La diva assoluta della lirica si è esibita per la prima volta dopo il periodo di stop che aveva scelto di prendersi in seguito alle critiche ricevute per non aver preso inizialmente una dura posizione contro Putin. Un recital di canto, il primo al Piermarini, sold out con applausi continui e standing ovation
Applausi, interminabili. Fiori che volano sul palco già a pochi minuti dall’inizio. Entra in scena avvolta da un ampio mantello color panna ed è subito acclamata come una regina. Anna Netrebko torna alla Scala e ritrova tutto l’amore del suo pubblico. Quel pubblico da cui il grande soprano russo, che vive e risiede in Austria, ha scelto di rimanere lontano per mesi in seguito alle forti critiche ricevute per non aver preso inizialmente le distanze da Putin subito dopo l’inizio della guerra.
La prima volta in un recital alla Scala
La diva assoluta della lirica, che per la prima volta si è esibita in un recital alla Scala, sale sul palco sulle note dell’aria "Io sono l’umile ancella" tratta dall’Adriana Lecouvreur, l’opera in cui avrebbe dovuto esibirsi a marzo. Un modo per rendere omaggio a chi ha atteso il suo ritorno e, forse, per lasciar andare per sempre la scia di polemiche che l’aveva travolta. Sul palco insieme a lei il mezzosoprano Elena Maximova, il giovane violinista italiano Giovanni Andrea Zanon e il pianista Malcolm Martineau in un programma generoso che ha spaziato da Richard Strauss (Morgen!, Die Nacht) a Ruggero Leoncavallo (da Pagliacci) fino a Ciaikovskij (da La dama di picche). Aria dopo aria, la diva della lirica ha iniziato a sciogliere l'emozione iniziale di risalire sul palco della Scala e si è lasciata andare anche a dei momenti tra divismo e ironia, con quel suo modo di fare assolutamente unico.
Le polemiche all'inizio della guerra
Netrebko, che era stata una delle prime star russe a scendere in campo contro la guerra, aveva infatti in un primo momento condannato l’invasione ma non l’invasore dicendo di essere contraria a chi costringe gli artisti a schierarsi. Parole che erano risuonate come una difesa di Valery Gergiev, il direttore d’orchestra amico di Putin a cui diversi teatri, tra cui la Scala, avevano chiesto di esprimersi contro il conflitto.
Dichiarazioni che erano costate alla stessa Netrebko polemiche e cancellazioni, tra cui la rottura della collaborazione con il Metropolitan di New York anche per la prossima stagione. La diva della lirica aveva poi chiarito la sua posizione sottolineando di "non essere membro di nessun partito politico e di non esser affiliata a nessun leader russo" ma aveva scelto comunque di prendersi un periodo di stop. Ora il ritorno in grande stile, prima a Parigi e poi a Milano. Alla Scala, il teatro che l’ha vista protagonista di tante prime e in cui, come lei stessa ha detto, si sente a casa.