Scoperti geni-etichetta associati alle impronte digitali dei tumori
ScienzeSi tratta di una particolare firma genetica presente unicamente nei tessuti cancerosi e comune alle neoplasie più aggressive. La scoperta si deve ai ricercatori coordinati dall’Istituto di Medicina Molecolare di Lisbona
La ricerca ha permesso di aprire una nuova strada nella lotta contro il cancro.
Un team di ricercatori, coordinati dall’Istituto di Medicina Molecolare 'Joao Lobo Antunes' di Lisbona, ha identificato i geni-etichetta associati alle ‘impronte digitali’ dei tumori.
Si tratta di una particolare firma genetica presente unicamente nei tessuti cancerosi e comune alle neoplasie più aggressive.
La scoperta potrebbe essere preziosa per lo sviluppo di una nuova generazione di farmaci in grado di colpire solamente le cellule malate.
Scoperta la firma genetica presente solamente nei tessuti malati
Per compiere lo studio, pubblicato sulla rivista Plos Computational Biology, gli esperti, sotto la guida di Bernardo de Almeida, hanno analizzato nel dettaglio i geni che regolano la proliferazione del centrosoma, una particolare struttura cellulare.
Sono così riusciti a identificare una particolare firma genetica che è presente unicamente nei tessuti malati ed è “associata soprattutto ai tumori più aggressivi”.
I ricercatori, come spiega Nuno Barbosa Morais, uno degli autori dello studio, hanno inoltre dimostrato che una maggior attività di questi geni-etichetta è associata “a un tasso di sopravvivenza inferiore in diversi tipi di cancro”.
In futuro nuova generazione di farmaci in grado di attaccare i geni-etichetta
Dopo aver identificato i geni-etichetta, gli esperti si sono messi alla ricerca di possibili armi capaci di combatterli. Sono così riusciti a realizzare diversi composti potenzialmente in grado di ‘attaccare’ unicamente i tessuti cancerosi, preservando le cellule sane.
Saranno necessari ulteriori test per verificare l’effettiva efficacia delle nuove armi ottenute in laboratorio.
"Il prossimo passo è quello di tradurre tutte le informazioni che abbiamo ricavato, per renderle utilizzabili in ambito medico”, spiega Nuno Barbosa Morais.
I risultati del test hanno permesso alla ricerca nel settore di compiere un importante primo passo verso la creazione di nuove terapie mediche in grado di attaccare direttamente e unicamente le cellule malate.