Via libera a Hera, la prima missione europea di difesa planetaria: di cosa si tratta

Scienze

La missione dell'Agenzia Spaziale Europea vuole indagare sullo schianto della missione Dart della Nasa del 2022 nel sistema di asteroidi binari di Didymos

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Tutto pronto per il lancio di Hera, la prima missione europea di difesa planetaria, previsto oggi alle 16,52 ora italiana dalla base spaziale di Cape Canaveral in Florida, a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX. L'azienda di Elon Musk, infatti, è stata autorizzata a riprendere le attività, dopo l'ennesimo stop temporaneo dovuto ad un problema tecnico riscontrato nel Falcon 9 che ha portato nello spazio la missione Crew 9. La missione dell'Agenzia Spaziale Europea tornerà a far visita al sistema di asteroidi binari di Didymos, dove nel 2022 si è schiantata la missione Dart della Nasa: l'obiettivo, infatti, è indagare le conseguenze dell'impatto, fornendo informazioni preziose nel caso in cui si renda davvero necessario deviare un asteroide in rotta di collisione con la Terra. 

Le manovre nello spazio

Se l'orario di lancio verrà rispettato, la tabella di marcia prevede che alle 18,08 Hera si separerà dal razzo di SpaceX, tre minuti dopo dovrebbero arrivare i primi segnali dalla sonda e alle 18,27 dovrebbe essere completato il dispiegamento dei pannelli solari. A quel punto, Hera inizierà una fase di crociera della durata di due anni. La prima manovra nello spazio è prevista a novembre 2024, mentre per il sorvolo di Marte, che offrirà anche una rara possibilità di guardare da vicino la sua luna Deimos, l'appuntamento è a marzo 2025. Infine, una seconda manovra correttiva effettuata a febbraio 2026 posizionerà la sonda sulla giusta rotta e ad ottobre dello stesso anno Hera arriverà in prossimità della sua meta. Nel caso di imprevisti o problemi tecnici tali da determinare il rinvio del lancio, il periodo favorevole alla partenza si estende fino al 27 ottobre: il lancio in qualsiasi momento all'interno di questa finestra temporale consentirà ad Hera di arrivare a destinazione nei tempi previsti. Alla missione hanno contribuito 18 paesi membri dell'Esa oltre all'Agenzia spaziale giapponese Jaxa.

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