Simone Belli, il make-up artist di Sanremo ci racconta questo Festival sui generis

Spettacolo

Camilla Sernagiotto

Maddalena Petrosino
make-up-artist

È uno dei più famosi truccatori d’Italia, in campo musicale, cinematografico e fashion. Questa per lui è la sesta edizione della kermesse sanremese e si sta occupando di Achille Lauro, Arisa, Matilda De Angelis, Arisa, Emma Marrone e tantissimi altri concorrenti, conduttori e ospiti. Ecco cosa ci ha raccontato del suo lavoro e di questo Sanremo così diverso dagli altri (SEGUI IL LIVE DELLA QUARTA SERATA)

Simone Belli ha un dono, quello veicolato dalle sue mani da make-up artist, un talento che l’ha incoronato truccatore tra i più famosi e ricercati del Belpaese. Ma un altro dono di Simone Belli è quello di saper cogliere l’animo di chi ha di fronte, interpretandolo e reinterpretandoglielo sul viso.
Professionista del trucco in più campi, da quello fashion (settore in cui ha incominciato) a quello cinematografico fino alle sette note, il suo nomen omen la dice lunga: Belli, esattamente come tutti coloro su cui mette le mani.

Questa per lui è la sesta volta da truccatore di Sanremo e ci racconta che quest’anno è tutto molto diverso dal solito. “Ho fatto la bellezza di 6 Sanremo e di 13 Festival di Venezia”, ci spiega.

Ha un’accademia, la Simone Belli Make Up Academy a Roma, un’agenzia di truccatori e parrucchieri (la Simone Belli Agency) e anche una linea di trucco perdonale, la AK Simone Belli.

“Quest’anno si vive tutto in modo diverso: non hai accesso ai camerini, l’artista arriva da solo. I cantanti sono isolati, non possono avere sempre il proprio team con loro. Manca la condivisione e, anche se è molto faticosa (noi ci portiamo dietro valigie da 40 chili, per esempio), è un aspetto che manca molto. Quest’anno chiaramente non ci sono le strade piene di gente e manca tutto quello che non possiamo più vivere anche nella quotidianità di tutti i giorni. Però era giusto che fosse così”.

L’importanza dei controlli, a Sanremo come ovunque

“Sta succedendo di tutto in questa edizione del Festival… Sono contento che sia stato fatto perché è un forte segnale per la musica e per il settore dell’intrattenimento che sta soffrendo. Siamo molto controllati, chiusi in hotel, con tamponi su tamponi. Credo che l’organizzazione del Festival sia stata ineccepibile nell’affrontare la parte di gestione della pandemia. Ci sono infermieri ovunque, c’è un grande controllo e ne sono contento. Forse dovremmo arrivare dappertutto a questo livello di controllo. Ho seguito come make-up artist anche X Factor e anche lì era tutto controllatissimo. Noto che sono molto rigidi e seri e in questo momento storico la rigidità e la serietà premiano”.

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Un lavoro lungo, con tempistiche dilatate dall’emergenza sanitaria

“Con tutte le accortezze per rispettare le norme anti contagio si arriva a lavorare anche 12 ore. E non è che quando stacchi con quell’artista hai smesso di lavorare… Magari ti viene in mente un pezzo d’acciaio da mettere in testa, sto facendo esempi, o le ciglia finte… Per farvi capire, è da stamattina che stiamo pensando all’idea per stasera, dalle 11 di questa mattina”.

Tutti gli artisti di cui si occupa Simone Belli a Sanremo

Assieme a un folto e ben rodato team di professionisti, Simone Belli si sta occupando di Achille Lauro, Arisa, Matilda De Angelis, Emma Marrone e tanti altri tra concorrenti, conduttori e ospiti.

“Ci siamo occupati anche di Matilde Gioli questa sera. Arisa e Achille Lauro. Arriverà un personaggio ma… non si può dichiarare ancora. Arisa è stata per noi la chiave di rottura, con quell’eye-liner molto allungato, particolare, quasi spaziale che la rendeva super luminosa. Gli eye-liner sono i massimi protagonisti di questa edizione di Sanremo. Le luci del palco dell’Ariston sono talmente cattive… Ti abbattono di metà i toni che utilizzi, quindi quello che tu fai non è detto che sarà quello che vedrai. E che vedranno tutti”.

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Il make-up più impegnativo di Sanremo 2021

Per Simone Belli non esiste sfida a cui non si dedichi con entusiasmo, quindi per lui un make-up impegnativo è uno stimolo in più.

“Sicuramente il mondo di Achille Lauro è impegnativo: tutto il racconto che c’è dietro, le visioni, molte delle quali legate al mondo di Gucci… Abbiamo fatto lunghe call, tante telefonate. Mi sentivo un po’ come quando Van Gogh dipinse campo di grano con corvi. Quando hai di fronte un mondo come quello di Achille Lauro devi viverlo come se fosse un grande paesaggio con tante sfumature per rappresentarlo al meglio. Truccare non è sovrapporre prodotti: truccare è un racconto. Nel caso di Lauro, è un racconto dove ci sono tutti i generi musicali, spesso si può rischiare di eccedere e non sempre l’eccesso è espressione di qualità, a volte bisogna saper togliere”.
Nel caso di Achille Lauro, ci racconta Belli, c’è l’unione di due mondi del make-up, da un lato il mondo del prostetico (lo special make-up) portato avanti dalla squadra guidata da Andrea Leanza, e dall’altra parte la squadra del beauty, del glamour e del fashion, guidata da Simone Belli.
“La parte fatta dallo special make-up è stata pazzesca e per me è stato bellissimo ritornare un po’ agli inizi, quando studiavo in accademia. Si tratta di un mondo lontano anni luce da me ma in questo caso assolutamente indispensabile. Oltre a loro e a noi, c’è anche un’altra squadra che sta lavorando su Lauro: quella di Francesco Gregoretti per i capelli. Un hair stylist che è una vera eccellenza italiana, nella decina degli Oscar per Pinocchio”, aggiunge Simone Belli.

