Squalo gigante, la sua estinzione è associata a un’esplosione stellare

Scienze
Squalo (Getty Images)

Secondo i ricercatori dell'Università del Kansas, la scomparsa di un terzo dei giganteschi animali marini sarebbe dovuta allo ’tsunami’ di energia provocato dall’esplosione di una supernova

L’estinzione di massa che 2,6 milioni di anni fa ha coinvolto un terzo dei giganteschi animali marini sarebbe dovuta allo ’tsunami’ di energia provocato dall’esplosione di una supernova. Tra gli esemplari che si sono estinti in quell’epoca, c’è anche il meganodonte, lo squalo preistorico famoso per le sue mastodontiche dimensioni.
È quanto emerso da uno studio condotto da un team di ricercatori dell'Università del Kansas, che ha ricostruito nel dettaglio il momento e la distanza a cui sarebbe avvenuta l’esplosione.

Lo studio nel dettaglio

Gli esperti incuriositi dai risultati di recenti studi, che hanno evidenziato la presenza nei fondali dei mari di depositi di ferro-60, un isotopo radioattivo proveniente dal cielo, hanno deciso di indagare approfonditamente questo strano fenomeno.
Sono così riusciti a scoprire che l’estinzione dei giganti animali marini sarebbe associata a una serie di esplosioni di supernove. In particolare, la più violenta sarebbe avvenuta a 150 anni luce dal pianeta Terra e avrebbe generato una pioggia di muoni, delle particelle subatomiche create dallo scontro delle radiazioni cosmiche con l’alta atmosfera terrestre.
Precipitando nei mari, i muoni avrebbero provocato mutazioni nel Dna e l’insorgenza di tumori, soprattutto negli esemplari di grandi dimensioni.
"Abbiamo calcolato che l'incidenza di tumori potrebbe salire del 50% per un organismo grande quanto un essere umano, e potrebbe aumentare ancora di più per gli organismi più grandi: per un elefante o una balena la dose di radiazioni si impenna", spiega il fisico Adrian Melott.
Stando a quanto emerso dallo studio, pubblicato sulla rivista Astrobiology, gli esemplari maggiormente colpiti sarebbero stati quelli che abitavano in prossimità delle coste, in acque non molto profonde.
Tra questi vi era anche lo spaventoso meganodonte, lo squalo dalle dimensione di uno scuolabus.

Lo squalo mako è a rischio estinzione

Il mako, lo squalo più veloce del mondo in grado di nuotare fino a 70 chilometri orari, è a rischio di estinzione. A minacciarlo, come sottolinea l’International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas (Iccat), sarebbe la pesca intensiva diffusa in tutto il mondo.
Secondo un’indagine condotta da Iccat, dal mese di gennaio a giugno 2018, le pratiche di pesca hanno superato del 50% la soglia raccomandata.
"Iccat ha fallito nel fissare il tempo per rivedere le misure per una delle specie più a rischio e questo è semplicemente oltraggioso”, spiega Ali Hood, direttore della conservazione alla Shark Trust.
Ora non si può far altro che cercare di rimediare ai danni inferti alla specie.
A tal proposito l’International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas sta mettendo in atto misure di sicurezza appositamente ideate per proteggere il mako.

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