Countdown per Ariane 6, nuovo lanciatore made in Europe

Scienze
Marta Meli

Marta Meli

E' previsto per martedì 9 luglio, tra le 19 e le 23 ora italiana, il volo inaugurale di Ariane 6, nuovo lanciatore europeo che grazie a uno stadio superiore riaccendibile sarà in grado di lanciare più veicoli spaziali su orbite diverse ad ogni singola missione. Un programma ambizioso su cui l'Europa punta per tornare ad avere un accesso autonomo allo Spazio e non dipendere più da vettori stranieri per mettere in orbita i propri satelliti

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“Con Ariane 6 stiamo facendo un atto fondamentale, che è quello di costituire la capacità autonoma di accesso allo Spazio, da cui i cittadini europei possono aspettarsi tantissimo in termini di protezione, di sviluppo economico, di innovazione. Dobbiamo mantenere e tramandare questo sistema di conoscenze per i nostri figli, che hanno le idee e le capacità per lavorare in questo settore, e con Ariane 6 aggiungiamo un anello a una lunga catena di competenze che in Europa già possediamo”. È risoluto Pier Domenico Resta, Responsabile ingegneria del Sistema di lancio di Ariane 6 dell’Agenzia Spaziale Europea, alla vigilia del volo inaugurale del lanciatore previsto dallo spazioporto di Kourou, in Guyana francese. Dalla cittadella dello Spazio incastonata tra il blu dell’Oceano e il verde della foresta amazzonica, stanco ed emozionato, racconta a Sky Tg24 le ultime ore passate a rivedere i piani per il debutto di un vettore su cui l’Europa ripone le sue speranze di indipendenza nello Spazio.

La risposta europea a SpaceX

 

Con Ariane 6 l’Europa torna ad un accesso autonomo allo spazio, ma il fondatore di SpaceX Elon Musk sostiene che non c’è futuro per un lanciatore europeo non riutilizzabile. Lei come risponderebbe?

 

“Intanto il fatto che non ci sia un futuro è molto opinabile ed è un’affermazione che va documentata. Elon Musk ha fondato tutto il suo business nello spazio sulla riutilizzabilità dei lanciatori e grazie a questo SpaceX è in grado di tenere cadenze di lancio annuali estremamente elevate, che sono indispensabili per lo sviluppo e il mantenimento della sua mega costellazione di satelliti. Le tecnologie del riutilizzabile in Europa sono ben note da anni e se fino a oggi non abbiamo mai sviluppato un lanciatore di questo tipo è perché non era dimostrata la congruità economica dell’operazione. Io ho iniziato a lavorare nel settore dei lanci nel 2002 e a quel tempo già si parlava di lanciatori spendibili e riutilizzabili, ma oggi lo scenario sta cambiando e L’Esa è alla guida dello sviluppo di un dimostratore della tecnologia di riutilizzabilità. Sto parlando del progetto Themis e del motore a metano Prometheus, con cui l’Europa ha deciso senza dubbio di andare in questa direzione. Ci sono poi anche iniziative private da sottolineare, con industrie come Isar e Rocket Factory Augsburg in Germania o MaiaSpace in Francia che stanno sviluppando dei lanciatori riutilizzabili in Europa”

 

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Verso la Luna e oltre

Quale sarà il potenziale mercato di sviluppo di Ariane 6, pensando a future missioni verso la Luna e oltre?

 

“Le applicazioni per la Luna sono sicuramente tra le più affascinanti e assistiamo a una nuova corsa per la riconquista del suolo lunare. Purtroppo in Europa non abbiamo lanci verso il nostro satellite a brevissimo termine, il lander lunare sarà pronto a volare intorno al 2030 e Ariane 6 è il lanciatore per questo tipo di applicazioni, ma non solo. Sarà utilizzato anche per il sistema che si chiama Earth Return Orbiter che fa parte del servizio di esplorazione marziana, oltre a tutta una serie di applicazioni per la scienza, penso a missioni come Plato o Lisa, di grande fascino e di estrema importanza per lo sviluppo della conoscenza e per l’acquisizione di capacità nello sfruttamento delle risorse spaziali.

 

Il ruolo dell'Italia

Il programma Ariane 6 ha coinvolto 13 nazioni europee, a partire dalla Francia con la sua agenzia spaziale (Cnes) e ArianeGroup, responsabile del suo sviluppo, della sua produzione e della sua commercializzazione. Qual è stato il ruolo dell’Italia in questo ambizioso progetto?

 

"Il nostro Paese ha giocato un ruolo fondamentale, in prima battuta con l’industria Avio di Colleferro che è la ditta che progetta e produce i booster laterali di Ariane 6 con un motore, che in gergo tecnico chiamiano P120C, dove la C sta per comunalità e la comunalità è il fatto che venga utilizzato sia per Ariane 6 sia per il lanciatore Vega C. Questo motore targato Avio ha già mostrato due pregi fondamentali: costituire l’anello di collegamento tra Ariane 6 e Vega,  che ci fa parlare di famiglia di lanciatori europei, e rappresentare l’elemento del lanciatore che ha mostrato maggiore versatilità".

 

Viaggi spaziali autonomi e versatili

La versatilità, con l’adattabilità e la stabilità, rappresentano tre caratteristiche di Ariane 6 sin dalla sua progettazione. Che cosa significano tradotte in prestazioni?

 

“La versatilità è il fatto di disporre finalmente di uno stadio riaccendibile, perché il motore dello stadio superiore di Ariane 6, a differenza di Ariane 5, può essere riacceso in volo e questo ci consente di fare un trasferimento a una prima orbita, passare a una fase in cui non c’è sistema di propulsione e aspettare il momento più adeguato per compiere eventualmente una seconda accensione e spostarci su un’altra orbita, un po’ come fanno i satelliti durante la fase di trasferimento all’orbita operazionale da quella di trasferimento. Si tratta allo stesso tempo di una grossa novità e di una grossa complessità tecnica e in questo volo inaugurale abbiamo deciso di fare uno stress test in orbita. La seconda caratteristica, l’adattabilità al mercato, è la struttura modulare di Ariane 6 che ci permette di cambiare il numero di booster, due o quattro, che utilizziamo al decollo in funzione della massa del carico utile e della velocità finale che dobbiamo raggiungere per andare nell’orbita richiesta. Infine c’è il concetto di stabilità: Ariane 6 è un sistema di lancio che ci consente di riacquistare la capacità di accesso allo spazio per una certa categoria di servizi e creare una zona di conforto e di indipendenza per l’Europa aspettando future evoluzioni, perché il mercato dei sistemi di lancio è molto vitale e vivace in questo periodo e con Ariane 6 siamo in grado di affrontare grandi cambiamenti nella stabilità”.

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Una fantastica avventura

Come sta vivendo questo countdown verso il volo inaugurale di Ariane 6?

 

“Nel 2014 ho partecipato alla costituzione del programma di sviluppo di Ariane 6, che fu un po’ un terremoto nel nostro settore. Io ed altri colleghi ci siamo lanciati a capofitto in questa avventura sin dal primo giorno e adesso può immaginarsi con che spirito e con che animo andiamo ad affrontare il lancio del 9 luglio. Sarà il completamento di un’esperienza fantastica sia da un punto di vista umano che da un punto di vista professionale. Anche con la comunicazione siamo riusciti a fare un passo in avanti: tutta la campagna di lancio è stata documentata, il lancio verrà ritrasmesso con delle camere a bordo come è avvenuto per il volo del James Webb Telescope con Ariane 5. La filosofia è quella di un’Agenzia Spaziale Europea sempre più aperta e vicina ai cittadini”.

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