre anni e a vent’anni scoprì che quella che credeva fosse la sorella era in realtà la madre. Intelligente, ambizioso e affascinante, si laureò in psicologia e iniziò gli studi giuridici inoltre si occupò anche di volontariato. In realtà nascondeva un lato oscuro che neanche la sua compagna aveva mai scoperto. Pieno di attenzioni e sempre sorridente, era bravo a creare rapporti e amicizie che gli permettevano di non avere sospetti sulla sua persona. Neanche quando si sparse la voce che un certo Ted come responsabile di una serie di rapimenti e violenti omicidi di giovani donne, la sua ragazza Elizabeth credeva fosse lui. Decise di denunciarlo solo dopo le insistenze di un’amica.
I motivi dei suoi delitti
Durante i processi vennero ricostruite le dinamiche che permettevano a Ted Bundy di attirare le sue vittime. Di solito indossava una falsa ingessatura al braccio o alla gamba e si mostrava bisognoso di aiuto per trasportare qualcosa. Spesso puntava a giovani ragazze carine e di buona famiglia e si presentava sempre con il suo nome di battesimo. La sua ossessione era Stephanie Brooks, una upper class girl che apparteneva al mondo che Ted avrebbe sempre voluto. È per questo che le sue vittime somigliavano quasi sempre a questa donna. La fine della loro relazione platonica potrebbe essere la causa scatenante dei suoi delitti. Dopo numerosi rifiuti, l’uomo riuscì a riconquistarla e poi l’abbandonò dopo averle chiesto di sposarlo. Tra i suoi delitti più efferati quello presso l'Associazione studentesca femminile Chi Omega nel campus dell'Università della Florida. In quell’occasione uccise due ragazze con un grosso ceppo di legno e ne ferì gravemente altre due. L’ultimo crimine è avvenuto in Floride quando rapì e uccise Kimberly Diane Leach di soli 12 anni. Spesso ritornava sulla scena del crimine per avere rapporti sessuali con i cadaveri in decomposizione e conservava le teste delle vittime nel suo appartamento come trofeo. Incarcerato nello Utah nel 1975 per sequestro di persona con tentata aggressione, progettò due fughe e venne nuovamente catturato in Florida nel 1978. Ricevette tre condanne a morte in due processi separati per gli omicidi in Florida. Al processo rifiutò il patteggiamento dichiarandosi colpevole, in cambio del carcere a vita, ma la Giuria credette alle prove e non alle sue parole. A pochi giorni dall'esecuzione della condanna raccontò tutto sui propri atroci crimini.