
Franca Rame, 10 anni fa l'addio. La sua storia fra teatro, politica e l’amore con Dario Fo
L’attrice e drammaturga moriva a Milano il 29 maggio 2013, dopo una vita dedicata all’arte e alla lotta per una società più giusta. Un impegno, quello politico, condiviso con l’amore di una vita e passato per una breve parentesi in Parlamento. Autrice e interprete di testi teatrali, negli anni ’70 aderisce alla causa femminista e tre anni dopo viene sequestrata da un gruppo di estrema destra: un'esperienza drammatica che diventa un capitolo della sua battaglia e uno dei suoi spettacoli più crudi, “Lo stupro”
Il teatro come veicolo per un profondo impegno politico, condiviso con l’amore di una vita, il Premio Nobel per la Letteratura Dario Fo. Il teatro come racconto della lotta per una società più giusta, più volte ostacolato - ma mai fermato - da censure e da un violento sequestro. Un mestiere, quello del teatro, che "non ho scelto io. Quando ho capito che non mi interessava fare l'attrice, ormai ero troppo vecchia per trovarmi un altro lavoro", raccontava Franca Rame, attrice, drammaturga e politica scomparsa 10 anni fa, il 29 maggio del 2013
70 opere pittoriche inedite di Dario Fo in un libroFranca Rame nasce a Villastanza (Parabiago, Milano) il 18 luglio 1929 da una famiglia di attori con una tradizione teatrale che pare risalga al Seicento. Sale sul palco a soli 8 giorni di vita in una delle commedie allestite dalla famiglia, poi nel 1950 debutta in Ghe pensi mi di Marcello Marchesi
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In quegli anni Franca Rame conosce Dario Fo, che sposa nel 1954: dalla loro unione nasce nel '55 il figlio Jacopo. È il 1951, in scena all'Odeon, la Compagnia Nava-Parenti con Sette giorni a Milano. Lui, 25 anni, alto e spilungone, strappa applausi con un monologo su Caino e Abele. Lei, 22 anni, è corteggiatissima da stuoli di ammiratori. "Non mi avvicinavo nemmeno - avrebbe confessato lui dopo - Mi dicevo: con tutti questi mosconi, neanche mi vede"
Un murale per Dario Fo e Franca RamePoi una sera, dietro le quinte, lo hanno raccontato più volte, è lei a prendere la situazione in mano: lo spinge contro un muro e lo bacia. "Meno male, ridevo dentro di me, che non mi ha detto: ‘Signorina come si permette? Si tolga dalla mia bocca!'. Poi ci siamo innamorati", racconta lei anni dopo nel libro Non è tempo di nostalgia, frutto dell'intervista con Joseph Farrell
Nel 2016 moriva Dario Fo, una vita sul palcoscenico
Nasce così una coppia forte e solidale, in cui quella che poteva sembrare la figura più ingombrante, il Premio Nobel Dario Fo, riconosce sempre il debito che ha con Franca, l'unica autorizzata a fargli da terzo occhio, a criticarlo sino a metterlo in crisi ("In quei casi la odio, ma non riesco a non darle retta") vista la grande sensibilità scenica di lei, che sul palcoscenico è praticamente nata
Premio Nobel, tutti i vincitori italiani
Per Franca e Dario è il periodo delle commedie paradossali, dai titoli buffi, come Chi ruba un piede è fortunato in amore e Isabella, tre caravelle e un cacciaballe. Nel 1962 i due sbattono la porta di una Canzonissima di successo per la censura imposta alle loro performance dichiaratamente politiche. Un esilio dalla Rai che dura fino al 1977

Nel frattempo l'Italia ha attraversato tanti drammi, fra cui gli Anni di Piombo, e la coppia Fo-Rame radicalizza la sua scelta più a sinistra del PCI. Sempre con Dario, Franca Rame esce dal circuito dell'Eti per fondare il collettivo teatrale "Nuova Scena" e poi "La Comune", con cui interpreta in fabbriche e scuole occupate spettacoli di satira e di controinformazione politica. Di quel periodo sono Morte accidentale di un anarchico e Non si paga! Non si paga!. Durante gli spettacoli del loro collettivo teatrale si raccolgono fondi per i detenuti politici

