I buchi neri come “Re Mida”: accendono stelle in galassie lontane. FOTO

Scienze
Le immagini ai raggi X del buco nero ottenute dal telescopio Chandra (NASA/CXC/INAF/R. Gilli et al.)

Il fenomeno è descritto in uno studio guidato dall’Inaf: un buco nero ha provocato la formazione di nuove stelle in quattro galassie distanti 400.000 anni luce tramite l’espansione di una bolla di gas 

Mentre sono impegnati a divorare tutto ciò che si trova nelle circostanze, i buchi neri possono allo stesso tempo innescare la formazione di nuove stelle, anche a distanze siderali, con un ‘soffio’ di materia. A guidare questa scoperta è stato un italiano, il ricercatore Roberto Gilli dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) di Bologna secondo cui “è incredibile pensare che un buco nero abbia voce in capitolo su ciò che accade in altre galassie, lontane miliardi di chilometri”. I risultati ottenuti, pubblicati sulla rivista Astronomy & Astrophysics, sono stati possibili grazie alle osservazioni in diverse lunghezze d’onda effettuate tramite il telescopio spaziale Chandra della Nasa, Hubble e le 27 parabole parte del Karl Jansky Very Large Array, un radiotelescopio statunitense.

Il soffio di un buco nero ha acceso nuove stelle

Grazie ai diversi telescopi, i ricercatori hanno potuto osservare un buco nero supermassiccio al centro di una galassia a 9,9 miliardi di anni luce dalla Terra ai raggi X, nell’infrarosso e attraverso le onde radio. Il team ha così scoperto che l’interazione tra la materia che circonda l’oggetto cosmico e un getto radio composto da particelle energetiche emesso dal buco nero può portare alla formazione di un’immensa bolla di gas caldo che, stando alle analisi di Chandra, sarebbe una potente fonte di raggi X. Tale bolla si è gradualmente espansa, raggiungendo quattro galassie situate a circa 400.000 anni luce dal buco nero e comprimendo il gas ‘fresco’ che si è quindi condensato formando nuove stelle. Secondo Marco Mignoli dell’Inaf di Bologna “la storia di Re Mida parla del suo magico tocco che poteva tramutare il metallo in oro”, mentre “qui ci troviamo di fronte a un buco nero che ha contribuito a trasformare il gas in stelle, e la sua portata è intergalattica”.

Smentita (parzialmente) la fama dei buchi neri

Gilli spiega che questa è soltanto la prima volta in cui i ricercatori osservano “un singolo buco nero accendere la formazione stellare in più galassie contemporaneamente”, un fenomeno affascinante e particolarmente interessante, se si pensa che in molti casi questi misteriosi oggetti cosmici possono anche soffocare la formazione di stelle iniettando nel gas caldo abbastanza energia da evitare il raffreddamento di una galassia e il conseguente collasso che dà vita agli astri. Secondo Alessandro Peca dell’Inaf di Bologna, oltre che dottorando all’Università di Miami, il nuovo studio è la dimostrazione che “i buchi neri hanno la consolidata reputazione di essere potenti e letali, ma non è sempre così”. 

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