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La ricerca colori e il lavoro sui capelli per Achille Lauro

Ci racconta di come sia certosino il lavoro dello studio delle palette cromatiche, di come la selezione colori e capelli sia seguita e ci racconta di un’altra eccellenza italiana coinvolta, ossia Rocchetti, un’eccellenza in materia di parrucche.
“Tutto viene creato ad hoc, su disegno, nulla è pronto. L’idea è di Achille Lauro e viene poi sviluppata e messa in opera. Lauro è un visionario, ha una carica e un’empatia che ti porta allo stimolo per eccellenza, non hai mai un blocco creativo. È come se fosse la Lady Gaga italiana”.


- Un team di collaboratori eccezionali

La grande forza di Simone Belli, oltre a un talento innegabile, è quella di poter contare su collaboratori da chapeau.
“Per il make-up c’è Maddalena Brambo, che segue tutto l’anno Achille Lauro per tutti i progetti. La mia grande forza è avere professionisti più bravi di me che lavorano con me. Amo il confronto, lo scambio, amo mettere in discussione a volte i miei pensieri, soprattutto quando c’è un’idea geniale. Poi cercare i materiali, cosa che non è mai facile. Ieri sera, per esempio, per fare un corpo tutto argentato abbiamo dovuto trovare il prodotto giusto. E poi la tecnica di applicazione giusta”.

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La frenesia di Sanremo

“A Sanremo avviene tutto con grande frenesia. Mentre nel cinema tu hai il tuo spazio contenuto, il container in cui puoi lavorare al trucco in serenità, nei festival come Venezia, Cannes e nelle sfilate di moda la serenità la perdi. Senti la frenesia di una macchina che hai attorno. Bisogna quindi lavorare puntando dritto sull’obiettivo, senza distrazioni. Quest’anno il palco è molto difficile per un discorso di luci. A causa del Covid, poi, tutto è compilato e anticipato: il trucco viene realizzato anche 6 o 7 ore prima. Hai quindi la necessità di ragionare bene e di capire che non avrai controllo totale sul trucco, dovrà durare un’eternità e dovrà essere impeccabile sotto i riflettori. Tutto è cronometrato al secondo e fatto ad hoc. Con Emma siamo stati sulle due ore massimo. Anche con Arisa stiamo facendo un percorso molto importante, cercando un filo conduttore e pure di rompere le righe. Sono un anti-conformista e i miei collaboratori di riflesso. Sono per la libertà di espressione, non per rimanere ancorati a concetti accademici e teorici. Un errore che si commette all’inizio, io stesso lo facevo, era come se incollassi adesivi sulle donne che truccavo. Ma ogni persona ha una sua dimensione, proporzione e realtà da reinterpretare".


Per elaborare il make-up di un artista, si deve conoscere anche a livello artistico

“Prima di procedere con il make-up di un artista, me lo studio a livello musicale perché devo rappresentarlo. È come entrare in una mostra di Caravaggio o di van Gogh e non sapere neanche chi stai andando a vedere, non conoscere la storia. Non sai neanche cosa stai guardando. La capacità di un bravo truccatore è quella di entrare nel mondo del tal artista e raccontarlo. Differentemente dal cinema, dove sei diretto dal regista che ti dice come deve essere il personaggio, cos’ come nella moda in cui devi entrare nella testa dello stilista. Nella moda comanda l’abito, nel cinema la sceneggiatura e il personaggio, nella musica invece la personalità dell’artista. Non bisogna però solo perseguire e seguire la personalità ma anche suggerirgli cambiamenti, interagire. Non amo essere un mero esecutore”.

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Come si esorcizza la tensione di Sanremo

“Sanremo ti dà una botta adrenalina e sai che non puoi sbagliare. Prima di truccare ascolto brani lirici, da Mozart a Beethoven. Faccio un viaggio con artisti che ti fanno viaggiare per resettare ogni pensiero. Sento la necessità di concentrazione e ho bisogno quasi di entrare in trance. Mi isolo totalmente quando creo. Quando ci sono trucchi complessi, il mio dialogo sono le mani e il cervello è azionato su quelle. Sul volto le proporzioni cambiano e bisogna stare attenti, quindi a volte non parlo con gli artisti per rimanere concentrato. Il viso ha tanti ostacoli, inoltre se trucchi alle 17 un artista che sale alle 23 sul palco l’ansia ti sale. Quando invece sono nel mondo beauty, più nelle mie corde, allora c’è dialogo, divertimento, scambio e battuta, specialmente con attrici che ormai sono amiche da anni. Mi rendo conto se un trucco mi piace dal mio respiro. Se il mio respiro si ferma, significa che non mi convince. Se mi gratifica il make-up, allora il respiro diventa profondo”.

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