Per gli scienziati, lo squalo aveva un corpo dalle dimensioni maggiori rispetto a quanto ipotizzato finora. La deduzione, presentata sulla ricerca scientifica internazionale “Palaeontologia Electronica” da un team di 26 ricercatori, è frutto dello studio effettuato su un set completo di vertebre fossili rinvenuto in Belgio
Corpo slanciato e denti enormi: è questo l’identikit del Megalodon, squalo vissuto nella preistoria e poi estinto. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Palaeontologia Electronica e incentrato sulle caratteristiche dell’animale è stato condotto da un team di 26 scienziati internazionali, tra cui Alberto Collareta, paleontologo presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa.
Lo studio
Il Megalodon, conosciuto con il nome scientifico Otodus megalodon, che fa riferimento alle peculiari dimensioni dei denti, è vissuto milioni di anni fa, mettendo a dura prova i paleontologi di tutte le epoche: al momento, infatti, come spiegano gli scienzati nel loro studio, non è noto lo scheletro completo delle specie fossili. Per questo motivo, gli studiosi, nel corso del tempo, hanno basato la ricostruzione del corpo del pesce sullo squalo bianco esistente, di cui appariva semplicemente come una versione caratterizzata da dimensioni maggiori. L’ipotesi non è del tutto sbagliata, se non fosse per un dettaglio emerso proprio dagli ultimi studi che hanno interessato, tra gli altri, Collareta, unico italiano nella squadra dei ricercatori: la fisionomia del Megalodon, che si presentava come più slanciato rispetto allo squalo preso a modello.
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La spiegazione di Collareta
"Nei romanzi e nei film di fantascienza il Megalodon è tipicamente rappresentato come uno squalo mostruoso e dalle proporzioni titaniche. Ciò non deve stupire, in quanto la taglia massima di questo squalo, uno dei più grandi predatori marini mai esistiti, è oggi stimata intorno a 15-20 metri di lunghezza totale e vi sono pochi dubbi riguardo alla sua dieta ipercarnivora", spiega Alberto Collareta. "Questa deduzione - spiega ancora il ricercatore - deriva dalla revisione di un set incompleto di vertebre fossili appartenenti ad un unico esemplare di Megalodon scoperto in Belgio nel diciannovesimo secolo. In particolare, la lunghezza totale del corpo di tale esemplare, se stimata sulla base del diametro delle vertebre dello squalo bianco attuale, risulta molto minore della lunghezza della sola colonna vertebrale incompleta (9,2 metri vs 11,1 metri)”, continua il ricercatore, sottolineando come comprendere come ha vissuto e come si è sviluppata ed estinta la specie possa aiutare ad approfondire l’evoluzione degli ecosistemi marini. Restano, comunque, incertezze sull’esatta forma del corpo dello squalo estinto.