Trump vs Springsteen, dal "prugna secca" al video della pallina da golf, cosa è successo

Spettacolo

Camilla Sernagiotto

©Ansa

Ecco la cronaca di una faida pubblica tra palco e social: una ricostruzione della tensione crescente tra il presidente americano e il rocker del New Jersey. Il conflitto è esploso a livello internazionale e ha assunto toni personali e caricaturali, coinvolgendo social media, dichiarazioni pubbliche e persino un video modificato digitalmente per colpire l’immaginario collettivo. L’alterco ha infiammato la scena politica e culturale americana, trasformandosi rapidamente in uno scontro mediatico senza precedenti

Trump vs Springsteen: il palco (e la Casa Bianca) diventano i ring di una strana, unica - e alquanto imbarazzante - disputa che coinvolge due icone a stelle e strisce.
Da un lato c'è il presidente degli Stati Uniti d'America, dall'altro c'è uno dei cantautori statunitensi più famosi del globo terracqueo.

 

Dalle critiche mosse da Bruce Springsteen a Donald Trump fino alle reazioni di quest’ultimo (che ha definito “prugna secca” il rocker del New Jersey, ha poi dichiarato che avrebbe richiesto un’indagine su di lui e, ancora, ha creato un video fake in cui lo colpisce con una pallina da golf), ripercorriamo le assurde fasi di questa pazzesca vicenda “tra palco e realtà”, per citare il “nostro Bruce Springsteen”, ossia Luciano Ligabue (che non ci immagineremmo mai che possa litigare con Sergio Mattarella…).

 

Di seguito trovate la cronaca di una faida pubblica, una ricostruzione della tensione crescente tra il presidente americano e il Springsteen. Il conflitto è esploso a livello internazionale e ha assunto toni personali e caricaturali, coinvolgendo social media, dichiarazioni pubbliche e persino un video modificato digitalmente per colpire l’immaginario collettivo. L’alterco ha infiammato la scena politica e culturale americana, trasformandosi rapidamente in uno scontro mediatico senza precedenti.

Springsteen vs Trump: attacco dal palco

Il primo colpo è stato sferrato da Bruce Springsteen mentre si trovava in Inghilterra, durante il concerto inaugurale del suo tour europeo Land of Hope and Dreams, andato in scena mercoledì 14 maggio 2025. Sul palco della Co-op Live di Manchester, il celebre cantautore ha trasformato lo show in un appello politico, lanciando dure critiche contro la leadership statunitense.

 

Nel pieno del suo discorso, il rocker ha affermato: «Nel mio Paese, l’America che amo, l’America di cui ho scritto, che è stata un faro di speranza e libertà per 250 anni, è attualmente nelle mani di un’amministrazione corrotta, incompetente e traditrice». E ha poi invocato la resistenza democratica con un monito: «Stasera chiediamo a tutti coloro che credono nella democrazia e nel meglio del nostro esperimento americano di unirsi a noi, di alzare la voce contro l’autoritarismo e di far risuonare la libertà!».
Le sue parole, pronunciate davanti a migliaia di spettatori britannici, sono state successivamente condivise in forma integrale sul sito web ufficiale dell’artista e sui suoi canali social, accompagnate da un video che ne amplificava l’eco internazionale.

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La risposta del presidente Usa

La replica del presidente americano non si è fatta attendere. Venerdì 16 maggio 2025, con un post pubblicato sul suo social network Truth Social, Donald Trump ha scelto di scendere su un piano personale e sarcastico, allontanandosi da qualsiasi tono istituzionale. In una serie di affermazioni al vetriolo, ha definito Springsteen un «prepotente, fastidioso IDIOTA», accusandolo di aver sempre sostenuto «Joe Biden, lo SCEMO mentale più incapace», e attribuendogli un aspetto fisico degradante: «Questo 'prugnone' di rocker (la sua pelle è tutta raggrinzita!) dovrebbe TENERE LA BOCCA CHIUSA finché non torna nel Paese».

 

Il presidente statunitense ha poi proseguito, insinuando che Springsteen fosse colluso in attività finanziarie irregolari legate alla campagna di Kamala Harris, affermando con tono allarmistico: «Quant’è che Kamala Harris ha pagato Bruce Springsteen per quella sua penosa performance durante la sua campagna presidenziale?» e suggerendo che si trattasse di un «grosso e illegale contributo elettorale».
Nonostante la gravità delle accuse, al momento non è emersa alcuna prova concreta a sostegno delle affermazioni di Trump, fanno sapere da CBS News.

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Il video fake: Trump trasforma la polemica in satira digitale

Nel culmine della controversia, Donald Trump ha pubblicato un video modificato, un fake insomma, in cui - attraverso un montaggio digitale - finge di colpire Bruce Springsteen con una pallina da golf durante un suo concerto. Il filmato inizia con una clip reale dell’ex presidente mentre gioca a golf indossando un cappellino con l’ormai proverbiale scritta “MAGA” (acronimo di Make America Great Again), seguita da una scena in cui Springsteen inciampa e cade sul palco, con una pallina animata che lo colpisce simbolicamente alla schiena.

 

Il video, diventato virale nel giro di poche ore (potete guardarlo in fondo a questo articolo), ha rappresentato un momento chiave nella retorica trumpiana: la trasformazione dello scontro politico in caricatura digitale, destinata più a galvanizzare la propria base che a instaurare un vero dibattito.

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Una faida lunga anni: il disprezzo reciproco

Il conflitto tra Bruce Springsteen e Donald Trump non è nuovo. Già nel 2016, durante un’intervista rilasciata all’edizione americana del magazine Rolling Stone, il cantante aveva definito l’allora candidato alla presidenza un «idiota». Nel 2020, nel pieno della campagna per la rielezione, aveva espresso il timore che la democrazia americana non avrebbe retto un secondo mandato di Donald Trump.

 

Durante le elezioni del 2024, Springsteen ha sostenuto apertamente Kamala Harris, ribadendo la propria opposizione a Trump e definendolo «il candidato più pericoloso alla presidenza della mia vita». Le sue parole hanno sempre avuto un forte peso nell’arena pubblica americana, specie tra coloro che vedono nella sua musica un’espressione dell’identità nazionale progressista.

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Una disputa simbolica dell’America divisa

Quello tra Trump e Springsteen non è soltanto uno scontro tra due personaggi pubblici. È il riflesso drammatico di un Paese profondamente polarizzato, dove l’arte e la politica si intrecciano nel dibattito sul futuro della democrazia americana.

Da un lato, una figura iconica della cultura popolare che utilizza il palco come tribuna morale. Dall’altro, un presidente che trasforma il dissenso in bersaglio, riducendo ogni critica a un attacco personale.

 

Al di là degli insulti e delle provocazioni, questa querelle evidenzia un divario ideologico che attraversa gli Stati Uniti e che, ancora una volta, trova voce nei toni esasperati dello scontro tra due simboli opposti dell’America contemporanea.

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