Tramite la rianalisi delle onde gravitazionali GW190814 è stato rivelata un’anomala accelerazione che suggerisce la presenza di tre buchi neri in danza gravitazionale, aprendo nuovi scenari sulla formazione e l’evoluzione di sistemi compatti nell’universo
Un segnale insolito è emerso dal brusio cosmico generato dalla fusione di due buchi neri osservata nel 2019, e potrebbe rappresentare la prima evidenza concreta dell’esistenza di un sistema trinaro. Questo misterioso trio è formato da tre buchi neri di massa stellare legati in una complessa danza gravitazionale.
A proporre questa interpretazione è una nuova analisi dei dati dell’evento catalogato come GW190814, raccolti dalle collaborazioni LIGO, Virgo e KAGRA. Mentre la collisione mostrava le classiche firme di una fusione tra due buchi neri, è stata rilevata anche un’anomala accelerazione lungo la linea di vista che non si spiega con modelli tradizionali, suggerendo la presenza di un terzo oggetto massiccio.
Nuovo studio sull'interazione tra buchi neri
Il team guidato da Shu-Cheng Yang ha avanzato l’ipotesi che questa sproporzione fosse dovuta a un contesto più articolato: una coppia di buchi neri in orbita attorno a un terzo gigante. La rianalisi dei dati ha fornito indizi di un’accelerazione lungo la linea di vista compatibile con questo scenario, con una confidenza statistica del 90%. Se confermata, questa scoperta aprirebbe la strada a una nuova comprensione delle interazioni tra buchi neri nell’universo. Le fusioni potrebbero infatti avvenire in ambienti molto più intricati del previsto, e altri indizi nascosti nei dati finora raccolti potrebbero emergere grazie a metodi di analisi più sofisticati. La ricerca prosegue, in attesa che la rete globale di rivelatori di onde gravitazionali affinino ulteriormente la loro sensibilità, svelando nuovi dettagli sui misteriosi oggetti che popolano il cosmo.