La Roma di Maurizio Costanzo, un viaggio nei suoi luoghi del cuore

Spettacolo

Elena Pomé

©IPA/Fotogramma

Il giornalista, conduttore e sceneggiatore, scomparso il 24 febbraio all'età di 84 anni,  ha intrecciato la sua vita agli angoli della capitale, dal Teatro Parioli nel quale ha accolto gli ospiti del Maurizio Costanzo Show al Teatro Brancaccio che ha diretto dopo Gigi Proietti. "Maurizio Costanzo è morto fisicamente, ma resta eterno come Piazza San Pietro" ha detto Vittorio Sgarbi

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Maurizio Costanzo ha lasciato Roma, culla e tomba di 84 anni di vita, il 24 febbraio, lo stesso giorno che, vent’anni prima, ha segnato la scomparsa di Alberto Sordi, altro simbolo eterno della città. Così negli angoli della capitale si annidano le istantanee della famiglia, degli amori e della carriera del giornalista, conduttore e sceneggiatore “romano de Roma”, ma soprattutto della passione che ha ispirato la sua intera esistenza.

ORDINARI LUOGHI DI UNA STRAORDINARIA CARRIERA

Dalla redazione del quotidiano romano Paese Sera, frequentata come cronista negli anni Cinquanta, agli studi Rai che negli anni Sessanta hanno custodito in radio i versi del brano Se telefonando, musicato da Ennio Morricone e interpretato da Mina, e che negli anni Settanta hanno regalato alla televisione il primo talk show Bontà Loro, Costanzo ha segnato sulla mappa di Roma le innumerevoli tappe della sua lunga carriera. Dal settembre 1982, il Teatro Parioli ha ospitato nel Maurizio Costanzo Show un ventaglio di ospiti tra scrittori, giornalisti, politici, attori, comici, cantanti e soubrette perché, come ironizzava il giornalista, “io mi diverto a fare il talent scout”, e ha dato voce alle grandi battaglie civili, prima tra tutte quella anti-mafia perché “se Porta a Porta è la terza Camera del Parlamento, il Parioli può almeno candidarsi per essere la quarta?”. Proprio a causa dell’impegno sociale, il 14 maggio 1993 una Fiat Uno imbottita con novanta chilogrammi di tritolo è esplosa in Via Ruggero Fauro, nelle vicinanze del Teatro Parioli. L’attentato, commesso da alcuni mafiosi di Brancaccio per eliminare una volta per tutte le trasmissioni scomode a Cosa Nostra, ha intrecciato ancora una volta il lavoro di Costanzo e le strade di Roma: “Mi risulta dai magistrati di Firenze che Messina Denaro sia venuto al Teatro Parioli durante il Maurizio Costanzo Show per vedere se si poteva fare lì l’attentato, sarebbe stata una strage. Hanno deciso di farlo quando uscivo dal Parioli” ha raccontato a RadioDue. Coinvolta nell'episodio anche Maria De Filippi, l’amore vero incontrato tra i canali di Venezia nel 1989 e sposato nel Comune di Roma nel 1995. Anche altri luoghi di cultura della capitale hanno conosciuto Costanzo, dal 2007 successore di Gigi Proietti nella direzione artistica del Teatro Brancaccio e dal 1995 al 2009 professore di Teoria e Tecnica del linguaggio radiotelevisivo per la facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università Sapienza. Nelle sale cinematografiche Costanzo conserva invece un legame indissolubile con Una giornata particolare, la pellicola da lui sceneggiata insieme a Ruggero Maccari e diretta nel 1977 da Ettore Scola, che nel blocco residenziale di Palazzo Federici, nella zona di Piazza Bologna, scivola durante l'epoca fascista nel fugace incontro tra le solitudini della casalinga Antonietta (interpretata da Sophia Loren) e dell’ex-radiocronista omosessuale Gabriele (interpretato da Marcello Mastroianni).

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IL RICORDO

“C’era da intitolare una strada a Gabriella Ferri, il teatro Valle a Franca Valeri e lui era sempre lì in prima linea, a mettere al servizio della città, il suo impegno, la sua instancabile passione” ha dichiarato a Repubblica Pino Strabioli, regista teatrale e conduttore tv che il prossimo 17 marzo avrebbe dovuto affiancare Costanzo nella seconda stagione del programma televisivo S’è fatta notte, collaborazione che durava da dieci anni. Nel ricordo di Strabioli, Costanzo manifestava “una pigrizia operosa che difficilmente lo portava ad allontanarsi dalla capitale. Da quel quartiere Prati e Parioli, casa e lavoro, facendo di televisione e radio la sua ragione di vita. Viaggiava stando fermo e da fermo guardava lontano. Il suo salotto televisivo era l’osservatorio del mondo. E come Roma era generoso e curioso. Sempre attratto dalle piccole storie che lui faceva diventare grandi. Mai un giudizio negativo, capace di mettersi allo stesso livello degli altri e facendo diventare grandi gli altri. E poi da romano amava la buona cucina”. La capacità di Costanzo di guardare negli occhi e accogliere le persone risuona anche nelle parole di Vittorio Sgarbi, negli anni Ottanta ospite fisso del Maurizio Costanzo Show, che ha paragonato il giornalista a Piazza San Pietro: “Era inclusivo, con quelle braccia aperte agli altri proprio come il colonnato del Bernini. Un uomo come lui poteva solo essere legato alla capitale, alla città del potere, della politica, capace di interpretare e sostenere il mondo. Un grande impresario, nel senso che intravedeva il talento degli altri, dandogli visibilità con una generosità tutta romana. Per questo lo immagino abbracciare Roma. Maurizio Costanzo è morto fisicamente, ma resta eterno come Piazza San Pietro”.

mina credit Mauro Balletti

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