La "Nuova Scena" è rap, identitaria e donna: parola di Fabri Fibra, Geolier e Rose Villain

Spettacolo
Valentina Clemente

Valentina Clemente

Foto di Karim El Maktafi

Ventisette concorrenti, tre giudici, un vincitore: inizia il 19 febbraio “Nuova Scena - Rhythm + Flow Italia”, show alla ricerca dei protagonisti della nuova scena rap. Una competizione musicale suddivisa in otto episodi in cui i talenti, giudicati da Fabri Fibra, Geolier e Rose Villain, dovranno misurarsi in prove di freestyle, rap battle, videoclip e feat. Al vincitore, scelto nella finale del 4 marzo, 100.000 euro. Gli episodi sono disponibili su Netflix, visibili anche su Sky Glass e Sky Q

La "Nuova Scena" sta arrivando. È solo una questione di tempo. È rap. Ed è anche donna. A trovarla tre giudici d’eccezione: Fabri Fibra, Geolier e Rose Villain. Disponibile dal 19 febbraio su Netflix, e quindi visibile anche su Sky Glass e Sky Q, Nuova Scena – Rhythm + Flow Italia è la competizione musicale del mondo rap, alla ricerca dei nuovi protagonisti. Ventisette concorrenti, un premio finale di centomila euro ma soprattutto il prestigio di collaborare con i più grandi talenti del rap italiano. Otto episodi, suddivisi in tre parti: si inizia da Roma, Napoli e Milano, città-chiave del rap italiano. Affiancati da alcuni dei più importanti artisti del nostro paese, Fibra, Geolier e Rose sceglieranno i ragazzi da portare alla fase successiva, raccontata negli episodi 5, 6 e 7, disponibili da lunedì 26 febbraio, quando inizierà la vera battaglia. O meglio: rap battle. E non solo. Tra i protagonisti anche tante ragazze, che non hanno nulla da invidiare ai colleghi maschi. La finale il 4 marzo. Abbiamo incontrato le tre figure chiave dello show: con loro abbiamo parlato di determinazione, talento e identità, e non solo musicale.

Da Aelle a Nuova Scena

Fabri, alcuni anni fa c’era Aelle, poi AL Magazine, rivista di cultura hip hop. Ora c’è “Nuova Scena”, su Netflix. Quando è importante raccontare il rap, attraverso la televisione?

Credo che, al di là dei fan del rap che già sanno dell’esistenza dello show e che lo stanno aspettando, ci sarà una generazione di ragazzi che non sanno nulla di tutto questo e, anche grazie a questo show, verranno a conoscenza del mondo rap. Da lì avranno quella folgorazione che ho avuto io quando, la prima volta che ho comprato Aelle in edicola e vedevo i graffiti, le copertine dei dischi. Oppure quando ho sentito le rime di J-Ax a Radio Deejay e mi sono detto: ma cos’è questa roba qua?! Quella cosa che è successa a me, ne sono sicuro, è il motivo per cui abbiamo fatto questo show. Succederà a tanti ragazzi. Sai, quanto senti una canzone è diverso da quando vedi qualcuno che la fa: è fortissimo l’impatto estetico, ed è quello che ti arriva

Il rap è donna

Il rap è anche donna. Rose, tu ce lo insegni: sei un’artista urban che abbraccia più generazioni. Aprirai i concerti italiani dei Coldplay insieme ad un’altra artista, donna, Janelle Monáe. E sono molte le artiste che hai conosciuto grazie a questo show. In cosa ti hanno impressionato?

Mi ha impressionato che non ci fosse alcuna differenza tra loro e i ragazzi: ce ne sono alcune che sono emerse in maniera molto toccante. Come dovrebbe essere! Sono meno, ma è solo un numero ed è quello che effettivamente rispecchia l’attualità, ma si sono tutte fatte valere senza alcuna timidezza

 

Non si dovrebbe più parlare di colore, sesso, età, ma solo di musica, senza distinzioni…

Per me l’arte è unisex: che poi ci sia una disparità, sì. Ma come accade in tanti altri ambiti, il gender gap esiste. La differenza, però, quando si parla di talento e arte, non c’è.

Milano, Roma, Napoli

Geolier, porti la tua ferrea volontà napoletana e quella della SLF, un collettivo di creativi fortissimo che stai facendo conoscere a tutti. Era importante portarla, in un programma come questo, e diffondere il vostro messaggio?

Portare la SLF; di cui faccio parte, è essere reale con me stesso. Mi dovevo far affiancare per forza da Lele, perché da piccolo ascoltavo i suoi pezzi. Ho imparato tanto da lui. C’è MV Killa, poi Yung Snapp, con cui sono cresciuto insieme, e ammiravo i suoi beat ancor prima che io stesso uscissi. C’è anche Rocco Hunt. Alla fine, è un rappresentare: io ci tenevo a far capire alle persone chi mi ha fatto scuola. Sai, questa cosa di giudicare un ragazzo, avendo loro al mio fianco, mi sono sentito più in diritto. E poi è sempre importante portare le radici. Io l’ho fatto.

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Identità e determinazione

Si parla di identità, di sapersi distinguere, e di libertà di fare ciò che ci rappresenta. Essere liberi, però, ha un prezzo: avete cercato di spiegarlo ai protagonisti dello show?

Fibra: Credo venga fuori senza neanche spiegarlo: è qualcosa che, quando sali sul palco, si crea. Se hai una forte identità e sei originale si vede. Quello che emerge in questo show è la capacità di rimanere concentrati, perché le prove sono veramente toste, qualcosa che va ben oltre l’identità, che puoi avere sin da subito o crearti con il tempo. Ciò che serve in “Nuova Scena” è la determinazione ad arrivare alla fine.

 

Rose: L’identità è essere completamente liberi di dire, fare, scrivere e cantare quello che si ambisce ad essere. Non ha sesso questa cosa: per me funziona solo l’artista libero. Qualsiasi artista affermato, che ha un seguito e che fa ciò che ritiene più opportuno, è libero.

 

Geolier: L’identità prevale su tutto. Ci sono un sacco di rapper che vanno a tempo, tanti cantanti sanno cantare benissimo ma alla fine quello che brilla è l’identità. Io mi sono limitato a quello: guardare l’identità del rapper che avevo davanti. Io vado avanti solo per questo, ed è quello che ho cercato.

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