
Vermeer, chi era davvero il "pittore del mistero" che stregò l'Europa. FOTO
LIBRO DELLA SETTIMANA E' conosciuto ai più per la "Fanciulla con perla all’orecchio", reso celebre grazie a un libro e a un film. Ma il suo genio nasce dall’aura enigmatica dei suoi quadri, come racconta un libro di Arasse. Foto - Video

Il pittore dall’aura enigmatica: è questa la definizione che accompagna le opere di Jan Vermeer (1632-1675). Una caratteristica rara e inconfondibile, la cui analisi è al centro di saggio da poco pubblicato da Carocci. Si intitola “L’ambizione di Vermeer” ed è a firma di uno dei più importanti critici contemporanei, il compianto Daniel Arasse (nella foto, "Signora seduta al virginale", olio su tela, 1674 circa Londra, National Gallery. Credits: Carocci)
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Nel saggio di Arasse, l’aura enigmatica insita nei quadri del pittore olandese non è analizzata quale dimensione misteriosa e ineffabile ma come il risultato di una deliberata scelta artistica (nella foto, Johannes Vermeer, "Fanciulla in giallo che scrive una lettera", olio su tela, 1665 circa, Washington dc, National Gallery of Art, donazione di Harry Waldron Havemeyer e di Horace Havemayer Jr. Credits: Carocci)
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Il “mistero” che caratterizza ai nostri occhi certi quadri di Vermeer – spiega Arasse – non è di ordine soltanto poetico, un valore ineffabile aggiunto alla superficie dipinta. Se “mistero” c’è in Vermeer, dice il critico, non si tratta di un “enigma” né di un “segreto”. È piuttosto un intento dell’opera (Nella foto, Johannes Vermeer, La lattaia, olio su tela, 1658-60 circa, Amsterdam, Rijksmuseum. Credits: Carocci)
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Questo “mistero” – spiega sempre Arasse – non è nemmeno un capriccio del pittore. Risponde alle condizioni nelle quali Vermeer ha esercitato la pittura per ventidue anni a Delft, tra il 1653 e il 1675 (Credits: Johannes Vermeer, "Soldato con ragazza sorridente", olio su tela, 1657 circa, New York, Frick Collection. Credits: Carocci)
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Sulla vita di Vermeer abbiamo poche notizie. Sappiamo che nel 1675, tre anni dopo essere stato eletto per la seconda volta sindaco della gilda di San Luca, muore pieno di debiti (Johannes Vermeer, "Donna in azzurro che legge una lettera", olio su tela, 1663-64 circa, Amsterdam, Rijksmuseum)
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Vermeer non era povero. Il suo reddito annuo globale ammontava per lo meno a 850 fiorini, la stessa cifra dei guadagni annuali del proprietario di una fabbrica di maioliche a Delft (Johannes Vermeer, attr., "Fanciulla con cappello rosso", olio su tavola, 1665 circa, Washington dc, National Gallery of Art)
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La particolarità di Vermeer - spiega sempre Arasse - è che, “pur in presenza di una pratica che mostra il suo estremo attaccamento al 'mestiere' di pittore, egli non lo esercita come se dovesse assicurargli il benessere materiale” (Johannes Vermeer, "Donna che legge una lettera davanti alla finestra", olio su tela, 1657 circa, Dresda, Staatliche Kunstsammlungen, Gemäldegalerie Alte Meister. Credits: Carocci)
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Vermeer non appartiene alla categoria dei "pittori-gentiluomini" (liberi di praticare la propria arte come vogliono, anche al punto di rinunciarvi). Semplicemente, la sua situazione famigliare relativamente agiata gli consente di non aver bisogno della sua attività di pittore per vivere e, dunque, di non essere costretto a dipingere molto ("Il geografo", olio su tela, 1668-69 circa, Francoforte, Städelsches Kunstinstitut, Credits: Carocci)
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Da qui il numero relativamente esiguo dei suoi quadri. Tra cui spicca "Fanciulla con perla all’orecchio", un dipinto reso celebre al grande pubblico grazie al libro di Tracy Chevalier e al film di Peter Webber con protagonista Scarlett Johanson (olio su tela, 1667 circa L’Aia, Koninklijk Kabinet van Schilderijen, Mauritshuis. Credits: Carocci)
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A differenza dei suoi contemporanei, spiega Arasse, Vermeer elimina dalla sua rappresentazione ogni presenza del mondo esterno. Una delle rare eccezioni è la “Veduta di Delft”. Il pittore olandese, la cui tecnica è considerata da molti osservatori per certi aspetti ancora insuperata, muore in questa città il 15 dicembre 1675 a 43 anni (olio su tela, 1660-61 circa, L’Aia)
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Il saggio "L'ambizione di Vermeer" di Daniele Arasse (pp. 188, euro 28) contiene anche la riproduzione delle opere dell'artista