Marte: 15 candeline per Opportunity, il rover della Nasa

Scienze
Marte (Ansa)
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L’anniversario non può essere festeggiato come merita. Il rover dal mese di giugno 2018 ha interrotto qualsiasi forma di comunicazione con la Terra a seguito di una tempesta di polvere verificatasi questa estate sul pianeta rosso 

Sono passati ben 15 anni dal giorno in cui Opportunity della Nasa inviò da Marte il suo primo bip.
Il rover, lanciato dalla Terra nel 2003, è atterrato sul pianeta rosso nel gennaio 2004.
Da quel giorno Opportunity ha percorso più di 45 chilometri su Marte e ha superato le aspettative degli esperti. Il rover, progettato per spostarsi per poco più di un chilometro e per lavorare per soli 90 giorni marziani, ha proseguito la sua missione per 5.000 giorni marziani, esplorando in lungo e in largo la superficie di Marte.

Interrotte le comunicazioni per una tempesta di polvere

Sono passati ben 15 anni dalla prima comunicazione tra Opportunity e la Terra, ma l’anniversario non può essere festeggiato come merita. Il rover dal mese di giugno 2018 ha interrotto qualsiasi forma di comunicazione con la Terra. Una tempesta di polvere verificatasi questa estate sul pianeta rosso avrebbe compromesso la funzioni di Opportunity, lasciandolo senza energia.
“Al momento non conosciamo lo stato del rover. Stiamo facendo tutto il possibile per comunicare con Opportunity, ma col passare del tempo la probabilità di un contatto con il rover diminuisce”, spiega John Callas, project manager della missione al Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa.

L’ultima comunicazione risale al 10 giugno

L’ultimo messaggio inviato dal rover della Nasa alla Terra risale al 10 giugno 2018, quando una tempesta di polvere tra le più intense osservate su Marte ha colpito un quarto del pianeta, oscurando il sole che alimentava Opportunity.
Gli esperti sostengono che la carica delle batterie che alimentano il rover sia scesa al di sotto dei 24 volt, attivando la modalità di ‘guasto a bassa potenza’.
"Quindici anni sulla superficie di Marte sono una testimonianza non solo di una magnifica macchina di esplorazione, ma del gruppo che si è dedicato al rover e che ci ha permesso di espandere le nostre scoperte sul pianeta rosso", spiega John Callas, project manager della missione al Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa. 

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