Nella sua nuova newsletter, la modella ha celebrato il percorso di cure affrontato per il tumore ovarico al terzo stadio anche grazie all'amore della famiglia, del fidanzato e delle figlie
“Oggi festeggio l’essere viva, perché un anno fa pensavo che sarei morta in un letto d’ospedale e che le mie figlie sarebbero cresciute senza madre”. Nella sua nuova newsletter, Bianca Balti ha celebrato il percorso di cure affrontato per il tumore ovarico al terzo stadio che lo scorso settembre lei stessa aveva annunciato sui social. “Perché oggi so che l’unica cosa che rende la vita degna di essere vissuta è l’amore. L’amore mi ha sostenuto nel dolore ed è ciò che rimane quando tutto il resto svanisce”. La modella ha scritto di non aver “mai sperimentato la mortalità fino a quella notte, al pronto soccorso del Providence St. Joseph’s Hospital di Burbank, quando un medico ha pronunciato le parole che mi hanno spezzato la vita in due. Cancro ovarico allo stadio 3. Il tumore si era diffuso oltre la sua sede originale, fino al diaframma. Non ancora nei polmoni. Non ancora al quarto stadio. Ma quasi. L’unico modo per conoscerne l’estensione completa era aprirmi completamente”. Le figlie Matilde, 18 anni, avuta dal fotografo Christian Lucidi, e Mia, 10 anni, nata dal matrimonio con il dj Matthew McRae, l’avevano aspettata a casa, convinte, proprio come lei, che sarebbe rientrata entro un paio d’ore. Poi, l’arrivo della diagnosi. “Ricordo di aver pensato: “Sto per morire”. Erano le 21 quando ho avuto la notizia. Ho aspettato che mio padre si svegliasse in Italia per avere qualcuno da chiamare. Non volevo svegliare le mie amiche, tutte con figli, o essere un peso per il mio nuovo fidanzato”. Dopo aver chiesto aiuto, la famiglia, il fidanzato Alessandro Cutrera e le amiche non l’hanno mai lasciata sola nelle cure, dall’intervento della durata di sei ore, in merito al quale Balti ricorda che “la notte dopo mi sono svegliata con un dolore che non credevo possibile”, ai cicli di chemioterapia.
BIANCA BALTI: "LA VICINANZA ALLA MORTE MI HA RESA PIÙ AUTENTICA"
“Quasi un anno dalla mia diagnosi, e sono qui. Sto vivendo la vita più profondamente e in modo più significativo di quanto abbia mai fatto, assaporando ogni giorno in modo diverso. Ma sono viva, e ciò che mi dà speranza è la ricerca scientifica e il fatto che, grazie a questa campagna, ci stiamo avvicinando a un test in grado di rilevare precocemente questo tumore”, aveva detto Bianca Balti alla fine di agosto in una video-intervista pubblicata sulla pagina Instagram del brand australiano Camilla and Marc. La modella, infatti, è diventata il volto della campagna Ovaries. Talk About Them, che ormai giunta alla sesta edizione supporta la vendita di magliette per raccogliere fondi per la ricerca sul cancro ovarico, e in particolare per sostenere lo sviluppo del primo test al mondo di diagnosi precoce di tale malattia tramite Dna. “Questo cambierebbe tutto, trasformando il tumore ovarico da “killer silenzioso” a qualcosa che si può scoprire e curare in tempo per continuare a vivere la propria vita. Credo che sarebbe davvero rivoluzionario”. La modella poi riflettuto: “Si dà molto più valore a ciò che è veramente importante quando si è così vicini alla morte. Questa esperienza mi ha portata a essere più autentica”.