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"MicroDanze", ad Atene debutta il progetto di contaminazione tra danza e arte

Spettacolo

Valentina Clemente

Valeria Isaeva

MicroDanze ha preso il via “occupando” alcuni luoghi culturali significativi della città: l'Opera Nazionale Greca, il Museo dell'Acropoli e il Museo Emst. Alle 12 coreografie della Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto sono state aggiunte 9 creazioni di coreografi e danzatori greci realizzate per le celebrazioni dei 200 anni dell’Indipendenza greca. MicroDanze fa parte del progetto europeo An Ideal City in collaborazione con la Greek National Opera di Atene e Les Halles de Schaerbeek di Bruxelles

 

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La danza come contaminazione del tessuto urbano. Ma anche come arte pubblica, in grado di arricchire luoghi significativi delle città e rendere partecipi le persone che si trovano lì, anche per caso. Tra stupore e curiosità ma soprattutto con il desiderio di conoscere i molteplici universi rappresentati dalle diverse danze. Un mondo ricco di progetti coreografici che ha visto il suo debutto ad Atene il 9 e 10 ottobre: in tre luoghi significativi della capitale greca, ovvero l’Opera Nazionale Greca, il Museo dell’Acropoli, il Museo Emst sono andate in scena ventuno MicroDanze, dodici a cura della Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto e nove realizzate da coreografi e danzatori greci in occasione delle celebrazioni dei 200 anni dell’Indipendenza del Paese.

Cosa sono le "MicroDanze"

MicroDanze è un ambizioso progetto di performance “danzate”. Si è evoluto fino all’attuale triplice formato, che guarda tanto all’arte pubblica quanto all’innovazione tecnologica. Ideato da Gigi Cristoforetti, il progetto scaturisce da un invito di Palazzo Magnani di Reggio Emilia di arricchire un’esposizione dedicata alle rappresentazioni della danza nell’arte sviluppandosi attorno all'esplorazione di differenti modalità di fruizione della performance di danza. Coreografie non frontali e non rigide, ma permeabili al contesto spaziale, capaci di dialogare con universi disciplinari differenti per promuovere l’intimità tra danzatore e spettatore. Dodici coreografi – nazionali e internazionali - hanno concepito pezzi brevi (sei-otto minuti, da danzare in uno spazio minuscolo), ai quali assistere in successione come se si stesse visitando un museo. Un progetto che sfugge alla dinamica di palcoscenico, alla distanza che separa lo spettatore dall’interprete, creando un continuum tra chi guarda e chi è guardato sollecitando un’esperienza emotiva ed estetica tanto varia quanto originale. Stili e mondi espressivi si confrontano e si mescolano in un unico progetto rivolgendosi sia al pubblico dell’arte che a quello delle performing arts.

I tre livelli di "MicroDanze"

In questa ricerca sempre più complessa, che il periodo di emergenza sanitaria ha permesso di sviluppare a fondo, le MicroDanze si sono articolate su tre livelli tra loro connessi. Il primo, quello originario, è legato ad un’esposizione di danza, arricchito dalla partecipazione di numerosi coreografi ospiti. Philippe Kratz e Diego Tortelli sono due coreografi interni alla compagnia, a cui si sono aggiunti Angelin Preljocaj e Fernando Melo tra quelli invitati ad offrire sguardi peculiari; altri ancora provengono da paesi con orizzonti artistici e stili differenti. Diciotto i danzatori impegnati: l’intera compagnia Aterballetto più due interpreti “ospiti" per Meridiana, la tredicesima MicroDanza, aggiunta su speciale commissione di AGO Modena Fabbriche Culturali, che ospita un Preludio del progetto cui seguiranno le prime tappe del 2021: Atene, Reggio Emilia e Bruxelles.

La dimensione "immersiva"

 

Può lo spettatore, già così vicino alla performance, entrare letteralmente nel piccolo spazio scenico? Grazie alla tecnologia della cinematic VR, per la quale Aterballetto si è affidato a due studi specializzati (RE:lab di Reggio Emilia e Riot Studio di Napoli) si sono potute riprendere a 360° quattro delle MicroDanze, che potranno essere fruite con appositi visori attraversando così un’esperienza unica, una sorta di zoom sul gesto danzato e sull’interprete. Questa opzione ha aperto un ulteriore percorso di riflessione e di ricerca nell'ideazione della coreografia adattata per accogliere la telecamera a 360° in scena (con un punto di osservazione che nel video diviene quello dello spettatore).

 

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Il progetto "Creative Europe"

La terza dimensione è direttamente connessa con un progetto Creative Europe, cofinanziato dall’Unione Europea, vinto dalla Fondazione Nazionale della Danza nel 2020 in partnership con Les Halles de Schaerbeek di Bruxelles e la Greek National Opera di Atene, che vuole esplorare le potenzialità della danza come arte pubblica, innestata in un paesaggio urbano. Questa tappa coinvolge le città partner del progetto europeo: oltre a Reggio Emilia, Atene e Bruxelles. Alcune delle MicroDanze saranno al centro di un processo di reenactment: una trasposizione delle versioni originali per giovani danzatori locali e spazi pubblici finalizzata alla realizzazione di una versione urbana. Il risultato è un progetto che vagabonda creativamente tra coreografi diversissimi tra loro, occasioni di incontro con il pubblico radicalmente nuove e in contesti urbani europei significativi. L’intero percorso sarà oggetto di un docufilm.

 

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Quando poter vedere "MicroDanze"

MicroDanze/2: Reggio Emilia, 12-14 novembre 2021 (esposizione danzata + esperienze immersive)

MicroDanze/3: Bruxelles, 9-10-11 dicembre 2021 (esposizione danzata)

MicroDanze/4: Roma, Festival Equilibrio, febbraio 2022 (esposizione danzata + esperienze immersive)

MicroDanze/5: Bruxelles, maggio 2022 (arte pubblica in spazi urbani)

MicroDanze/6: Atene, giugno 2022 (arte pubblica in spazi urbani)

MicroDanze/7: Reggio Emilia, luglio 2022 (arte pubblica in spazi urbani)

MicroDanze/8: Brescia, marzo 2023 (esposizione danzata + esperienze immersive)

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