Negli anni Settanta Franca Rame partecipa al movimento femminista e nel '73 viene sequestrata da un gruppo di estrema destra che la sottopone a sevizie e violenza sessuale: un'esperienza drammatica che diventa un capitolo della sua battaglia politico-sociale e nel 1981 uno spettacolo, Lo stupro. "Non sono mai riuscita a perdonare - dice anni dopo - Lo stupro procura una ferita insanabile nell'animo"

Da quando aderisce al movimento femminista negli anni '70, Franca Rame scrive testi e li recita da sola, specie quelli incentrati sulla denuncia del ruolo della donna. Parliamo di donne è il titolo di un suo fortunatissimo dittico, due atti unici, L'eroina (sulla droga) e La donna grassa, e il suo Tutta casa, letto e chiesa. Nel ’74, sempre insieme a Dario Fo, occupa e trasforma in teatro la Palazzina Liberty a Milano
Una storia non facile quella di Franca, con momenti, come il riflusso anni '80, in cui dice di essere stanca e voler lasciare: "Il mestiere del teatro non l'ho scelto io, sul palcoscenico mi ci hanno portato i miei genitori da quando avevo otto giorni per fare il figlio neonato di Genoveffa di Bramante. Recitare per me ha senso solo se mi permette di fare politica. Quando ho capito che non mi interessava fare l'attrice, ormai ero troppo vecchia per trovarmi un altro lavoro e ho continuato, nonostante quella del teatro sia una vita molto faticosa"
Nel 1999 Franca Rame riceve, insieme al marito, la laurea honoris causa dell'Università di Wolverhampton. Nel 2006 entra in Parlamento come senatrice con L’Italia dei Valori. A Palazzo Madama rimane solo 19 mesi, fino al 15 gennaio 2008, quando si dimette: non ce la fa più a stare in quelle istituzioni che sente "impermeabili e refrattarie a ogni sguardo, proposta e sollecitazione esterna, cioè non proveniente da chi è espressione organica di un partito o di un gruppo di interesse organizzato"

Eletta in Senato, Franca Rame incontra Andreotti, da sempre bersaglio della satira aspra del marito: "Quando seppi che avrei partecipato a una riunione presieduta da Andreotti, mi agitai moltissimo - racconta anni dopo - Non avevo voglia di incontrarlo. Pensavo: 'Mi dò malata, chissà come sarà seccato di vedermi'. Entrai nella sala e Andreotti mi abbracciò dicendo: 'Piccina, (avevo 77 anni), il tuo sorriso', dandomi del tu, 'illumina il Senato'"

Da parlamentare Franca si batte contro la precarietà dei portaborse, contro le "morti bianche" e per il riconoscimento dello status di vittime di guerra per i militari contaminati dall'uranio impoverito. E poi l'impegno contro gli sprechi di denaro pubblico: sul tema organizza a sue spese un convegno al quale non partecipa nessuno dei senatori invitati. Vuole licenziare i dipendenti statali condannati. È con il comitato per il "no" alla base Nato di Vicenza e ai Centri di detenzione per gli immigrati

Nel 2008, nella lunga lettera di dimissioni scritta al presidente dell’assemblea del Senato Franco Marini, Franca Rame prende in prestito le parole dell'amico Leonardo Sciascia, anche lui dimessosi dalla Camera nel 1983 a fine legislatura, per spiegare le ragioni della sua scelta: "Non ho, lo riconosco, il dono dell'opportunità e della prudenza, ma si è come si è". E Franca non ne può più di restare dove le sue interrogazioni sono "tutte rimaste senza risposta"
Il 19 aprile 2012 Franca Rame viene colpita da un ictus e ricoverata d'urgenza al policlinico di Milano. Muore il 29 maggio 2013, a 83 anni, nella sua casa del quartiere di Porta Romana

Era lei "l'autrice più rappresentata, quella che ha fatto il record di messe in scena con Coppia aperta, quasi spalancata", dice Dario Fo al Teatro Strehler alle migliaia di persone riunitesi per l’ultimo saluto a Franca. "Pochi lo sanno ma la gran parte degli spettacoli che trattavano di questioni prettamente femminili è stata Franca ad averli scritti, elaborati e poi li ha recitati al completo spesso anche da sola. E io mi sono trovato a collaborare solo per la messa in scena"
Gli allievi dell'Accademia della Scala danzano al Teatro Strehler