Spazio, le prime spettacolari foto del telescopio Vera Rubin

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Frutto di una vasta collaborazione scientifica internazionale, il Vera C. Rubin Observatory è stato progettato per realizzare “la più estesa mappatura continua del cielo australe mai tentata grazie alla Legacy Survey of Space and Time (Lsst), una campagna osservativa che, ogni notte per i prossimi dieci anni, raccoglierà una quantità di dati sull’universo senza precedenti”. Lo segnala l’Istituto Nazionale di Astrofisica che dal 2017, per l’Italia, partecipa attivamente al progetto

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Milioni di galassie, di asteroidi e di stelle lontanissime. Questo quello che promette di fotografare e mostrare il Vera C. Rubin Observatory, situato ad oltre 2.600 metri di altitudine sul Cerro Pachón, in Cile che, come sottolineano gli esperti, “è pronto a rivoluzionare l’astronomia moderna”.

Il ruolo dell’Inaf

Le immagini preliminari sono state diffuse dalla National Science Fundation degli Stati Uniti, che con l'Ufficio scientifico del Dipartimento Usa dell'Energia ha finanziato la costruzione del telescopio, situato, come detto, sulle Ande cilene.  Frutto di una vasta collaborazione scientifica internazionale, il Vera C. Rubin Observatory è stato progettato per realizzare “la più estesa mappatura continua del cielo australe mai tentata grazie alla Legacy Survey of Space and Time (Lsst), una campagna osservativa che, ogni notte per i prossimi dieci anni, raccoglierà una quantità di dati sull’universo senza precedenti”. Lo segnala l’Istituto Nazionale di Astrofisica che dal 2017, per l’Italia, partecipa attivamente al progetto, svolgendo un ruolo importante anche nella gestione e nell’analisi di quella che sarà un’enorme mole di dati, “garantendo alla comunità scientifica italiana l’accesso a questa straordinaria risorsa, promuovendo il contributo nazionale all’analisi e all’interpretazione dei dati, alla formazione di giovani ricercatori e ricercatrici, al raggiungimento di importanti risultati scientifici che apriranno nuove sfide, e allo sviluppo di tecnologie avanzate”.

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Questa immagine combina 678 scatti distinti realizzati dall'Vera C. Rubin Observatory in poco più di sette ore di osservazione. Emergono dettagli altrimenti deboli o invisibili, come le nubi di gas e polveri che costituiscono la Nebulosa Trifida (in alto a destra) e la Nebulosa Laguna, entrambe situate a diverse migliaia di anni luce dalla Terra. - Nsf-Doe Vera C. Rubin Observatory

La scoperta dei misteri dell’universo

L’osservatorio, sottolineano ancora gli esperti, promette di dare un'accelerazione senza precedenti alla conoscenza di alcuni fra gli aspetti più misteriosi dell'universo, come l'energia oscura, la materia oscura e l'esistenza o meno del misterioso Pianeta Nove ai confini del Sistema Solare.  Tra i primi risultati in arrivo ci sono scatti che riguardano le regioni di formazione stellare Laguna e Trifida, rispettivamente a 4000 e 5000 anni luce da noi, nella costellazione del Sagittario, le galassie dell’ammasso della Vergine, a circa 60 milioni di anni luce ma non solo. Il potente telescopio, spiega ancora l’Inaf, “ha già catturato una moltitudine di galassie e stelle nella nostra galassia, la Via Lattea” oltre che moltissimi asteroidi presenti “nel nostro vicinato cosmico, ovvero il Sistema solare”.

L’epoca dell'astro-cinematografia

Tra l’altro, proprio grazie al telescopio Vera Rubin nasce ufficialmente l'era dell'astro-cinematografia. Lo ha confermato anche il presidente dell'Istituto nazionale di Astrofisica, Roberto Ragazzoni. "L'osservatorio Vera C. Rubin ci consentirà di aggiungere profondità e dinamismo all'osservazione dell'Universo. Con questo telescopio di classe 8 metri in grado di mappare continuamente il cielo australe ogni tre giorni – ha aggiunto - entriamo nell'epoca dell'astro-cinematografia, esplorando una nuova dimensione: quella del tempo, con la quale ci aspettiamo di studiare il cosmo con una nuova prospettiva, che oggi è possibile grazie anche all'uso di nuove tecnologie informatiche per trattare una mole di dati altrimenti imperscrutabile".     

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Una piccola sezione della vista complessiva dell’ammasso della Vergine ottenuta dal Vera C. Rubin Observatory - Nsf-Doe Vera C. Rubin Observatory

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