
Nel processo per traffico sessuale e racket in corso a New York, Capricorn Clark ha accusato il rapper e produttore musicale di averla rapita per portarla a casa di Kid Cudi, il cantante con il quale l'ex fidanzata Cassie Ventura avrebbe avuto una relazione clandestina nel 2011. La dipendente avrebbe anche assistito a presunte aggressioni fisiche di Puff Daddy alla donna, e sarebbe stata lei stessa vittima di minacce
A New York una nuova testimonianza ha scosso il processo per traffico sessuale e racket a carico di Sean “Diddy” Combs che, se condannato, rischia l’ergastolo. Capricorn Clark, dipendente di lunga data del rapper e produttore musicale, ha infatti accusato Puff Daddy di averla rapita con una pistola per portarla a casa del cantante Kid Cudi. Nel 2011, la donna era direttrice del brand di P. Diddy e amica intima della sua fidanzata dell’epoca, Cassandra “Cassie” Ventura, che avrebbe iniziato una frequentazione proprio con Kid Cudi. Clark l’avrebbe aiutata ad acquistare un telefono usa e getta per tenere segreta a Combs la sua nuova relazione, ma lui l’avrebbe comunque scoperto e una mattina di dicembre si sarebbe presentato a casa di Clark a Los Angeles. Avrebbe allora impugnato una pistola mentre “camminava avanti e indietro. Era furioso”, ha raccontato la donna. Lui l’avrebbe poi obbligata ad accompagnarlo a casa di Kid Cudi, sulle colline di Hollywood, dove avrebbe poi fatto irruzione insieme a una delle sue guardie del corpo. Nel frattempo, Clark avrebbe avvisato Ventura, chiedendole anche di impedire al proprietario dell’abitazione di tornare a casa perché altrimenti si sarebbe fatto “ammazzare”.
IL PRESUNTO INSEGUIMENTO E LA PRESUNTA AGGRESSIONE
Kid Cudi sarebbe comunque tornato a casa, e secondo Clark sarebbe stato allora protagonista insieme a Combs di un inseguimento in auto. La versione della donna, però, non coinciderebbe con la testimonianza rilasciata pochi giorni fa dallo stesso rapper, che aveva invece raccontato di aver trovato la casa vuota al suo arrivo. Ad ogni modo, secondo il racconto della dipendente, Combs avrebbe in seguito intimato a lei e a Ventura di convincere Kid Cudi a non fare il suo nome alla polizia. Dopo essersi riuniti a casa di Puff Daddy, lui avrebbe poi preso “immediatamente” a calci Ventura sulle gambe e sulla schiena “con tutta la sua forza”. L’ex fidanzata “piangeva in silenzio”, ha dichiarato Clark, che avrebbe quindi chiamato le guardie del corpo per intimargli di fermarsi. La dipendente ha anche spiegato il motivo per il quale non avrebbe tentato di bloccarlo lei stessa. “Ha detto che se mi fossi intromessa, avrebbe fatto a pezzi anche me", ha detto. "Mi si stava spezzando il cuore a vederla colpita in quel modo”. Clark avrebbe poi avvertito la madre di Ventura, ma non la polizia. “Non l’ho mai fatto”, ha detto tra le lacrime. Sul presunto incendio che secondo Kid Cudi nel 2012 Puff Daddy avrebbe orchestrato ai danni della sua auto, invece, Clark non saprebbe nulla. In ogni caso, la donna ha dichiarato di aver denunciato i presunti rapimento, minacce e abusi fisici all’allora presidente della Bad Boy Records, Harve Pierre, che avrebbe però ignorato la questione. Cinque mesi dopo, sarebbe stata infine licenziata con un pretesto.

Approfondimento
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LA MACCHINA DELLA VERITÀ
Durante il periodo nel quale aveva lavorato per Combs, Clark avrebbe ricevuto frequenti minacce, anche di morte. La donna, che è stata licenziata più volte, è tornata a lavorare per Puff Daddy di tanto in tanto tra il 2004 e il 2018 perché ha avuto difficoltà a mantenere altri impieghi e ha perso macchina, casa, assicurazione sanitaria e altri benefici prima invece forniti dalla società. L’ex dipendente ha infine descritto un episodio che sarebbe avvenuto tra il 2004 e il 2006, quando era assistente personale di P. Diddy. Lei avrebbe dovuto portare con sé in un viaggio a Miami tre gioielli che lui avrebbe noleggiato, ma che sarebbero poi scomparsi. Il rapper l’avrebbe allora rispedita nel suo ufficio di New York, dove un uomo “robusto” l’avrebbe sottoposta per cinque giorni ai test della macchina della verità. “Se fallisci questo test, ti butteranno nell’East River”, le avrebbe detto. La prova non avrebbe dato particolari esiti, ma lei sarebbe rimasta ugualmente “pietrificata” dall’accaduto. “Stavo solo cercando di sopravvivere”, ha spiegato Clark, giustificando così la mancata denuncia alla polizia.
