Stop cinema e teatri, Stefano Accorsi: "Dialoghiamo per legge che tuteli lavoratori"

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Dopo il DPCM di domenica e le proteste del mondo della cultura, l'attore parla a Sky Tg24: "No a misure palliative, troviamo una soluzione per continuare a lavorare"

Si moltiplicano gli appelli dei personaggi dello spettacolo e della cultura per chiedere un passo indietro dopo le pesanti restrizioni previste dall'ultimo DPCM: nei giorni scorsi vi avevamo dato notizia dell'appello di UNITA, della raccolta di firme dell'Associazione Cultura Italiae e delle lettere rivolte a Conte dagli assessori alla Cultura e dall'AGIS. Oggi, all'indomani delle parole di Franceschini che aveva ribadito la necessità di provvedimenti del genere, a Sky Tg24 è intervenuto Stefano Accorsi

"Fare polemica sarebbe semplice visto come sono andate le cose: sono stati chiusi cinema e teatri", ha detto Accorsi. "Il mondo della cultura e dello spettacolo ha reagito, anche con forza; è stato risposto che non ci rendiamo conto della gravità della situazione, però questo non lo accettiamo. Noi siamo stati i primi portavoce, e ci rendiamo talmente tanto conto della situazione che abbiamo messo in sicurezza cinema e teatri in un modo ineccepibile. La proposta è: dialoghiamo. Dialoghiamo, parliamo, sediamoci a un tavolo e troviamo delle soluzioni per i lavoratori perché in questo momento chi non ha il lavoro – e teatri e cinema sono stati i primi a chiudere e saranno gli ultimi a riaprire – sta soffrendo tantissimo. E non parlo solo di attori: ci sono tante maestranze che stanno dietro le quinte e in questo momento se la vedono bruttissima. Premiamo quelle realtà produttive che creano e continueranno a creare lavoro con la rendicontazione e poi non pensiamo a un palliativo per il periodo difficile: pensiamo a una legge nazionale per i lavoratori intermittenti dello spettacolo, che hanno uno specifico molto unico”.

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