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Venezia 2019; Marriage Story, la recensione del film con Scarlett Johansson e Adam Driver

Spettacolo

Paolo Nizza

Scarlett Johansson e Adam Driver sono una coppia in crisi nella commedia amara firmata da Noah Baumbach. In concorso alla Mostra del cinema di Venezia, un'opera deliziosa e dolente impreziosita da un cast di supporto in stato di grazia: da Laura Den a Ray Liotta, sino al veterano Alan Alda.

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Scarlett Johansson e Adam Driver, divorziati e scontenti

"La principale causa di divorzio è il matrimonio", diceva Groucho Marx, con il suo consueto gusto per il paradosso. E di paradossi, contraddizioni, illogicità è piena anche la relazione tra i due protagonisti di Marriage Story, ovvero Charlie, regista teatrale interpretato da Adam Driver, e Nicole attrice che ha il volto di Scarlett Johansson. Già dall'inizio del film, compendiamo quando la pellicola sia una sorta di gioco di specchi in cui moglie e marito si riflettono, mentre la loro storia d'amore muore. Siamo di fronte a una sorta di mix tra Scene da un matrimonio e Kramer contro Kramer, condito da atmosfere che rimandano al cinema di Woody Allen. Non a caso, nel cast, nella parte di un vecchio attore, c’è Wallace Shawn, che ha lavorato in 5 film diretti dal regista americano. Con una perizia quasi da emtomologo, ma anche con la giusta dose di tenerezza, Marriage Story ci racconta le varie fasi che scandiscono la fine di una relazione. I pregi dell'altro che si trasformano in difetti, le virtù che diventano vizi. Si inizia con un tenero bacio, con un colpo di fulmine e  si finisce a dare pugni contro il muro, in un'epifania di accuse, risentimenti, piccinerie.

Tutto il film è attraversato dall'idea dell'incontro che si trasfigura in scontro: New York e Los Angeles, madre e padre, teatro off e serie televisive, uomo e donna. Questa passione per gli opposti consente a Marriage Story, un efficace doppio registro stilistico per cui si passa dal riso al pianto, dalla commedia al dramma nel giro di poche inquadrature. Come si può facilmente immaginare, si tratta di una pellicola in cui  sono gli attori il valore aggiunto che rende possibile questo caleidoscopio di emozioni e sentimenti. Oltre ai due straordinari protagonisti, Scarlett Johansson e Adam Driver (che dimostra anche di essere un ottimo cantante), il lungometraggio si avvale della presenza di un cast di comprimari di altissimo livello. A partire da Laura Dern. In tacchi a spillo rossi, l''attrice interpreta un’avvocatessa divorzista a cui viene affidato uno dei momenti più esilaranti di tutto il film. Notevole anche la performance di Ray Liotta nei panni di uno spocchioso principe del foro e quella di Alan Alda, legale disincantato ma affettuoso.  E si capisce che alla fine tra accordi, disaccordi, ripicche, meschinità, bugie, tradimenti, egoismi nessuno dei due coniugi esce vincitore da un divorzio. Però è consolante che un film incentrato sula fine di storia d’amore si concluda con la parola grazie

Marriage Story, Una storia vera

Per la sua dodicesima opera, il regista Noah Baumbach (che attualmente è impegnato nello script del film su Barbie) ha scelto di ispirarsi alle proprie vicende personali. Il cineasta, infatti, è figlio di genitori divorziati, e egli stesso nel 20013 ha divorziato dall’attrice Jennifer Jason Leigh con cui ha avuto un figlio. Anche per la protagonista femminile di Marriage Story, la pellicola è stata una sorta di specchio riflettersi. Scarlett, infatti durante la conferenza stampa ha dichiarato:“Quando ho incontrato Noah stavo divorziando e non sapevo di cosa avrebbe parlato il film, così come lui non sapeva che io stessi divorziando. Ho ordinato un bicchiere di vino bianco e ho iniziato a lamentarmi con lui, quando mi ha detto “Buffo che tu stia parlando di questo perché c’è un progetto di cui forse vorrai far parte”. È stata un’esperienza catartica poter condividere con lui tutto questo, era il momento gusto”.